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Pompei. Il Vesuvio non è l’unica minaccia

Sino al 12 febbraio, il Musée Maillol di Parigi ospita una mostra su Pompei, la città alle porte di Napoli distrutta nel 79 d.C. dall’eruzione del Vesuvio.

L’evento è stato fortemente voluto da Patrizia Nitti, direttrice artistica del museo, che nel sito archeologico di Pompei ha lavorato per quattro anni.
La mostra parigina è il primo passo verso una rivalutazione della cittadina antica, nel 1997 entrata a far parte del patrimonio mondiale dell’Unesco e le cui vestigia sono più che mai minacciate dall’incuria, conseguenza diretta della mancanza di fondi delle istituzioni italiane.

Nel 2010 era stata viva l’emozione – così come lo sconcerto – di fronte al crollo di un muro della Schola armaturarum, la Casa dei gladiatori.
L’edificio si trova proprio sulla strada principale della cittadella romana, la via dell’Abbondanza, un tratto molto percorso dai turisti.
L’Unesco aveva allora fatto pressione sul governo italiano affinchè eseguisse i necessari interventi di consolidamento, arrivando a minacciare di togliere Pompei dalla lista dei siti patrimonio dell’umanità.
Nel dicembre 2010 e nel gennaio 2011 l’organismo delle Nazioni Unite aveva inviato due missioni archeologiche, offrendo inoltre la sua consulenza nell’elaborazione di un programma di salvaguardia.
Al contempo, in collaborazione con lo Stato italiano, un consorzio di grandi società internazionali si era attivato per raccogliere fondi utili ai lavori di intervento e restauro.

Gli interventi necessari sono molti e urgenti. Pompei si estende su circa 66 ettari e su una ventina di ettari gli scavi archeologici non sono ancora iniziati.
Molto resta da scoprire, ma nel frattempo quello che già è stato portato alla luce, liberato da metri di cenere e lapilli induriti dai secoli, versa in condizioni di conservazione critiche.
1’500 costruzioni, 2 milioni di m3 di muraglia, 20’000 m2 di affreschi, 2’000 m2 di mosaici. Un patrimonio fragile, scosso da diversi terremoti e dai bombardamenti della seconda guerra mondiale.
Adesso a minarne le basi è la mancanza cronica di mezzi finanziari.
Per aumentare i fondi, nel 2011 il costo del biglietto d’entrata a Pompei è stato aumentato del 10 %, il che ha permesso di raccogliere 22 milioni di euro.
Una ben piccola parte dei fondi necessari alla manutenzione e alla conservazione del perimetro archeologico, valutati a 500 milioni di euro.

(Ticinolive/Le Monde.fr)

Pompei. Lavori di restauro della Casa dei Vettii, una delle più lussuose ville del sito, 1894 ca.
Redazione

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