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La scuola deve ritrovare i suoi valori – di Nicholas Marioli

 Marioli xMarioli xIl tema della scuola è sempre di attualità, riguarda le famiglie che sono la ricchezza e il motore della nostra società. Il degrado degli usi e dei linguaggi è sotto gli occhi di tutti, prova ne è la mancanza di rispetto da parte di parecchi giovani verso le istituzioni e la quiete pubblica. Purtroppo non tutti i giovani riescono a trovare la propria strada e tanti finiscono per rovinare la propria vita, pesando inevitabilmente sulla famiglia e sulla comunità tutta.

Una delle principali cause è la totale mancanza di disciplina e di valori; se questi non possono essere trovati in famiglia devono essere rispettati verso la comunità e nei confronti delle istituzioni.

Bisogna far rivivere il vero spirito della scuola, garantendo ai docenti di poter manifestare la propria autorità. Servono misure concrete. Propongo che il sistema scolastico ticinese preveda la bocciatura automatica in caso di nota insufficiente nella condotta-applicazione. Questa nota non viene considerata abbastanza. Approccio totalmente deleterio se pensiamo che dovrebbe rappresentare le migliori e principali qualità di ogni studente; ovvero l’impegno per la propria formazione, il rispetto per i docenti e gli altri allievi. Caratteristiche fondamentali anche nel mondo del lavoro.

Nicholas Marioli
Candidato in Gran Consiglio per la Lega dei Ticinesi

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Relatore

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  • In questa campagna elettorale, salvo qualche lodevole eccezione, si avverte l'estrema ritrosia nell'affrontare il tema della scuola. Chi ha retto il Dipartimento per 64 anni dovrebbe pur vedere la situazione, valutare, e coerentemente esprimere qualche parere critico sull'oggi problematico. Insomma distanziarsi in primis e apertamente da un'evoluzione che fa dire al popolino che la scuola ticinese è fallita, perché pretende di orientare gli allievi quando fa di tutto per rendere aleatorio un tale orientamento. E' giusto affermare che le scelte formative vanno fatte a quindici anni e non a tredici con i famigerati livelli (che spingono ineluttabilmente verso il Liceo e comunque verso studi astratti e non apprendistati). In tale prospettiva di ripensamento ci vuole tuttavia un correttivo veramente serio e lungimirante, per evitare che le materie di serie B siano trattate come le figlie della serva.
    L'interrogativo principale è comunque un altro, e non sarà risolto da seppur beneintenzionati orientatori: il programma scolastico della scuola media è a misura di allievo? E lo sarà meglio con la "scuola che verrà"? Perché in tale ambito si fa un patto con il diavolo: noi promettiamo di venire incontro ai ragazzi e alle loro esigenze all'interno delle classi, inclusivamente ed eterogeneamente. Tutto bello il fiore all'occhiello, ma quando sorgeranno le difficoltà e si constaterà che l'equazione è senza soluzioni pratiche, si dirà semplicemente: noi abbiamo tentato. Salvo poi a dire che ci vorrà una ennesima nuova scuola, dopo quella che sarà venuta.
    Per finire: il docente non ha bisogno di veder confortato il proprio autoritarismo, ma la propria autorevolezza. Non per niente si diceva una volta che l'insegnare era fra le quattro o cinque professioni veramente fondamentali per la società. Politici, accorgetevene una volta tanto, perché non siete i soli a reggere l'universo.

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