Il vecchio leone Blocher la spunta, dopo aver perso a Zurigo
Secondo l’ultimo sondaggio il popolo democentrista sarebbe favorevole al sì
L’Unione Democratica di Centro svizzera si è riunita oggi a Balsthal (canton Soletta) e ha dibattuto per oltre due ore sull’iniziativa “contro le retribuzioni abusive”, che sarà messa in votazione popolare il 3 marzo prossimo.
Risultato dello scrutinio: 160 sì, 295 no
Davanti alla folta assemblea dei delegati si sono dati battaglia Thomas Minder, promotore dell’iniziativa, e Christoph Blocher, favorevole al controprogetto. Le sezioni cantonali di Zurigo, Argovia, Glarona e Vallese francofono hanno perorato la causa del sì. Secondo Minder il controprogetto, versione annacquata e inefficace dell’iniziativa, porta la firma di economiesuisse, che vuole fare in modo che nulla cambi.
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Personalmente sono contro l'iniziativa Minder: è una delle tante intrusioni dello Stato nel privato. Certe iniziative, che ledono la proprietà privata, in uno stato di diritto, non dovrebbero neppure essere ammesse. Ho detto "in uno Stato di diritto" ben conscio del fatto che dove c'è lo Stato "democratico" non può esserci la certezza del diritto, perché esso dipenderà un giorno da un voto e un giorno da un altro.
Ad esempio: il Cantone sta lavorando alla rivalutazione delle stime immobiliari senza neppure porsi il problema se tassare l'abitazione di un cittadino sia legittimo. Dà per scontato che lo sia e, se del caso, si deciderà "a maggioranza" se è lecito violare in questo modo la proprietà privata dei cittadini oppure no.
Questi comportamenti immorali istituzionalizzati con così tanta protervia portano dritti dritti al disfacimento della società civile.
Tornando a Minder: ogni azienda può pagare i propri managers quanto vuole. E se gli azionisti più piccoli non condividono le scelte di chi detiene la maggioranza delle proprietà possono sempre vendere le loro azioni e investirle diversamente.
Ovviamente lo Stato dovrebbe evitare di intervenire anche quando un'azienda fallisce, e anche quando quell'azienda si chiama "banca".
MXM
Ceterum censeo BNS (BCE, FED ecc.) delendam esse
"La proprietà privata fa parte dei diritti fondamentali che lo Stato deve tutelare assolutamente. Essa è alla base del liberalismo economico e della prosperità delle cittadine e dei cittadini. Ma la protezione della proprietà privata non è più garantita quando dei membri di consigli d’amministrazione e di comitati consultivi o di direzioni si arricchiscono a spese del patrimonio di un’impresa che loro non appartiene. L’UDC ha puntato il dito su questa problematica già nel 2002, depositando parecchi interventi parlamentari aventi lo scopo di meglio proteggere la proprietà privata." (...) "Il rafforzamento dei diritti degli azionisti è conforme ai princìpi dell’UDC. I proprietari devono poter decidere nella loro impresa. Niente di più normale, visto che vi hanno investito il proprio denaro." Così Adrian Amstutz, 30 nov 2012.
"Personalmente sono contro l'iniziativa Minder: è una delle tante intrusioni dello Stato nel privato. Certe iniziative, che ledono la proprietà privata, in uno stato di diritto, non dovrebbero neppure essere ammesse. Ho detto "in uno Stato di diritto" ben conscio del fatto che dove c'è lo Stato "democratico" non può esserci la certezza del diritto, perché esso dipenderà un giorno da un voto e un giorno da un altro." Così Dicolamia, 26 gen 2013
Concetti chiari e legittimi(*)in parte). Ma l'udc/ti deve pur ammettere che la "libertà" in un ambito di "economia azionaria privata e liberale" potrebbe esporre una "particolare" utenza a dei rischi inevitabili. Benefici sì, ma non per tutti. La prima domanda è a sapere per quale ragione proprio l'udc/ti in sintonia con la destra economicistica ha sentito l’irresistibile bisogno di ostacolare l'ovvia (conveniente, giusta in termini di profitto azionario) utilizzazione di manodopera utile agli “utili”di quegli ambienti economici che conoscono il valore della presenza nell’economia cantonale di x-mila frontalieri. Non si può dimenticare la feroce campagna contraria (balairatt) che ha forse perfino determinato l'elezione di un Consigliere nazionale ticinese e democentrista. Oppure democentrista e ticinese? Mah! A quel punto tutto il corollario demagogico sulla difesa (con decreti statali!) del "sonderfall CH/TI" crolla sotto il peso concettuale di un economia...liberale. Se il mondo opera come un solo grande mercato ogni lavoratore sarà tenuto a competere con chiunque al mondo sappia fare il suo stesso lavoro. Così vuole l'economia liberale. Quindi sorge spontanea la seconda domanda: come rassicurare il lavoratori udc/ti che saranno Svizzeri tutto d'un pezzo, ma non così ingenui da non fiutare le contraddizioni. A meno che il nuovo corso udc abbia altre finalità. Inespresse.
(*)Dicolamia: Dove c'è lo Stato "democratico" non può esserci la certezza del diritto, perché esso dipenderà un giorno da un voto e un giorno da un altro."
Affermazione piena di insidie. Presupponi uno stato totalitario, dove tutti i giorni si dovrà votare la solita cosa, oppure nemmeno poter votare?
No, presuppongo che si faccia chiarezza sui diritti fondamentali della persona umana. Un patto di civiltà e di concordia civica anteriore ad ogni decisione che i cittadini possano in futuro prendere.
Infatti: se i diritti fondamentali della persona umana dipendono da una decisione presa a maggioranza, la via per uno Stato totalitario (di destra o di sinistra) o per uno Stato totalitario tout-court, potrebbe essere davvero spianata.
Ed es.: se domani si votasse il Svizzera l'obbligo per le giovani musulmane di non indossare il velo in pubblico, le dirette interessate farebbero distinzione tra uno Stato totalitario o una maggioranza democratica di despoti?
MXM
Ceterum censeo BNS (BCE, FED ecc.) delendam esse
Il problema non sono gli "altri": lega, CdT, socialisti, eccetera. Il problema è il populismo strabico dell'udc. Nella Svizzera tedesca (svp: meno strabica) funziona ancora il giochetto. In Ticino è più difficile. Primo perché da una parte c'é (c'era?) la sovrapposizione leghista; secondo perché le contraddizioni sono più appariscenti. Per esempio l’improbabile soluzione del dilemma chiamato dumping salariale. Traduzione. Il democentrismo non può continuare ad questuare i voti popolari puntando sulla swissness (mito emozionale), mentre d’altra parte l’élite economica democentrista è giornalmente in affari con la potenza economico-finanziaria internazionale (pratica affaristica concreta). Visto che gli affari si fanno, come minimo in due, la Svizzera deve tener ben presenti anche le aspettative €urointernazionali. L’udc potrà negarlo su un piano simbolico, finalizzato al consenso popolare a breve periodo, ma non potrà sostenerlo in eterno. Proprio perché i suoi vertici perseguono interessi economici "liberali" e il salariato non vive solo di svizzeritudine. La zuffa sull'iniziativa Minder (alla sua maniera) insegna.