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I frontalieri e il Ticino. Per vederci più chiaro – Alberto Siccardi

In ogni paese industriale, e anche in Svizzera, dare un posto di lavoro a uno straniero è problematico, anche solo moralmente, specie quando si è in presenza di una importante disoccupazione della mano d’opera locale.

In tutti i paesi i disoccupati locali hanno la precedenza, ma non è cosí semplice. Sono i locali disponibili a lavorare in quella posizione con lo stesso salario? Se non lo sono, hanno il diritto di rifiutare il lavoro e riscuotere la disoccupazione? La risposta è sí, ne hanno diritto.
Forse la legge sulla disoccupazione è da rivedere. Quando invece il salario è, per loro, accettabile, rispondono essi ai requisiti richiesti dalle aziende? Non sempre.
In questo caso si dovrebbe poter assumere stranieri senza essere giudicati cattivi svizzeri.
Se il salario è adeguato e uno svizzero ha la volontà e la capacità per lavorare in quel posto, le aziende svizzere hanno il diritto di assumere stranieri invece di svizzeri? Sí ce l’hanno, malauguratamente e lo fanno, creando disoccupazione inaccettabile.

Queste considerazioni portano dunque a considerare il contingentamento «informato», costruito annualmente dopo aver considerato i bisogni del mercato.
Questo pare sfuggire ai nostri governanti da quando sono caduti nella trappola dei Bilaterali, almeno cosí come sono oggi.
Il contingentamento in Australia, ad esempio, consiste in 120.000 stranieri all’anno, divisi per mestieri, che ogni anno cambia secondo i bisogni del paese; parrucchieri, farmacisti, ingegneri, taxisti ecc.
Gli altri, i clandestini, sono respinti e se tornano sono sanzionati e respinti nuovamente.
Non si incontrano, come da noi, frotte di clandestini che spacciano né gente che chiede l’elemosina o che suona nelle strade.
Se la legge oggi imponesse alle imprese di costruzione di assumere svizzeri, i prezzi delle costruzioni aumenterebbero, i subappalti ad aziende straniere si moltiplicherebbero (non dimentichiamo i Bilaterali…) e altri fenomeni economici di adattamento al mercato entrerebbero in funzione.
Fra gli altri, un andirivieni fra lavoro e malattia e/o disoccupazione, più facile per uno svizzero che per un italiano.

Direi quindi che in certi mestieri non se ne dovrebbe neanche parlare, dove i salari sono bassi e il lavoro è duro, si importa mano d’opera, ma secondo contingenti ben precisi.
I disoccupati svizzeri sovente non rispondono ai requisiti richiesti dalle aziende. In questo caso non è giusto essere criticati se si assumono stranieri. Altrimenti si deve delocalizzare, spostando l’azienda dove esiste la forza lavorativa necessaria.
Fortunatamente in Ticino si può fare: assumere ingegneri italiani o fresatori o tornitori non è un atto moralmente riprovevole, perché non ce ne sono.
Esistono poi aziende come la nostra, che esportando prodotti svizzeri di alta immagine e tecnologia, devono fare viaggiare svizzeri; come fa l’azienda altrimenti a dire di essere svizzera?
Si cerca all’estero, gli svizzeri tedeschi spesso non amano lavorare in Ticino. Dopo qualche pressione a Bellinzona finalmente nel 2013 cominceranno a uscire tornitori e fresatori dalla scuola. Ben vengano. Un miglior coordinamento fra scuole e imprese non guasterebbe e doveva essere più tempestivo.

Nei servizi, purtroppo, il discorso è un altro. Si assumono stranieri al posto di svizzeri, a volte si licenziano svizzeri per rimpiazzarli con frontalieri. Perché?
In alcuni casi, mi si dice, perché ormai nei supermercati molti capireparto sono italiani e favoriscono i loro connazionali, a parità di salario.
Nelle banche anni fa non si assumevano volentieri italiani perché meno sensibili degli svizzeri alle esigenze di segretezza bancaria.
O si cambiano i Bilaterali con misure di accompagnamento, dando cioè la precedenza agli svizzeri quando disponibili sul mercato, oppure è inutile suonare la grancassa a scopo solo politico, facendo della politica la più falsa e ipocrita.
Analizziamo i frontalieri per gruppi e per disponibilità in Ticino, diamo ai nostri connazionali la precedenza e accettiamo apertamente che per certi mestieri i frontalieri sono indispensabili.
Diamo anche però anche un’occhiata al fenomeno dell’assenteismo da certificato medico facile e da disoccupazione altrettanto facile. Negli ultimi anni si sono verificati abusi, ma questa è un’altra storia. Inaccettabile, come quella di demonizzare i frontalieri in massa.

