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Austerity. L’UE ha rotto il contratto sociale che la rendeva legittima

I popoli europei non possono sopportare all’infinito il peso del rigore senza la prospettiva concreta di una ricompensa. L’Ue rischia di rompere il contratto sociale che è alla base della sua legittimità.

Parlando dell’austerity di bilancio imposta al popolo da diversi governi europei allo scopo di risanare le finanze pubbliche il presidente francese François Hollande ha commentato che c’è un limite ai sacrifici che possono essere chiesti ai cittadini.
Per evitare di trasformare la Grecia, il Portogallo e la Spagna in veri e propri “centri correzionali” collettivi, i popoli hanno bisogno di speranza, al di là del solito orizzonte di tagli e rigore.
Un rinvio ripetuto della ricompensa possono dare un risultato solo se si comincia a intravedere la luce in fondo al tunnel – la ricompensa futura per i sacrifici di oggi.

Il pessimismo che regna nell’Europa meridionale è in gran parte imputabile all’assenza di questa ricompensa.
La ridotta fiducia dei consumatori e il minore potere d’acquisto delle famiglie aggravano la recessione, le previsioni sulla fine della crisi sono continuamente rinviate e i popoli sottoposti hanno perso la speranza.
[…] I dirigenti politici chiedono ai cittadini di sacrificare le loro libertà personali e comodità in nome dello Stato […] ma la retorica del sacrificio si rivela inefficace.
La reticenza di fronte all’austerità nell’Europa meridionale non trae origine da un’ostilità generalizzata nei confronti dei sacrifici. Il punto di vista degli europei consiste piuttosto nel considerare che i sacrifici richiesti dai loro dirigenti non servono ai loro interessi.

[…] Le condizioni imposte ai governi da Commissione europea, Banca centrale europea e Fondo monetario internazionale portano a rinviare all’infinito la soddisfazione delle esigenze di coloro ai quali è stato chiesto di fare sacrifici, e al tempo stesso a ritardare il ripristino di una rete di sicurezza sociale oggi in crisi. Tuttavia i governi nazionali continuano ad applicare delle politiche che esasperano l’ingiustizia.”

(Fonte : Presseurop.eu)

Redazione

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