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La Canonizzazione di Giovanni Paolo II e Giovanni XXIII sponsorizzata da Nestlè e altre grandi industrie

Sei mesi dopo che Papa Francesco I ha duramente criticato il capitalismo mondiale in un’esortazione apostolica di 84 pagine – un documento che ha valore di enciclica papale – una dozzina di società sono state gli sponsor principali della canonizzazione di domenica di Giovanni Paolo II e Giovanni XXIII.

Fra queste società vi sono il colosso delle multinazionali Nestlé, le società energetiche italiane Eni e Enel, la banca Intesa Sanpaolo e la compagnia Ferrovie Italiane.

Per il testo che aveva pubblicato lo scorso novembre, Papa Francesco era persino stato accusato di marxismo.
“Prego il Signore che ci offra più uomini politici che abbiano veramente a cuore la società, il popolo, la vita dei poveri – aveva scritto il Pontefice – (…) Abbiamo creato nuovi idoli. L’adorazione dell’antico vitello d’oro ha trovato una nuova e impietosa versione nel feticismo dei soldi e nella dittatura dell’economia senza volto e senza uno scopo veramente umano.”

La Chiesa cattolica è comunque ben lontana dall’essere povera : la Banca vaticana, lo IOR, dispone di 5,7 miliardi di euro d’investimenti ripartiti nel mondo, gestisce 33’000 conti di parrocchie e di preti.

Nel 2011 la Santa Sede, il suo organo direttore, ha comunque segnato oltre 13 milioni di euro di perdite, ma la presenza di questi sponsor nella canonizzazione di Giovanni Paolo II e Giovanni XXIII ha più a che vedere con la precaria situazione finanziaria della città di Roma.
La capitale italiana, che ha registrato un deficit di 816 milioni di euro, è vicina al fallimento. Lo scorso febbraio si è vista rifiutare dal Parlamento italiano un aiuto finanziario per poter pagare i salari degli impiegati comunali e la benzina degli autobus.

Secondo Padre Thomas Reese, analista del National Catholic Reporter, la canonizzazione di domenica ha generato entrate per le aziende locali, in particolare quelle che operano nel turismo e di fatto giudica che la sponsorizzazione delle grandi società sia appropriata.

“Come ha detto un arcivescovo – ha dichiarato – non si pagano le fatture con le immagini dei santi. Un evento al quale partecipano centinaia di migliaia di persone è costoso. Per finanziarlo è meglio fare appello a società sponsor piuttosto che prendere i soldi dai poveri.”

(Fonte : Express.be)

Redazione

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