Alberto Siccardi
vicepresidente di Area Liberale

Redazione

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  • Fra le mie tante qualifiche professionali, ad inizio carriera ho conseguito il diploma federale di meccanico in genere (tornitore, fresatore, rettificatore, alesatore .......). E' disposto il signor Siccardi ad assumermi a 4'000 euro al mese (sono svizzero e non ho mai mancato un solo giorno di lavoro ad oggi).
    L'offerta è valida fino a fine mese di aprile.

  • Io mi sono offerto come AVVOCATO
    specializzato in diritto commerciale e aziendale.

    A 12.000 Euro al mese. Mi ha assunto!

  • Scommetto 100 fr. che se invii il tuo curriculum a diverse aziende con scritto come tuo indirizzo "Varese" vieni contattato per un colloquio direttamente.

    • Posso versarti la somma anche a rate? Altrimenti devo fare un mutuo. Certo che ho scritto appositamente per uno stipendio in euro.Ho avuto una soffiata da Schneider Amman che mi ha assicurato di un prossimo allineamento dell'euro a Fr. 1.50.
      Io scommetto una bottiglia di "Bolgheri" 2009 che non sarò neppure contattato per un colloquio preliminare.

      • Gli industriali di una volta lavoravano 24 ore al giorno, ora hanno i maneger che lavorano (spesso male) per loro.

        • Guarda che se c'e' un industriale "come quelli di una volta" che lavora 24 ore al giorno 7 giorni la settimana per 52 settimane all'anno e' proprio Alberto Siccardi.

          • Ma a te sembra che ce l'abbia? Scrive qualche articolo... si presenta qualche volta in televisione... poco di più.

          • No certamente, il ruolo di vice è persino più delicato di quello del presidente (serve a correggere le "cavolate" del Pinoja di turno). Pare però e non mi è difficile crederlo, che nel caso specifico ci mette pure.... i soldi, pensando che con i soldi si possa tutto. Per fortuna che il presidente ha le idee ben chiare e tira diritto per la sua strada. Auguri.

          • Una signora (che io conosco bene e che forse conosci anche tu)
            un giorno mi ha detto:

            "Non possiamo fare niente. Non abbiamo un franco!" ***

            Benedetto sia Siccardi, benedetta la Medacta,
            benedetto Castel san Pietro,
            Mendrisio san Martino, il Fox Town e il Casinò,
            benedetta la valle di Muggio, il Generoso,
            Tremona Meride Arzo e... Besazio!

            *** Ci trovavamo al Grand Café in via Pessina.
            Ho - con mossa maldestra - rovesciato il cappuccino.
            Il cameriere è accorso. "Signore, lasci fare a me!"

          • L'allievo supera la maestra? Accade sovente. Sergio è forse meno politico di Marina ma ha una visione più pragmatica del ruolo importante dell'economia reale. A distanza di 5 anni ha saputo cogliere l'attimo che non sempre la "nostra" colto. Non credo poi tanto che si tratti di una mera questione di soldi, quanto piuttosto di sano coraggio ( o di ragionata incoscienza). Per questo mi piace.

          • Piace anche a me, ma ce la farà?
            Il "gruppo di partenza" mi sembra relativamente debole.

            Perché nutro tutti questi dubbi? Perché di fallimenti
            ne ho già visti tanti, troppi.

          • Il fatto che il progetto politico di Sergio abbia già parecchi nemici mi conferma che il marciume politico dei partiti storici è in affanno. Il presidente di Area Liberale ha capacità, progettualità, visione politica ben oltre il proprio naso, tenacia e caparbietà. Tutte doti che ho sempre apprezzato nei miei riferimenti politici (non partitici). Sono spietato verso i mediocri che ancora in gran numero,... fanno numero nelle varie liste di partito.

