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Gran Bretagna fuori dall’UE. Il gioco pericoloso di David Cameron

Il primo ministro britannico David Cameron tiene oggi all’Aja un discorso molto atteso sulla posizione del suo paese di fronte all’Unione europea.
Secondo i media, Cameron dovrebbe annunciare un referendum che verte sul rimpatrio delle competenze. Un progetto che potrebbe prolungare la crisi dell’euro e minacciare la sua carriera politica
.

L’USCITA DALL’UNIONE EUROPEA della Gran Bretagna significherebbe la fine politica di David Cameron, scrive il quotidiano britannico The Scotsman : “Cameron e il suo ministro delle finanze Osborne tentano di mantenere la rotta del federalismo. Il loro scopo sembra essere il tanto atteso discorso nel quale il primo ministro garantirà agli euroscettici un referendum in occasione della prossima legislatura.
Cameron cercherà di restare al potere sino a quando Bruxelles validerà nuove clausole contrattuali per la Gran Bretagna. Questo significa che la posta in gioco nelle nel negoziato con l’UE è enorme.
In mancanza di un accordo, il divario si accentuerebbe nel campo dei conservatori prima del referendum. Il ministro delle finanze Osborne ha già dichiarato che la Gran Bretagna potrebbe uscire dall’Unione europea. Un simile fiasco significherebbe la sua fine e quella del primo ministro.”

LA VOLONTA’ DI CAMERON DI RIMPATRIARE LE COMPETENZE è controproducente in piena crisi dell’euro, critica l’ex diplomatico Michiel Servaes in un editoriale nel quotidiano olandese nrc.next : “Se c’è un paese capace di contrapporsi al peso del duo franco-tedesco, questo è proprio la Gran Bretagna. … L’Olanda e l’UE hanno dunque buone ragioni per tenere i britannici a bordo.
… Allora perchè questi desiderano rimpatriare le loro competenze? … Il governo britannico ha sempre favorito le azioni dinamiche nella crisi dell’euro e ha sempre trovato logica la collaborazione con i paesi della Zona euro.
Sarebbe dunque perlomeno strano se questo stesso governo intralciasse questo processo e prolungasse la crisi. … Sarebbe una catastrofe per noi e anche per la Gran Bretagna, in quanto la metà delle sue esportazioni dipende dai paesi dell’UE.”

Redazione

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