Ascoltare, capire e agire – Intervista a Rocco Cattaneo

Cattaneo 111Cattaneo 111Nelle parole del presidente la filosofia del PLR

Giuditta Mosca ha realizzato questa interessante e pacata intervista. La pubblichiamo in parallelo con l’ultimo editoriale di Cattaneo, formulato in termini nettamente più duri.

Giuditta MoscaGiuditta MoscaAl PLR va riconosciuta una certa dose di coraggio. E’ l’unico partito ad avere presentato una rosa di candidati giovani e inediti, testimoni della necessità di rinnovare e guardare al futuro con entusiasmo. In attesa di sapere se hanno conquistato il favore dei ticinesi, questa intervista al presidente Rocco Cattaneo lascia comprendere come il partito sia unito e convinto delle scelte fatte fino ad oggi.

Giuditta Mosca   Quali sono, in ordine prioritario, i problemi più sentiti dai ticinesi, così come li avverte lei?

Rocco Cattaneo   A mio avviso, i problemi più sentiti dai ticinesi corrispondono esattamente ai temi del nostro programma: la scuola e la formazione, il lavoro, la sicurezza, la qualità di vita nelle valli e nei centri urbani. Per ognuno di questi all’interno del nostro programma proponiamo delle misure concrete – il programma si può scaricare all’indirizzo www.plrt.ch.

Il 2015 mediatico di Rocco Cattaneo: l’anno è iniziato con il silenzio stampa auto-imposto in vista della scelta del quinto candidato per l’Esecutivo. A febbraio il tema forte è invece stato la banda larga e, a marzo, i toni aspri della Lega. Il suo rapporto con i media sembra sofferto e travagliato. È solo un’impressione?

RC   Al contrario, sono soddisfatto di sapere che il nostro partito è sempre al centro dell’attenzione mediatica e questa è senz’altro un’ottima premessa per vincere il prossimo 19 aprile.

La legislatura che si sta chiudendo non è stata particolarmente felice per il PLR. Per quali motivi promuove Laura Sadis e, quali invece, sono per lei motivo di bocciatura?

RC   Direi che la legislatura che si sta chiudendo non è stata particolarmente felice per il Canton Ticino. A questo punto, a un mese dalle elezioni, non ci si può più permettere di guardare indietro.

Quali, secondo lei, le sfide della prossima legislatura?

RC   Di nuovo, a mio avviso sono i temi contenuti nel nostro programma. Il Canton Ticino deve assolutamente migliorare le condizioni quadro e darsi delle priorità: per favorire il lavoro e il risanamento delle finanze pubbliche, lo sviluppo delle infrastrutture come una rete efficiente di fibre ottiche, la scuola e la formazione… Il Ticino è purtroppo spesso nelle ultime posizioni nei vari confronti intercantonali: rimbocchiamoci le maniche!

Torniamo alla banda larga, opera importante per lo sviluppo socio-economico di ogni Paese. Perché tutta questa resistenza dagli altri partiti e, a suo avviso, cosa manca alla politica per promuovere compatta il rilancio del Ticino?

RC   Invidia partitica pre-elettorale. Immediatamente dopo il 19 aprile ritorneremo sul tema e cercheremo un dialogo con le altre forze politiche su questo tema di fondamentale importanza per lo sviluppo strategico del nostro Cantone (anche in questo contesto siamo l’ultimo cantone nel confronto intercantonale).

I cinque candidati PLR al Consiglio di Stato sono giovanissimi. L’età media dei candidati PLR è di 33,2 anni; Michele Bertini il più giovane (29 anni), Christian Vitta il meno “giovane” (42 anni). Si tratta di un caso anagrafico o il PLR punta sui giovanissimi? Come è stato valutato “il rischio inesperienza” di una simile decisione?

RC   Già in altre occasioni il Partito ha dimostrato con successo la scelta di giovani candidati. Quando il PLR ha scelto la linea del rinnovamento ha sempre conseguito risultati eccellenti. E alla fin fine ogni scelta comporta dei rischi.

Tre doti necessarie per governare in Ticino. (Tralasciando “cuore” e “orgoglio” che… ça va sans dire…)

RC   Ascoltare – capire – agire
E seguire i nostri valori – libertà, coesione sociale, progresso e senso di responsabilità – con amore, costanza e capacità di lavoro.

Il Ticino, considerata l’alta densità di infrastrutture e il tessuto imprenditoriale, ha tutti i numeri per diventare un polo europeo delle aziende ad alto valore innovativo. Questa strada però viene percorsa a bassa velocità e a fari accesi. Eppure in Inghilterra, negli USA e in Italia (tanto per citare esempi di culture diverse tra loro) le “startup” hanno creato decine di migliaia di posti di lavoro negli ultimi dieci anni (negli USA la cifra “monstre” di 500 mila, numeri ovviamente fuori dal contesto ticinese ma comunque imponenti). Non è giunto il momento di fare fruttare gli innumerevoli vantaggi offerti dal Ticino?

RC   Sì, certo. A patto che si riescano a migliorare le condizioni quadro, di cui sopra.

Il passo indietro fatto da Antonini è stato un colpo al cuore? Come lo ha vissuto lei e come lo ha vissuto il partito?

RC   È senz’altro stato un imprevisto, che durante la vita di un Partito può succedere. Non sono state settimane facili, penso comunque che il Partito abbia reagito con onore.