          • Ha già MOLTI nemici e davanti a sé una strada tutta in salita.

            Io di vero cuore gli faccio gli auguri ma resto
            PESSIMISTA.

          • Vuoi raccomandarmi?
            la mia nota all'esame federale è stata di 1,2 (1 secco nel lavoro manuale). Con queste credenziali non dovrei avere dei problemi, .....salvo che sono svizzero.

  • Il sig. Siccardi finge di dimenticare alcuni punti fondamentali:

    a) gli accordi bilaterali sono stati voluti dalla svizzera. la svizzera era (ed è ancora) interessata alla libera circolazione delle merci svizzere con l'ue (comprese quelle prodotte del citato imprenditore) e l'ue ha chiesto in cambio la libera circolazione delle persone. magari come sostengono l'svp, gli accordi si possono rinegoziari, ma faccio fatica a vedere l'incentivo per l'ue di negozziare un accordo per ottenere meno...mah!!

    b) il paragone con l'australia non regge per due ragioni principali:
    1) l'australia è un isola in messo agli oceani e il solo punto d'accesso per i clandestini è attraverso l'indonesia. la svizzera è sì un isola felice, ma non è circondata dal mare e il solo mezzo di isolamento (più o meno) efficace sarebbe il famoso muro ...di cui mi fregio di essere stato il primo a lanciare come boutade sul blog concorrente... ma aihmé, ci sono movimento politici che usano le boutade e ne fanno un programma politico ...e vincono anche!!... mah!!
    2) l'australia esporta soprattutto materie prime di cui tutto il mondo necessita e si contende. e quindi è facile capire che l'australia può negoziare a suo favore tutti gli accordi che vuole . la svizzera, invece ha sì dei prodotti che altri vogliono, ma siamo in concorrenza con altri produttori che producono a minor prezzo.

    • Secondo me non "passeranno" né IdeaLiberale né AreaLiberale.

      Ogni giorno PREGO IL MIO DIO di essere in errore.

      • Per quanto è grande a livello di tesserati l'UDC forse conveniva per tutta l'area liberale iscriversi in massa all'UDC e averne già da subito un importante influenza fino poi a prenderne il controllo in poco tempo.

        • L'avevo pensato anch'io. Ma

          --- Morisoli non vuole perché preferisce essere il capo in casa sua (casa tutta da costruire)

          --- La Signora non ha potuto e non può perché colta da violente coliche intestinali alla sola idea

          --- Siccardi con tanta buona grazia e tante belle parole ha attraversato il pianerottolo e si è trasferito di là.

      • Arealiberale e' un partito... e come te non credo che passerà. Idealiberale ê un associazione d'area con esponenti di vari partiti, non ha la necessita' di passare o non passare.

        • Il destino elettorale di Area liberale dipenderà da come si giocherà le proprie carte. I rischi ci sono. Se non si muoveranno nella maniera giusta rischieranno di essere uno di quei tanti partiti "1%". Che potrebbe risultare sufficiente per eleggere Morisoli ma non tanto per creare un vero soggetto politico con un peso importante.
          Una strada invece potrebbe essere quella di cercare di creare un area nell'ottica del sistema maggioritario. E in tal caso Area Liberale potrebbe ritagliarsi il suo spazio.

          • C'è tempo tre anni per fare un programma serio e farlo conoscere ai cittadini di buona volontà che si riconoscono nei sani principi di un liberalismo pragmatico e non dogmatico.

          • Gli anni a disposizione sono solo 2. Un anno prima delle elezioni dovranno già essere ben organizzati e decisi.

