Categories: Ospiti

Un’economia a misura di ticinese – di Elisabetta Lara Gianella

Pochi giorni fa una 39enne di Morbio Inferiore ha raccontato alla stampa il suo colloquio di lavoro presso una nuova società insediata in Ticino. “Lo stipendio che lei chiede è troppo alto. Noi abbiamo scelto di venire nel sud del Ticino per pagare poco i dipendenti”, si è sentita rispondere la donna al termine dell’incontro.

Purtroppo non si tratta di una sorpresa. Il Ticino è infatti meta di imprenditori stranieri che desiderano risparmiare sui costi amministrativi, usufruire di imposte più basse, di ottimi servizi e di leggi di lavoro più elastiche. Questo pericoloso trend è in atto ormai da qualche anno. Si può affermare che nel nostro Cantone si sta ormai sviluppando un’economia parallela che taglia fuori i ticinesi. Le ricadute, ovviamente, sono deleterie sia per i lavoratori, sia per gli imprenditori onesti, sia, ovviamente, per lo Stato chiamato a sostenere un numero sempre crescente di persone in difficoltà.

Un’analisi di pochi mesi fa effettuata dal Servizio di informazioni economiche Orell Füssli (OFWI), su incarico della SonntagsZeitung, rivelava che nel quinquennio 2008-2013 il numero delle nuove aziende italiane insediate nel nostro Cantone ammonta a 4’528. Gli imprenditori italiani, secondo il rapporto, amano particolarmente le località di Lugano (1’516) e Chiasso (543). Ma quante di queste nuove ditte portano un valore aggiunto? Quante di queste aziende assumono mano d’opera indigena contribuendo al benessere dell’economia e della comunità? Quanto del nostro prezioso territorio è stato sacrificato su questo altare economicamente perverso? E quante hanno usufruito degli incentivi statali messi a disposizione da progetti come Copernico? Ad oggi le risposte sono chiare: i benefici per il Ticino e i ticinesi è stato pressoché nullo, mentre i danni sono enormi.

Il nostro Cantone deve intraprendere una politica d’attrazione d’investimento diversa da quella attuale. Aziende ad alto valore aggiunto devono poter trovare il loro spazio nella nostra economia. Aziende rispettose del territorio: basta insediamenti di capannoni che tolgono metri quadrati di verde per poi assumere solo frontalieri. Basta speculazione sui salari che tagliano le gambe ai nostri lavoratori e creano una feroce concorrenza sleale con i nostri imprenditori responsabili. Basta contributi economici e agevolazioni fiscali a quelle aziende che assumono solo mano d’opera straniera: se vuoi accedere a contributi statali le assunzioni devono avere una percentuale indigena superiore all’80%!

Siamo ancora in tempo per salvare la baracca ma la politica deve farsi finalmente carico di questo problema con assoluta priorità attuando tutte le misure, comprese quelle più drastiche, necessarie . Non bisogna ripetere l’errore commesso con la libera circolazione delle persone: la politica non chiuda gli occhi fino a quando gli effetti diventano insostenibili per poi mettere dei cerotti sul paziente in coma. Interveniamo ora per costruire un Ticino su basi economicamente e socialmente solide e, soprattutto, a misura di ticinese!

Elisabetta Lara Gianella, Lega dei Ticinesi

Relatore

View Comments

  • Ora che qualcuno con la laurea ha detto ciò che io senza dico da ormai 4-5 anni magari qualcuno ascolta, ma ho paura che dovrà clonarsi ed infiltrarsi in altri partiti perché per far si che il messaggio di una persona di pensiero leghista arrivi dove deve ci vuole sempre (purtroppo) il doppio del tempo e qui di tempo non ce n'è più.

  • Complimenti alla Signora E. L.Gianella.Un Messaggio Chiaro e corretto, ma ci dimentichiamo di mesionare perchè le Ditte iltaliane vengono in Svizzera. Non è solo per i vantaggi economici e stabilita politica ma per il ( Marchio fabbricato in Svizzera. ).
    Avevo gia scritto : Dato che loro ussufruiscono di tutti questi vantaggi e Gratis possono e devono portare die vantaggi al Cantone che li Ospita. ( Deve essere un prendere e dare)
    Non credo che sia difficile e complicato mettere una clausula che imponga di occupare Cittadini residenti nel Cantone e un numero di frontalieri . Con tutta questa sicurezza che noi offriamo sono sicuro che accetterebbero il compromeso.
    Ma abbiamo bisogno di Gente e Politici che portino avanti queste Idee.

  • VERISSIMO. Ed il risultato è che la disoccupazione in Ticino supera la media svizzera di più del 50% (vedi "Disoccupazione in Svizzera e nel Ticino", 2 luglio 2013)

  • Uella, un garbato articolo che mi strappa un commento.

    (…) la politica non chiuda gli occhi fino a quando gli effetti diventano insostenibili per poi mettere dei cerotti sul paziente in coma. (…)

    Very good! Direbbe il mio amico James.

    Che i partiti dovrebbero rappresentare l’anello di congiunzione tra cittadino e “decisore” posso essere anche d’accordo. In teoria. Ma alla fin fine socialdemocrazia o libero mercato, che poi sono i due filoni entro i quali si sviluppa la “partitica” sono sempre appannaggio di pochi. Da una parte (socialdemocrazia) con le sue burocrazie statali, e dall’altro (libero mercato) con i suoi gruppi finanziari egemoni. E così i partiti diventano i “decisori” costretti a parlarsi nella stessa lingua.

