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A mente fredda, superando il panico – di Orlando Del Don

Le reazioni politiche in Ticino dopo la storica decisione della Banca Nazionale Svizzera

Tenere fredda la mente, combattere il panico: parole sante dell’amico Orlando. Bisogna tener conto del fatto che le prese di posizione dei partiti – immediate e sovrabbondanti – avevano e hanno finalità essenzialmente pre-elettorali e rispondono a un’assillante esigenza del tipo “bisogna pur dire qualcosa”. Difficile valutare quale influsso possano esercitare sul pubblico: probabilmente non grande.

Quanto alla “tavola rotonda di crisi con i presidenti di partito”, mi permetto di dire che le probabilità che essa rischi di trasformarsi in una variopinta sceneggiata… sono piuttosto alte.

Questa volta l’ho fatta grossa. Orlando mi odierà.

La decisione della Banca Nazionale Svizzera di rinunciare a sostenere la soglia minima Euro/Franco ha creato uno stato di giustificata preoccupazione – se non addirittura il panico – anche e soprattutto in Ticino. In particolare in questi giorni si è assistito a una ridda di reazioni e proposte disordinate da parte della politica e dei partiti.

Infatti PPD, PLR e PS si sono attivati in modo unilaterale e scoordinato proponendo – in modo un po’ improvvido – la loro letture della situazione e le loro soluzioni e proposte. Una reazione questa che, anche se comprensibile, non fa altro che creare ancora più confusione e panico nella popolazione e nelle istituzioni stesse!

Evidentemente questa decisione della BNS rappresenta per il nostro Cantone e per le aziende ticinesi una nuova difficile sfida. Cionondimeno questa decisione era nell’aria da tempo, anche se sempre smentita dalla stessa BNS. Del resto l’abolizione della soglia minima Euro/Franco non poteva di certo essere procrastinata a tempo indeterminato e aspettare ancora avrebbe comportato maggiori difficoltà e problemi, non solo per il Paese, ma anche per la stessa BNS.
Per le aziende di esportazioni (ma non solo), per il turismo, per il Canton stesso comincia quindi ora un periodo difficile ma, soprattutto, per coloro che in questi anni non si sono preparati a questo evento illudendosi che il sostegno artificioso all’Euro potesse continuare sine die!

Ora però, dopo l’annuncio “a sorpresa” della BNS (che una settimana prima aveva ancora dichiarato di non avere intenzione di rinunciare a questa politica monetaria a sostegno della soglia minima Euro/Franco!) ritengo sia più che mai opportuno aspettare alcune settimane per valutare e capire gli effetti che la decisione produrrà. In particolare bisognerà capire cosa farà prossimamente la Banca Centrale Europea (BCE) e, ancora, la stessa BNS, anche perché quest’ultima non è credibile abbia potuto prendere una decisione di questa portata senza prima aver preventivamente consultato e pianificato il tutto con le sue omologhe e con la stessa BCE.

In questa situazione è però necessario ora coordinarsi, fare quadrato e, pertanto, ritengo sia prioritario per il Ticino che gli esponenti della politica cantonale possano pianificare alcuni passi a mente fredda: e ciò prima di coinvolgere il CdS, nonché Berna, gli esponenti del mondo economico e sociale, ecc. Magari istituendo – questo sarebbe il mio auspicio – una tavola rotonda di crisi con tutti gli esponenti della politica cantonale e, in particolare, con tutti i presidenti di partito, affinché gli stessi, in modo compatto, si adoperino e si impegnino nell’analisi e nell’approfondimento della situazione in essere cercando di trovare poi soluzioni sostenibili e condivise … prima di passare alla loro messa in atto.

Con ciò si eviteranno interventi improvvidi e unilaterali da parte dei vari gremi attivi nel Paese e, al contempo, la politica darà finalmente prova di solidarietà, condivisione, spirito di collaborazione e di responsabilità. Sarebbe un bel segnale per il Paese e l’inizio della svolta che, in casi come questi, rappresenta la sola via d’uscita davanti alla sfida che ci attende e che, in quanto tale, potrebbe anche essere un’opportunità nuova da saper cogliere.

Dr. med. Orlando Del Don
Gran Consigliere UDC

 

Relatore

View Comments

  • perchè invece non creare "un gruppo di studio"?
    Il Ticino è particolarmente abile nel partorire questi "gruppi" che appunto avendo lo scopo di studiare non agiscono.

    • Come cantava Giorgio Gaber: "Per ora rimando il sui-ci-dio / e faccio un grup-po di stu-dio / le masse la lot-ta di clas-se i te-sti gramsciani..."

  • Di tutta questa storia una cosa mi lascia oltremodo preplesso: visto che l'abbandono del cambio fisso a 1.20 prima o poi doveva arrivare come mai nessuno a livello Cantonale (Sadis) o a livello federale (Widmer Schlumpf) Hanno pensato di elaborare uno scenario con relative misure da mettere in atto al momento dell'annuncio della BNS? Io modestamente lo avrei fatto già nel 2011, formulando brevemente: 1. E' una Misura provvisoria, non durerà in eterno. 2. al momento dell'abbandono che misure di urgenza si imporranno? Quale è la situazione del momento? Chi/come ne sarà maggiormente toccato? ecc ecc. 3. al momento dell'abbandono del cambio fisso chi comunica, cosa vien comunicato, in che modo vien comunicato.
    Evidentemente tali preparativi vanno tenuti aggiornati al ritmo imposto dall'evolvere della situazione, ma non penso sia un grosso problema.
    Queste misure si chiamano "decisioni riservate" o in tedesco "Vorbehaltene Entschlüsse", e fanno parte dell' ABC della condotta e della gestione. Possibile che a quei livelli nessuno ci abbia pensato??

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