Il pensiero del giorno spetta ad Amanda

“Non ho la bacchetta magica, non ho soluzioni a portata di mano, sono solo una persona che ha avuto la fortuna di nascere e crescere in un Paese tra i più ricchi del mondo e di non vivere mai la disperazione delle guerre e dell’incertezza sulla mia pelle…. Ma mi da [dà] fastidio, terribilmente fastidio, questo accanimento contro le persone che fuggono, contro i migranti, contro i singoli. È il sistema che fa schifo, non da oggi, non da ieri…. La Situazione odierna non è altro che la logica conseguenza di un mondo cresciuto in modo sconnesso, malsano, con tante, troppe, cose gestite unicamente da una logica basata sugli interessi e non nella Ricerca del benessere dei popoli. Pubblicare le foto dei morti risolve il problema? No, ma puó aiutarci a riflettere… A capire che non dobbiamo costruire muri protezionistici e farci governare dalla paura! Non è chiesto a noi piccoli cittadini di sentirci personalmente in colpa per la Situazione, ma magari la capacità di guardare un po’ oltre il nostro orticello, studiare un po’ la storia e di comprendere quanto schifo c’è nel sistema, quello sì!”

* * * * *

Questo, parola per parola, il post di Amanda pubblicato su Facebook. L’ho trovato mediocre, politicamente corretto e scontato. Non voglio certo farne un dramma o una questione di stato. Mi sono limitato a scrivere: “Amanda, il tuo compitino l’hai fatto. Non era il massimo ma insomma.” Si potrebbe definire: un’espressione di blando dissenso, nulla di più.

Risposta piccata: “Siamo in un paese libero”. Ma, gentile Amanda, proprio per questo immagino di poter dire la mia. Non ci avevi pensato? (Non si pensa mai a tutto)

Al di là di ciò, che cosa non va (secondo il mio libero giudizio) nel “compitino” di Amanda? Io direi senza esitare: quello “schifo cosmico a buon mercato” contro il quale nessuno potrà mai obiettare. La Siria, la Libia, la guerra, la fame, i passatori, l’Ucraina, i vietnamiti che mangiano i cani (Galimberti), la tratta di esseri umani, i mercanti di morte, il governo ungherese “fascistoide” (dr. Cavalli), i “neonazisti” che fanno imbestialire  Anghela, eccetera eccetera eccetera. Eccetera eccetera eccetera.

Mi sono permesso di esplicitare (parzialmente) lo SCHIFO PLANETARIO che tu sintetizzi (Tacito non era che un dilettante) nella pregnante espressione “quanto schifo”.

È tutto (troppo) a buon mercato, Amanda. Per illustrarti la mia idea ti faccio questo esempio. Supponi che io, nel bel mezzo di una sala affollata all’inverosimile, mi alzi in piedi esclamando a gran voce: “I politici sono dei delinquenti e delle merde”. Sarei letteralmente sommerso dalle approvazioni. Boati. Esultanze. Gli uomini mi colmerebbero di pacche sulle spalle, le belle ragazze mi bacerebbero (questo già non sarebbe male).

E quando scrivi la tipica frase politicamente corretta (alla Carlo Interim Lepori, per intenderci): “Non dobbiamo costruire muri protezionistici e farci governare dalla paura”. Posso almeno domandarti se, nelle tue intenzioni, questo implica che possa “entrare” chiunque, che possano entrare tutti? È importante saperlo.

ADDENDUM. Quanto alle foto dei morti, non sono cosa tua e lo so. Dico soltanto che quando uno – senza riflettere, senza criterio e, soprattutto, senza rispetto – pubblica certe foto strazianti e poi ti guarda con l’aria di dire “Questo è il mio messaggio politico, non sono forse un grande politico?” farebbe meglio a fermarsi un momento a pensare. Magari bersi un caffè.

“Con le mie foto io dimostro che”. Qualcosa lo dimostri, è sicuro.

POST SCRIPTUM. A differenza della neomamma, del calciatore nauseato e del buon Caimi, io ho – più d’una volta – votato per te. Te lo confesso candidamente.

 

Relatore

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  • A proposito delle foto dei morti, senza entrare nel merito della montagna di banalità che ci propone la simpatica Amanda, come non ricordare la reporter di Euronews che, messasi alla ricerca di Gheddafi (correva la voce della sua prematura scomparsa) ebbe la sfortuna di "imbattersi in 3 cadaveri privi di vita"? Non ha esibito foto a prova del suo asserto, ma a noi era parsa degna di fede.

  • Non è tanto la prosa della sig.ra Rückert (che non ho mai votato) che mi sorprende. Sì, è magari facile trovare da ridire del suo “j’accuse” geopolitico, economico ed esistenziale legato alle vicende migratorie planetarie.

    Certo si posso riesumare -per tentare di controbattere- tutti ripensamenti già espressi sui mali del mondo, iniziando dalla difesa del debole e della giustizia nella civiltà sumerica, passando per l’àpeiron di Anassimandro, oppure attraverso pensatori rinascimentali, scorrendo la letteratura ottocentesca, per finire con Michel Thomas, in arte Houellebecq.

    Ma la sig.ra Rückert dice una semplice verità. Proprio così, come la intuì il ragazzo della storiella dell’imperatore.

