La Zona euro è vicina a una nuova recessione. Nel quotidiano britannico Times, l’editorialista Robert Peston scrive che la collera dei cittadini è ben più inquietante di un movimento di panico dei mercati finanziari.
“Le maggiori economie della Zona euro, l’Italia, la Francia e la Germania, non riescono più a sfuggire alla stagnazione e probabilmente stanno già contraendosi – scrive Peston – Ma la vera minaccia non è il genere di disastro finanziario che tre anni fa ha rischiato di smembrare l’Unione monetaria. La promessa della Banca centrale europea di garantire i bilanci delle banche e dei governi ha largamente compensato questo rischio.”
Il pericolo più grande potrebbe giungere da un crollo politico – scrive Edin Mujagic sul portale Jalta.nl – I cittadini della Zona euro continuano ad abbandonare i partiti tradizionali e attraverso il voto fanno capire che vedono l’Unione monetaria come un treno che si dirige lentamente verso l’impoverimento e che non si può più fermare.
L’euro è condannato, così come avevano fallito la lira, la dracma e la peseta. Di conseguenza, secondo me, sarebbe meglio fermarci adesso e minimizzare le perdite invece di aspettare che la folgore si abbatta sulla totalità della Zona euro.”
Negli anni 1990, l’economista tedesco Horst Siebert aveva dichiarato che l’euro sarebbe fallito se l’Unione monetaria non si fosse limitata al nord delle Alpi. Aveva ragione. I modelli economici e le norme economico-finanziarie al nord e al sud della Zona euro sono diverse come il giorno e la notte.
(Fonte : Express.be)
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Caro danilocarno, certo che voterò si. Come è certo che il CF, già sceso in campo il 7 ottobre, vuole imporre il no, coadiuvato dal mondo economico (ma solo quello dei piani alti) che dei problemi dei comuni cittadini si occupa solo quando li considera in qualità di clienti o di mano d'opera da possibilmente sostituire con immigrati o pendolari a basso costo. Il tam tam contrario sarà tanto più intenso e frastornante (proprio nel senso di voler distogliere da un punto centrale di interesse, quello dei milioni di comuni cittadini, a esclusivo beneficio dei pochi dei piani alti) dopo la scottatura dello scorso 9 febbraio.
Loro hanno mezzi finanziari e conseguentemente propagandistici che noi non abbiamo, ma il "popolino" comincia a capire, grazie alle troppe fandonie che il CF e il mondo dell'economia dei piani alti ci hanno propinato dall'autunno 1992 in poi. Quindi diamoci da fare, nei nostri strettissimi, quasi irrisori limiti.
La decisione di legare il franco all'euro non è stata presa dai magnifici 7, ma dal Signor Jordan e dai suoi collaboratori, teoricamente in assoluta indipendenza dal CF, in realtà quasi certamente sotto l'influsso dei piani alti di cui dicevo e dello stesso CF.
Sono almeno 15 anni che sappiamo che l'euro è destinato al fallimento, e lo abbiamo scritto migliaia di volte, accodandoci a numerosi economisti, per lo più tedeschi e inglesi, che avevano subito capito, in contrasto con le sirene di Bruxelles. Sirene che pensano, saggiamente (?), ai fatti loro, non certo ai nostri. Adesso le voci che confermano quel giudizio si fanno sempre più frequenti e insistenti. A noi rimane solo, come consolazione, il dileggio sarcastico nei confronti dei plutocrati di Bruxelles e di chi, in Svizzera, voleva o ancora vuole la nostra integrazione in questa strampalata e fallimentare UE.
Ciao GS 1235, Leggendo le tue righe la mia deduzione é il fatto che al 30 nov. prossimo voterai per il gran " SI " al rimpatrio dell'oro in svizzera ( se sei svizzero e puoi votare in merito ).
Infatti questa fra altre cose é un arma per poter combattere l'accoppiamento del CHF all'Euro in ragione di CHF 1.20 / Euro, misura adottata dai nostri magnifici 7 di Berna in quel settembre 2011.
La UE ( come giá annunciato ) inizia a copiare il QE ( quantitative easing ) degli U.S.A., questo significa stampare biglietti a piú non posso e se il CHF deve seguire l'euro in ragione di 1.20 anche la Svizzera dovrá stampare biglietti a piú non posso.
Peró se al meno il 20 % della stampa di biglietti dev'essere coperta con oro contribuirá a frenere la stampa almeno in un 20 %.
Non capisco perché al posto del 20 % non abbiano proposto il 50, o il 70, o additittura il 100 % di copertura.
Grazie, buona giornata.
...Effettivamente al nord delle alpi si pensa solo al lavoro, mentre che al sud a parte il lavoro ogni tanto ci permettiamo una pausa dietro un bicchiere di merlot.
I paesi del sud ( Club-Med ) lavorano per vivere, mentre quelli del nord vivono per lavorare.
Buona giornata.