Come sia andata a finire la faccenda lo sanno tutti. Che la Fifa, in un mondo corrotto fin sopra i capelli, fosse corrotta, lo sapevano tutti, e che Blatter si sia tenuto a galla per 5 elezioni presidenziali grazie alla conoscenza di casi di corruzione è più che probabile, ma che siano proprio gli USA, padri e padroni di un finanzcapitalismo che è l’emblema della corruzione internazionale, a voler porre riparo è poco credibile. Più probabile è che per gli Usa non fosse più tollerabile che un semplice svizzerotto potesse continuare a presiedere un ente come la Fifa, che maneggia fior di miliardi e discute da pari a pari con governi e presidenti. Concedendo magari anche un Campionato del Mondo ad un paese, come quello di Putin, che gli USA sommergono di sanzioni dopo averlo aggredito, per interposta Nato, in Ucraina.
* * *
Charles Pasqua lo ricordo con grande simpatia, dopo averlo ammirato sin dagli anni 70-80. Grande oratore e dibattitore, era abituato a parlar chiaro, a differenza dei molti e troppi politici “mezze calzette” che ciarfugliano vanamente nel tentativo di piacere a tutti o aprono bocca solo per nascondere quel che credono di pensare. Ascoltarlo era per me un piacere, secondo quale oratore solo al grande, grandissimo Jean Louis Tixier-Vignancour, indimenticabile antagonista di Charles de Gaulles in una campagna elettorale per la Presidenza del 1965 e ancor più celebre difensore del generale ribelle in Algeria Raoul Salan, nel 1962, dopo la fine della tragica guerra di Algeria.
Il 4.9.1992 (Wikipedia, do per buona la data senza esserne sicuro) il popolo francese fu chiamato alle urne per decidere se la Francia dovesse o no accettare il trattato di Maastricht, in pratica restare o uscire dalla Comunità europea. 3 o 4 giorni prima ebbe luogo il dibattito decisivo alla televisione. Di fronte stavano da una parte François Mitterrand, presidente nazionale, in carica dal 1981, quando aveva scalzato dal seggio ministeriale un Valéry Giscard d’Estaing che ricordo come figura aristocratica nell’aspetto e nel comportamento, ma scialba e debole debole nell’azione politica, e dall’altra Philippe Séguin, presidente della coalizione partitica avversa a Maastricht. Mitterrand era, e tale rimane nella storia, un animale alpha, dibattitore pericolosissimo per l’antagonista, dotato di intelligenza superiore e di cinismo terrificante, finto socialista, con nei cromosomi i geni del tradimento, come la nostra Giuda in gonnella, tanto per farmi capire. Nei suoi dibattiti (ne ho visti e sentiti in quantità) infilzava l’avversario sullo spiedo e poi lo cucinava a fuoco lento. Philippe Séguin era un animale della seconda metà dell’alfabeto greco, non dirò un omega (la nostra “z”), ma un qualcosa tra lambda e sigma, come dire le nostre “l” e “s”. Timido, impacciato e malsicuro. Per settimane nella coalizione da lui capeggiata si era discusso se incaricare del dibattito Séguin o Pasqua. Alla fine, come spesso accade nelle decisioni politiche, noi svizzeri ne abbiamo un fulgido esempio con la cacciata di Blocher, a prevalere furono gli invidiosi che non volevano Pasqua, l’unico politico francese di quei tempi in grado di fronteggiare con un minimo di efficacia Mitterrand. Finì così che quest’ultimo ebbe il ruolo del gatto sornione ma fornito di unghie acuminate, Séguin quello del topolino o, a mio modesto parere, di un pulcino caduto in un torrente.
Con il 50,1% di sì la Francia aderì a Maastricht, con il 49,9% di no la Francia dovette democraticamente sorbirsi l’UE. Sono assolutamente certo che se a quel drammatico e decisivo dibattito al posto dell’infelice Séguin si fosse trovato Charles Pasqua l’UE non sarebbe diventata quel che è, purtroppo, diventata.
Questo mio modesto scritto vuol essere un omaggio ad un uomo che per essere stato di destra non ha ricevuto che una minima parte dei riconoscimenti che avrebbe ampiamente meritato. A riceverli, oltre che a meritarli, sono solo gli esponenti del sinistrismo illuminato e progressista, sempre politicamente corretto, e, se non si può farne a meno, le mezze calzette della destra. I risultati del loro operare li abbiamo sotto gli occhi, in Europa come nel mondo.
Gianfranco Soldati
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… «L’impressione resta quella che è già da anni: gli USA possono permettersi quello che vogliono, e le autorità europee in genere e quelle svizzere in particolare, calano le brache. Le parole saranno volgari, ma la realtà è questa.»
{L’ha già vista la bella la vignetta di Altan in copertina de “il Venerdì” di questa settimana?}
Caro Dottore,
il calar di brache della “società civile” davanti ai potenti è un fenomeno antropologico iniziato da un pezzo. Antico come il mestiere… più antico che si conosca. (Il paragone sarà volgare, ma la realtà è questa;)
A proposito di Francia, e per inciso, Le propongo (di recente attualità) la faccenda della spiaggetta pubblica nelle Alpes-Maritimes. Spassosa , ma con serie implicazioni, appunto relative perdita di autorità della famosa “società civile”.
Digitare: La Mirandole/Vallauris/signantures.
Tuttavia abbandonerei (proprio l’attimo di un post) la “grande” dominazione geopolitica planetaria per riflettere (anche/soprattutto) sul concetto di quella “moderna strisciante dipendenza” descritta nella prima parte dello zibaldone. Che non è solo politica ma anche, mi spiace dirlo… soprattutto informativa. E non vale esclusivamente per gli… States
Cominciamo col termine “narrazione” anche perché, come da tempo sappiamo, non esistono i fatti. Vi sono solo interpretazioni. L’informazione è diventata “narrazione”. E così pure nel nostro piccolo non resta altro “recital” se non quello di assicurare una “valorosa” ed elvetica accettazione dei mercati. E implicitamente dei vari accordi bi-tri-laterali con… il consenso di Washington e anche quello di Lisbona; poi il TTIP con l’AELS, dagli Erasmus fino ai GATT. E via elencando. E le interpretazioni, comunque siano, devono tener conto della fatale onnipotenza strategico-redditocratica. E, per forza di cose, di chi la possiede. Questo è il dato di… fatto.
Quindi mi risulta impossibile (sempre a mio parere, intendo) chiedere perfino ai media di essere indipendenti. Perché è a (quasi) tutti ovvia l’impossibilità dell’indipendenza. Poi chi ti dice che anche qui nell’angusto sopra/sottoceneri non vi siano “tusitala convinti” della/dalla causa. Convinti redattori della “narrazione egemonica”. Per “impegno” o, magari, solo per ghiribizzo biografico: “normalizzatori” per (quasi) scelta. I nostri Agenti a l’Avan… guardia.
Che ne sappiamo?
A ben pensarci non è neppure così necessario un narratore normalizzante. Già l’assuefazione somministrata ad “medium” produce inconsapevoli proseliti.
Un cucchiaio al dì d’intrattenimento quotidiano obnubilante basta e avanza.
Tanto gossip, un po’ di formula uno, due cover, tre serial coi cattivi da una parte e i (soliti) buoni dall’altra; il tutto proiettato da bulimici schermi catodici. Con o senza cànone aggiunto. Un… mega programma ben strutturato per ben plasmare le menti verso un libero e… unico pensiero. Senza dimenticare la carta stampata.
Intere foreste abbattute… in nome del consenso.
Redditocratico.