  • Il problema che l'economia è diventata finanza. Nessun investitore (azionista) che considera evidentemente il suo reddito, rinuncerebbe al vantaggio di avere mano d'opera a costi "fortemente concorrenziali". Nessuna organizzazione produttiva che dovrà fare i conti con la questa spietata logica di un mercato (più o meno) liberalizzato non vorrà/potrà sottrarsi a questa condizione. In alcune aree del pianeta si sono ovviamente affermate le spinte neoliberiste più brutali come l’uso ricattatorio di manodopera a basso costo per livellare i salari quindi la scomparsa quasi totale di norme regolatrici, opzioni che hanno cancellato ogni esigenza in termini garanzie e diritti. Li c'è lavoro, ma a livello di schiavitù. Da noi è arrivata la precarizzazione del lavoro e la “spada” della delocalizzazione (verso codesti contesti) sempre “pendente”. Questa è la cornice "complessiva"dentro la quale si muove anche il Ticino. Ben venga quindi l'idea di fare chiarezza a destra. Con l'Udc che ripudia la Lega, AreaLiberale che corre da sola, la Lega ripudiata che si allea "à la carte" con l'Udc... in fondo la chiarezza è sempre indice di democrazia. Inoltre non si può sempre far credere agli elettori che esista un'inesistente "via ticinese" percorribile. Frontalieri, salari e profitti compresi. La destra cantonale dovrà dire, prima o poi, in quale parte si vuole collocare all'interno della cornice "complessiva". Quella che conta davvero. Insomma.

    • <<>>

      È di oggi la richiesta delle associazioni economiche ticinesi di sbloccare i ristorni. Il quadro è cambiato, si dice. Diciamo piuttosto che saltano fuori le contraddizioni. Una destra-pop che (da una parte) blocca lo scorrere naturale dei vantaggi, non poteva non entrare in rotta di collisione con chi (dall'altra parte) dei profitti ne trae beneficio. La parte a cui “servono” i frontalieri. Ma la destra-pop, con la mossa dei balairatt, per esempio, si è anche procurata abbastanza schede per avere un consigliere nazionale. Per poi ammettere: "Quello dei frontalieri non è sicuramente un problema per l'economia ticinese che grazie all'apporto di questi lavoratori, generalmente meno pagati, ha potuto brillantemente superare le difficoltà provocate dal franco forte". Ha sussurrato il presidente Udc. "Se mi tolgono 30-40 frontalieri, io delocalizzo la mia attività all'estero. E come me, credo, farebbero anche tante altre imprese" da "ilCaffé" 11 marzo 2012. Ha mormorato Siccardi di AreaLiberale. Quindi a destra le cose si stanno chiarendo. In funzione dell’economia.

      • Non c'è contraddizione, anche se ABT,CCIA,SSIC,AITI e CAREF sono dei "cagasotto". Lo sblocco deve intervenire "contestualmente" alla cancellazione della Svizzera dalla lista nera. Boia chi molla!

      • Non sono sicuro di sapere in che misura (pur di scalfire il potere) il popolo della destra ticinese conosca e approvi, oppure subisca, i meccanismi con cui le lobby economico-finanziarie incoraggiano oppure frenano le scelte politiche dei "loro" partiti e della confederazione. Anche se parecchi leader della finanza e dell’economia CH, (per motivi probabilmente contigui all'economia stessa) sono attratti dalle ricette populiste, si sussurra che alcuni di loro abbiano espresso un particolare disappunto sull'insistenza molto latina di voler “controllare” la libera circolazione di manodopera. Forse si occuperanno della black-list, al massimo. In fondo il fascino della personalità carismatica, la vera o presunta sfiducia per la politique politicienne delle camere, il ripetitivo "niet" all'EU, come pure la difesa del salariato nativo, si scontra spesso con gli interessi ben più consistenti dell’attività economica. E l'economia, ça va sans dire, detta l'agenda. A quel punto tutto il corollario demagogico sulla difesa della "svizzeritudine" crolla sotto il peso degli affari e gli affari non hanno confini, se non quelli del profitto.

        • La destra economica dovrà per forza di cose rendersi conto che non si riesce a dare lavoro con salari adeguati ai ticinesi dove possibile prima o poi tutto si ritorcerà contro. Anche perché il benessere, l'attrattività fiscale, la qualità della vita, rischiano di peggiorare se il costo sociale aumenterà (persone in assistenza, disoccupati, aumento della criminalità e del malcontento). Bisogna quindi si mettere dei contingenti e delle clausule di preferenza. Le aziende potranno benissimo ancora assumere frontalieri, non sta li il punto. Sta che dove c'è manodopera qualificata ticinese deve essere preferita e senza causare dumping salariale. Alla fine abbiamo solo da guadagnarci tutti, compresi i leader dell'economia.

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