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Banche USA: in arrivo un'ondata di fallimenti

Sono molte le banche statunitensi fallite dall’inizio della crisi economica del 2008. Perlopiù si tratta di banche di piccole-medie dimensioni, regionali o controllate da istituti più grandi e quotati in Borsa. 157 erano fallite nel 2010 e una sessantina avevano chiuso l’attività lo scorso anno.

Non si tratta però di un fenomeno in calo, come parrebbe da queste cifre. Anzi, il gruppo di consulenza di New York Invictus Consulting Group lancia l’allarme: negli Stati Uniti, entro i prossimi due anni, almeno 750 di questi istituti di credito falliranno, a meno di essere inglobati in altri gruppi o di essere ricapitalizzati in maniera significativa.
Una prospettiva di salvataggio che lascia spazio a poco ottimismo. La Federal Reserve era già intervenuta per ricapitalizzare le banche in difficoltà, ma lo aveva fatto operando unicamente per soccorrere i grandi gruppi bancari (vedi articoli correlati).

Redazione

View Comments

  • Toh e dovrei sorprendermi?

    Quello che mi sorprende é la mancata ripresa economica, cavoli dovrebbe essere esponenziale considerando i trilioni messi sul tavolo.

    :mrgreen: :mrgreen:

      • Se questo secolo sarà contraddistinto dalla "Lotta per le risorse energetiche", gli usa sono messi in posizione discreta.
        Evitiamo di parlare di "Lotta per le informazioni" perche hanno gia un vantaggio di 50anni sul resto del mondo.

        • Il declino degli USA è irreversibile. In quanto a risorse la Russia non è certo da meno. Per la crescita economica bisogna darle tempo. La gente è genuina e di sani principi ed .......impara in fretta.

          • Abbiamo sempre copiato dagli americani le brutte maniere, tralasciando di imparare le buone, quindi li seguiremo, nel bene e nel male nel declino Con 50 anni di décalage come dice summerstorm).

          • (punto fondamentale da considerare: la Germania ha deciso di NON partecipare alle operazioni in NordAfrica)

          • Proprio il fatto che la Russia disponga di enormi risorse naturali, mi fa pensare che potrebbe vedere addirituttura di buon occhio una riduzione dei flussi di greggio che transitano per lo stretto di Ormuz.

            C'era qualcuno qualche mese fa che diceva:

            "È ora per l'Europa di decidere se continure ad essere il giocattolino degli Stati Uniti, oppure allargare i propri orizzonti alla nuove realtà emergenti e parzialmente consolidate".

            I fatti del NordAfrica, in particolare grazie a Francia e UK, mi fanno pensare che siamo ancora al punto 1.

    • A quesro punto io sono impotente a darti una spiegazione, eh... eh...eh

      Dovrebbe darcela ....

      ... THE ECONOMIST!!!!

      :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol:

        • Veglias ad un üra decente, quand la fioca l'è bela morbida no è? Ti è permesso fare ipotesi fantasiose! :wink:

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