Gabriele Losa, professore, ricercatore, biologo, matematico è (evidentemente) anche un letterato e un cultore di Proust. In questo articolo egli parla anche del celebre matematico Alexander Grothendieck, morto pochi giorni fa. Prendevo un aperitivo al Trinity con il professor Francesco Russo, chiacchieravamo del più e del meno, di Lugano e di Parigi, di matematica di Eliseo di degrado urbano, e lui all’improvviso mi fa: “Lo sai che è morto Grothendieck?”
La melanconia è il sentimento percepito per lo scorrere del tempo, passato, presente e pure in divenire, che pervade la persona confrontata con il vivere, impegnata nei vari campi del pensiero e dello scibile umano, della ricerca artistica, letteraria, scientifica, umanistica e quella musicale. Non si identifica né con la “bile nera”, etimo di derivazione greca composto da (mèlanos-nero) e (cholè-bile), ritenuto in medicina uno dei quattro umori fondamentali della Teoria degli umori di Ippocrate, né con la tristezza né con la nostalgia per accadimenti o cose che furono.
La malinconia non è una tristezza qualsiasi sosteneva Victor Hugo, ma uno stato creativo dell’anima, di profonda interiorità, di rigenerazione del sé, di inseguimento e trattenimento del pensiero che si configura e poi si dissolve inarrestabile, ergendosi come “materialità del pensiero”, pertinente definizione dall’ accento ossimorico coniata da Mandelbrot, non riducibile come ancora si ritiene ad un prodromo della depressione. La melanconia convive con il tempo dell’avventura umana interiore, anche quello incombente che fluisce inesorabile nella complessità incommensurabile, fatta di difficoltà, sentimenti, pene, gioie, e dolori e abita nella bellezza dell’opera artistica, della poesia, del romanzo, del brano musicale.
Nell’insieme dell’opera, attraverso la strutturazione scritturale e l’accostamento delle parole si percepisce la musicalità intensa ed il carattere melanconico che pervade il narratore, evocati in alcuni passaggi tratti da “A l’ombre des jeunes filles en fleur”. [AJFF]. La cognizione della melanconia precede e prelude al sentimento dell’effimerità, suscitato dal finire struggente dei pomeriggi brumosi di novembre e dalla tavolozza infiammata dei crisantemi: << Ma ero commosso meno dall’effimero dei crisantemi che da quanto di relativamente durevole, in rapporto a queste tonalità così rosa, così ramate, che il sole al tramonto esalta tanto sontuosamente nella bruma sul finire dei pomeriggi di novembre, e che dopo averli notati prima di entrare da Madame Swann, spegnendosi nel cielo, ritrovavo prolungati, trasposti nella tavolozza infiammata dei fiori. >> . E più avanti : << Il ricordo dei primi minuti insperati, i propositi che abbiamo inteso, sono là per ostruire l’accesso alla nostra coscienza, e comandano gli sbocchi della nostra memoria più che non quelli della nostra immaginazione, retroagiscono sul nostro passato in modo che non sappiamo più vedere senza tenerne conto, se non sulla forma, rimasta libera, del nostro avvenire >>. [AJFF].
Il frazionamento del tempo appare come una procedura per misurare ˝ l’esistenza umana˝ in modo riproducibile, che la memoria poi ricompone nella sua totalità: << E` un bel dire che Albertine non esistesse nella mia memoria, come mi era successivamente apparsa nella vita, se non come frazioni temporali, il mio pensiero ricostituendone l’unità, ne rifaceva un essere >>. [da La Fugitive ]. Diversamente la tristezza è un sentimento legato ad un avvenimento preciso, suscitata da una situazione definita e circoscritta nel tempo: << La mia più grande tristezza non sarebbe stata quella di essere abbandonato dalla fanciulla preferita, ma avrei preferito immediatamente, poiché avrei fissato su di lei la totalità di tristezza e di sogno che aleggiava indistintamente fra di loro, colei che mi avesse abbandonato >> [AJFF].
O ancora nel libro “Il Teorema Vivente. La mia più grande avventura matematica”, Cédric Villani, brillante quarantenne matematico francese, descrive i suoi contributi alle teorie cinetiche e al trasporto ottimale, le riflessioni sulla natura della matematica e sul suo insegnamento, illustrando la propria entusiasmante avventura, nella fattispecie il passaggio dall’analisi alla geometria, con questa riflessione: << Mi ricordo ancora dell’ impressione avvincente, come se abbandonavo steppe aride e scontrose, per ritrovarmi improvvisamente in una specie di “paesaggio promesso” dalla ricchezze lussureggianti, moltiplicantesi all’infinito ovunque si posi la mano, per cogliere o per frugare ..: e dei mille aspetti che la forma sceglie per rivelarsi a noi, quello che più mi ha affascinato e continua ad affascinarmi è la struttura nascosta nelle cose matematiche >>.
Gabriele A. Losa
L’ombra lunga delle compensazioni bancarie e il caso Schiraldi La denuncia è arrivata come un…
In un’epoca politica dominata da tecnocrazia, linguaggio neutro e diplomazia calcolata, il presidente di El…
La Facoltà di Teologia di Lugano ha ospitato dal 4 al 6 dicembre 2025 la…
di Tito Tettamanti Ogni nazione ha un suo carattere, influenzato dal clima, dalla morfologia del…
Ecco uno dei racconti più celebri e amati di H.P. Lovecraft: “Il richiamo di Cthulhu”.…
Ci siamo imbattuti per caso nel web in questo testo; l'abbiamo trovato interessante e l'abbiamo…
This website uses cookies.