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Fedor Loukianov e i motivi dell'americanofobia in Russia

Dopo la caduta sulla Terra, lo scorso gennaio, della sonda interplanetaria russa Phobos-Grunt, il vice primo ministro russo Dmitri Rogozine ha detto che le radiazioni di un radar americano potrebbero aver causato il disfunzionamento della sonda.

La reazione del pubblico è stata immediata : “Lo sapevamo che sono stati gli americani!”. La versione di Rogozine non è confermata e i motivi del crash sono altri, ma ai russi non interessa. Sono stati gli americani punto e basta.

In Russia c’è l’impressione che gli Stati Uniti siano dietro ogni evento che accade nel mondo, scrive su Ria Novosti Fedor Loukianov, redattore capo del giornale Russia in Global Affairs : “Che si tratti della crisi del debito europeo (gli USA proteggono il dollaro dall’euro e affondano la concorrenza), le manifestazioni a Mosca per una maggior democrazia in Russia (Washington prepara la rivoluzione in Russia per instaurare un regime filo-americano), o della canicola che nell’estate 2010 ha colpito diverse regioni della Russia (gli Stati Uniti manipolano il clima per spaventare la popolazione).
Nel gennaio 2011, quando nel Nord Africa si muovevano i primi passi della Primavera araba, circa i due terzi dei partecipanti alle trasmissioni della televisione russa dichiaravano che le proteste erano organizzate da Washington.

L’anti-americanismo è un fenomeno mondiale. Sarebbe strano che un paese dominante, convinto della sua superiorità morale e che non esita a usare la forza contro gli altri Stati, non incontri rigetto e condanna.
Anche se parallelamente questo stesso paese suscita ammirazione per le sue acquisizioni nei più svariati settori e molti avversari della sua politica andrebbero volentieri negli Stati Uniti per vivere, studiare o lavorare.
Le radici dell’anti-americanismo russo derivano da un sentimento di inferiorità associato alla sconfitta durante la Guerra fredda, ma la Russia non è la prima nella classifica di questo odio.
Da un sondaggio realizzato nel 2009 dal servizio sociologico Pew Research nei paesi alleati o partner commerciali degli Stati Uniti, era emersa un’antipatia che coinvolge l’86% dei turchi, l’84% dei pachistani, il 75% dei giordani, il 73% degli egiziani, il 62% degli argentini, contro il 56% dei russi.
Che dire poi degli intellettuali francesi di sinistra, icone del vero anti-americanismo, che respingono tutto quanto proviene dagli Stati Uniti per celebrare il loro essere culturalmente alternativi.

L’atteggiamento russo verso gli americani è un insieme di ingredienti complessi. C’è il cinismo – la reticenza nel credere che qualcuno possa essere guidato nella sua politica da fattori estranei al calcolo mercantile. C’è l’inerzia del messianismo – russi e americani hanno sempre vissuto convinti di essere investiti da una missione particolare e divina, anche se oggi è difficile capire di quale elevata missione si tratti.
Va detto che la politica americana contribuisce allo scoraggiamento anche fra chi prova simpatia.
Gli Stati Uniti lasciano perplessi per la loro profonda convinzione di essere un polo delle libertà e dunque di poter mettere tutti gli altri sulla retta via, anche usando metodi di forza.

L’opposto dell’anti-americanismo dovrebbe essere un atteggiamento razionale e distaccato. Vi dovrebbe essere la comprensione che gli interessi di Russia e Stati Uniti, due paesi tanto grandi quanto diversi, non possono coincidere.”

Redazione

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  • Il popolo la sa lunga, ben oltre i motivi "prezzolati" di un giornalista fortemente complessato.
    A me risulta tanto che sono gli americani a mettere il naso in faccende interne russe.

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