“Gli egiziani sarebbero fortunati se i loro generali avessero la tempra del cileno Augusto Pinochet, che arrivò al potere in pieno caos ma seppe coinvolgere dei riformatori liberali e introdusse una transizione democratica. Se il generale egiziano Abdel Fattah al-Sissi cercherà di ripristinare il regime di Hosni Moubarak, gli toccherà lo stesso destino di Mohamed Morsi.”
L’editoriale, non firmato, sul Wall Street Journal di giovedì 4 luglio afferma che la soluzione per l’Egitto sarebbe un generale simile al dittatore cileno Pinochet, per assicurare al paese una transizione economica e attuare una solida economia liberale.
A rispondere all’anonimo autore ci pensa il giornalista britannico Martin Pengelly, che sul quotidiano The Guardian scrive indignato : “Verosimilmente, il Wall Street Journal pensa che gli egiziani debbano considerarsi fortunati se i loro dissidenti fossero torturati con scariche elettriche, violentati, gettati vivi da aerei in quota oppure – e questo sarebbe il minore dei mali – uccisi. Questo è quel che è successo in Cile dopo il 1973, portando alla morte migliaia di persone e alla tortura decine di migliaia di persone.”
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