    Poi, diciamolo chiaro, non è così semplice aggirare, superare i diktat dei mercati in chiave regionalistica. Nel proprio cortiletto. Sono convinto che ogni localismo sia velleitario. Porterà qualche voto di quartiere, ma non cambierà la sostanza delle cose. Con il grosso rischio di illudere la gente che “localmente” si possa cambiare il corso dell’economia e purtroppo incentivare i nazionalismi. Semmai bisognerebbe opporsi su una scala ben più ampia, sia in termini territoriali, sia pure in numero di oppositori.

    È forse pure anche vero che la politica è talvolta “disturbata” dai rumori che provengono dalla strada, ma ha imparato a non farci troppo caso, specialmente quando si trova riunita ai piani alti del palazzo. E così ogni rivendicazione popolare, perfino quando ha una giustificazione plausibile, è ormai… populismo. Il fatto è, che chi avverte di essere anche in minima parte, escluso dal sistema dei privilegi, non gli resta che protestare o chiedere al popolo di farlo a suo nome. Perché, tutto sommato, la “tenzone” democratica non è che la sostituzione di un’oligarchia con un’altra, composta (la seconda) da quelli che hanno spodestato la precedente. Una nuova élite che dopo aver scompaginato le “odiate” logiche precedenti , “raggiunti” i piani alti, ritorna ad essere assimilata alle logiche precedenti.

    La… logica verità di tutto questo? Semplicemente lapidaria: cioè quella che l’uomo, quando raggiunge i piani alti della politica, non fa più la stessa vita dell’uomo della strada. E molti uomini della strada fanno, per questo, politica.

    • Correto qullo che Lei scrive , A me sembrano le parole di una persona che si è arresa ( mortificata ).In poche parole Lei dice che il Potere da alla Testa chi ha i soldi comanda , ma è sempre stato cosi , ne io ne Lei potremo cambiare le cose , ma possiamo cercare di migliorarle. Esiste ancora Gente Onesta seno sarebbe triste e pericoloso .Guardiamo indietro 20 Anni la Germania ex Yugoslavia Libia eccetra. l`Italia che non è piu governabile dove la popolazione non è contenta scoppiano le rivoluzioni.I nostri Politici credo sono disposti a scendere a patti non vogliono arrivare al punto di non ritorno Hanno troppo da perdere. Io penso che bisogna fare attenzione ai Capi Carismatici non seguirli come ( pecoroni)non dargli troppo potere e credere che tutto quello che fanno lo fanno per Noi. Abbiamo tanti ( Laureati ) in grado di vigilare e controllare i loro operati.
      Poche ore fà ho scritto il mio parere sulla Signora M. Grisoni non so se Lei lo ha letto lo Legga e vedrà che esiste ancora gente che ragiona con la sua testa ed é di gente cosi che abbiamo bisogno.
      E quel partito ( non faccio il nome per evitare inutili discussioni ) che vuole tutto o niente non fa il bene del popolo ( Noi abbiamo bisogno die ricchi e i ricchi hanno bisogno di noi per diventare ancora piu ricchi. ). E migliorare le cose poco alla volta è sempre meglio di niente.

    • Caro 55brunoB, grazie per la risposta. Non mi sento né mortificato, né tantomeno arreso. Cerco con grande fatica di “restare” oggettivo davanti ad una realtà preoccupante. Che la realtà sia preoccupante, me lo concederà, immagino. Poi come già qualcuno disse, si segue il pessimismo della ragione e l’ottimismo della volontà. Che esista gente onesta mi sembra statisticamente ovvio, ciò non toglie, tuttavia, che la “statistica” della quotidianità politica sembri parlare un altro linguaggio. Mi scuso se mi permetto un’osservazione personale; che lei, per sua ammissione, ritenga irreversibile il fatto “che chi ha i soldi comanda, ed è sempre stato così”, ecco in questo concetto mi sembra veramente di scorgere qualcuno che si è ormai arreso.

      • Hallo openshift, Avrei voluto risponderle prima , ma forse avra gia letto che ho avuto un altra discusione dove vengo accusato di mal educazione analfabeta edi voler sovvertire il blogg.
        Io non mi arredo e se lo faccio non è per debolezza.
        Non volevo entrare nella Sua persona dicendole che Lei si è arreso mi Scusi Legga gli altri commenti mi vogliono escludere dal blogg se lo otterra oportuno continueremo a discutere.
        Spero di poter continuare a doalogare anche se con molti errori di calligrafia.

Recent Posts

La notte di Valpurga, la più terribile dell’anno

È la notte, magica, fantastica e atroce, tra il 30 aprile e il 1° maggio immagine…

1 ora ago

Pardo d’oro – “L’umanità è una. Il film Mrs. Fang ne è una bellissima dimostrazione” – di Desio Rivera

2017 Wang Bing. Immagino che sia il discorso globale di questo regista che si vuole…

18 ore ago

La bellezza di un capolavoro: “Nanà” di Émile Zola

Straordinaria e atroce nel libro la figura del conte Muffat, ricchissimo, debole, ingenuo, perdutamente innamorato della puttana,…

18 ore ago

Parisina e Ugo, la testa è il prezzo di un colpevole amore

Una fosca storia del Quattrocento. Il marchese di Ferrara Niccolò III era uomo tirannico e…

19 ore ago

Rivoluzione Russa Rosso Sangue: Così morirono lo Zar, la Zarina, il piccolo erede e le sue 4 sorelle

Rivoluzione d’ottobre- atrocità e leggende. dossier Rivoluzione d'Ottobre 1917-2017 Gli artefici della Rivoluzione Russa si…

20 ore ago

Werefkina e Jawlensky, storia d’amore e d’arte a Palazzo Reali – di Nataliya Shtey Gilardoni

2016 Si incontrarono a San Pietroburgo nel 1892. Lei, talentuosa al punto da essere definita…

20 ore ago

This website uses cookies.