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Giorgio Ghiringhelli contro il fi­nanziamento pubblico dei partiti

Giorgio Ghiringhelli lancia una nuova iniziativa per abrogare il finanziamento pubblico dei partiti, pari a un totale di circa 510mila franchi. 40mila franchi all’anno a ogni gruppo parlamentare e 3’000 a ogni deputato.

Ghiringhelli afferma che “se è giusto remunerare con gettoni di presenza le persone che sono elette in Parlamento in rappresentanza del popolo, assai più discutibile è il finanziamento che viene versato ai gruppi parlamentari”.
A suscitare perplessità nel Guastafeste, scrive il Corriere del Ticino : “c’è anche il fatto che la Costituzione cantonale riconosce la funzione pubblica dei partiti e ne favorisca l’attività.
Ma poi dal lato pratico qualcosa non funziona. Il principio dice che tutti hanno diritto, mentre il Cantone versa dei contributi solo ai partiti che fanno gruppo nel Legislativo.
I partiti minori che non sono presenti in Gran Consiglio non solo non ricevono alcun contributo ma se osano presentare delle liste, vengono penalizzati con una tassa dissuasiva di 2’000 franchi per ciascuna lista.
“È così che lo Stato favorisce l’attività dei partiti minori? – chiede Ghiringhelli”.

Redazione

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  • E' il caso di dire: giusta la legge ma il regolamento di applicazione va cambiato.
    Mi pare inoltre che togliere il finanziamento da parte dello Stato ai partiti rappresentati in parlamento potrebbe aprire (spalancare) le porte a dei finanziamenti privati (lobby) non del tutto disinteressati e fatti in buona fede.

  • Sì caro bike, ma il problema rimane.
    I lobby finaziano già i partiti nei quali, soprattutto negli "eletti", sono più che ancorati e, d'altra parte il PS, che si elegge a "pulito" (Levrat dixit ?!), rifiuta i soldi dell'UBS ma prende I MIEI, contro la mia volontà, dallo Stato.
    Spetta soprattutto ai membri di "passare alla cassa", lo Stato paga giä gli "eletti"... che spesso non valgono una cicca.
    Dunque...

  • Ma dipende da quanto si paga d'imposte... e se si pagano.
    Più ne hai, più paghi... e anche per i "nemici" politici,
    molti preferiscono darli... altrove.

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