Che aria si respira all’interno del partito? C’è la sensazione di potere rafforzare il PLR in Parlamento e in seno all’Esecutivo?

RC   Il Partito sta marciando unito come non mai e, con i nostri candidati e con il nostro programma legislativo, abbiamo tutte le premesse per riuscire ad ottenere i risultati sperati. Abbiamo cuore, testa e gambe per vincere!

C’è qualcosa che non le ho chiesto e sulla quale avrebbe voluto pronunciarsi?

RC   Osservando la foto dei nostri 5 candidati al Consiglio di Stato, si può vedere come il PLR va incontro alle cittadine e ai cittadini ticinesi con ottimismo e convinzione: per un futuro più Ticino.

Esclusiva di Ticinolive. Riproduzione consentita citando la fonte.

 

Relatore

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  • "Il Ticino è purtroppo spesso nelle ultime posizioni nei confronti intercantonali". "Anche in questo contesto siamo all'ultimo posto nel confronto intercantonale". Sono parole tue, non mie, caro Presidente, tolte da questa tua, bella e pacata intervista. E allora non sarebbe ora, Presidente sempre caro, di lasciar

    • Egregio GS1235,
      mi permetto di segnalarle l’articolo (una sintesi appropriata) sul CdT di oggi, dal titolo (due concetti impetuosi) “Tanta moneta e poca crescita”.

      Basterebbe questo breve dire tuoriano per affossare tutte quelle velleità para-risolutorie che ci tocca trangugiare in questa pericolosamente ripetitiva campagna elettorale nostrana. Certo il Ticino è una periferia, un quartiere, un condomino, un fazzoletto politico.
      Ma almeno riflettiamo sulle cose sui cui riflettere.

      Eccoci invece soffocati (con tanto di cinguettii tecnologici) da una retorica da campagna elettorale anni cinquanta. Della serie… nulla di nuovo sul fronte cantonale. Che ti fa sorgere quasi il sospetto che a molti degli eleggibili, le vicende del mondo siano cosa astratta. O forse perché molti dei candidati vestono l’inossidabile certezza di sentirsi “liberi” e “sganciati” da “antipatici” condizionamenti planetari. Beati loro!, mi vien da dire. E che fortuna!, mi vien d'aggiungere.

      E così tanti quasi onorevoli mi sembrano proprio rassegnati al mainstream economicista. A riconoscere (in senso lato) il trionfo delle disuguaglianze, partecipare al rito deflazionistico, declamare il procedere delle bolle speculative, a subire gli introiti della finanza.

      Rassegnati a un’elettorale ricerca di uno spazio, di una collocazione, di un riconoscimento nel calderone politico-monetario. Sia ben chiaro non predico la protesta… che sarebbe esagerato pretendere, ma almeno un omaggio alla creatività, perdiana!
      Niente. Si ossequia la soggezione.

      E come dice Tuor: “Nulla sembra muoversi”.

      • Gentile Signor Kalinemo, l'articolo di Tuor non solo l'ho letto, ma lo condivido al 100%, senza togliere neppure una virgola. Le dirò di più. Non credo che ci sia un solo articolo di Tuor dallo scoppio della crisi del 2007-2008 che non abbia letto, tutti condivisi, e tutti al 100%.
        La rapina messa in atto dai ladri dell'ingegneria finanziaria (detta anche finanzcapitalismo) ai danni del risparmio (parola che significa risparmio di tutti, ricchi e poveri, per questi ultimi impoverendo le casse pensioni, e anche con l'abolizione miserabile di interessi miserabili sui loro miserabili conti in banca) è la cosa più scandalosa che abbia visto nella mia vita.
        Alla pari con lo scandalo di una politica che non ha saputo non dico fermare, ma almeno ostacolare i ladri. Impuni e anche osannati, visto che sono capaci, con i sanguinamenti della loro fronte (parlare qui di sudore sarebbe improprio), di guadagnare anche più di un mio al mese, la miseria di 33'000 franchi al giorno. Una miseria per rapporto al genio che mettono a nostra disposizione, purtroppo solo quando va bene.
        Quando va male, a noi chiedono solo pochi soldi, una quisquiglia, per porre riparo ai danni che hanno provocato.

        • Prima di tutto grazie per la cortese replica.
          È proprio della “genialità” messa a disposizione "solo quando va bene” che mi preoccupo.
          Cioè, mi preoccupa il fatto che la politica si aggrappi esclusivamente all’ingegneria del… “quando va bene” (spacciandola per paradigma del successo garantito) e dimentichi, trascuri (nasconda) le responsabilità ingegneristiche del finanzcapitalismo "quando va male". Come si sta facendo dal 2008 in poi. Lo si fa ridicolizzando o accusando di estremismo politico (con la complicità dei media “mainstream”) ogni ragionevole dissenso. Brillante la famosa battuta di Hélder Camara che suona più o meno così: “ Se dai un pezzo di pane ad un povero ti danno del santo, se lotti affinché ogni povero abbia un tozzo di pane ti danno del rivoluzionario”.

          • Teologia della liberazione?
            PS. Non dimenticare che ho conosciuto PERSONALMENTE Mario Capanna.

          • Nel 1999 uscì un libello... laico di Alain Touraine,
            poi tradotto in italiano dal titolo
            … liberatorio: “Come liberarsi del liberismo”.

            Se per “liberazione” intendiamo, come Touraine

            il “liberarsi dal liberismo”
            … il tutto torna.

            Perfino oltre la… teologia.

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