    In effetti una certa destra politica (ed economica) questo discorso non lo vuol sentire, manco per sogno, perché per poterlo assumere, dovrebbe rovesciare totalmente il suo paradigma ideologico. Dovrebbe respingere il dogma della «fatalità divina», quello delle «meritorie» e «incentivanti» diseguaglianze, per finire poi col primato culturale occidentale, e via discorrendo.

    Ma le cose, in realtà stanno così. Proprio come dice l’avvocata leghista: gli interessi della meschina pecunia dei pochi, scavalcano bellamente quelli dei Popoli.
    Nella più sordida e condivisa ipocrisia.

    Il lato opaco del finanzcapitalismo predatorio (Fazi) e parassitario (Bauman) figlio del «gene egoista» (Dawkins) ci presenta il conto.

    Porsi la domanda, di quanti fuggitivi lasciar passare oggi, senza considerare e soprattutto voler agire su quanto detto anche nel post della sig.ra Rückert è tragicamente patetico.

    • Ti voglio stupire. Secondo me in certe situazioni l'eccesso di cultura nuoce. Se dicessimo, come lo sanno fare le persone semplici:

      O troviamo il modo di DIFENDERCI oppure la nostra società sarà DISTRUTTA ?

      Non sarà molto fine ma è quasi meglio della "Critica della ragion pura".

      • Per difendersi occorre ci sia qualcuno che attacchi: da dentro un camion bollente o un gommone fetente, la vedo dura qualsivoglia tipo di attacco.
        Sulle società "distrutte" mi permetto un invito alla calma (almeno dialettica): le società si sono evolute, mescolate, a volte sono cadute, e ne sono sempre risorte di nuove; davvero auspicate l'immutabilità sempiterna delle cose e degli usi?

        • No, non auspichiamo "l'immutabilità sempiterna delle cose e degli usi" ma temiamo il precipitare nel caos, che non sarà un disordine cosmico ma prelude sempre a distruzioni più o meno vaste.

          • Davvero l'arrivo di qualche milione di profughi all'anno in un continente che gode del più basso tasso di natalità del pianeta è preludio di distruzione e caos? E costoro secondo voi da cosa scappano, se non dal caos che, volenti o nolenti, abbiamo anche noi contribuito a creare?
            Siamo tutti sicuri che il "precipitare nel caos" non sia dettato tanto dall'arrivo di una massa di profughi quanto dall'aver costantemente e sistematicamente ignorato le cause che hanno portato alla necessità, da parte di queste persone, di abbandonare la propria casa?
            Per quanto vogliamo ancora gettare la spazzatura nel giardino del vicino e lamentarci poi perché sentiamo la puzza?

          • Egregio Signor David, mi dica quale tipo di spazzatura noi gettiamo nel giardino del vicino e quale puzza ci rifiutiamo di sentire. Veda, io parecchi anni fa ho avuto la fortuna di visitare la Siria e faccio i debiti confronti con quello che vediamo oggi. Non credo che il caos attuale, almeno laggiù, l'abbiamo creato noi europei. Transitando con il torpedone sulla via di Damasco vidi in un campo vicino un paio di aguzzini che con delle fruste stavano caricando di botte un gruppo di donne che lavoravano sotto il sole cocente. D'altra parte, proprio a Raqqa (sa, quel famigerato luogo dove oggi si tagliano teste e si rinchiudono povere vittime in gabbie per destinarle al rogo) noi abbiamo avuto (allora) un'accoglienza bellissima. Come pure a Palmyra dove siamo stati addirittura accolti dall'allora Direttore del sito archeologico, che come le è noto ha avuto recentemente le non certo tenere attenzioni dell'ISIS.
            Veda, le vicende di oggi non le ignoriamo affatto, come non ignoriamo i drammi di popolazioni che non solo in Siria ma anche in Iraq e in Libia hanno subito o stanno subendo la depredazione o la distruzione della propria casa, l'uccisione da parte magari di soldati-bambino istruiti all'uopo.
            E lei pensa che sia facile per l'Europa accogliere milioni di profughi, istruirli, dar loro un lavoro, farsi capire da loro e far capire come desideriamo vivere?
            Ormai sono anziano, lei è probabilmente giovane. Faccia una cosa, scriva all'ONU, all'UNESCO, al Consiglio d'Europa e al Parlamento europeo se vuole. Il tapino che non fa parte di queste organizzazioni non riesce a capire se i Grandi della Terra sono padroni del caos o lo vogliono fomentare.
            Finisco con una banalità: sono problemi difficili. Ma se lei ha la soluzione, si faccia avanti. Rispettosi saluti.

          • No, non credo di avere soluzioni (specie quelle infallibili), ho posto delle domande, proprio per trovare una soluzione, che ad oggi non esiste. Non esiste poiché, come d'abitudine, i problemi vengono affrontati con occhio solamente agli effetti, raramente alle cause.

            Lei cita la siria ed un bellissimo esempio di come, anche senza intervento occidentale, i locali possano barbaramente ignorare il diritto alla vita. Ma davvero vogliamo credere che l'operato delle diverse cancellerie occidentali in questi anni sia stato totalmente ininfluente nel sostenere l'attuale regime? Il terrore che attualmente dilaga nella regione non è forse causato da organizzazioni che spesso e volentieri utilizzano metodi di guerriglia e psico-guerra appresi oltre oceano da prodi istruttori a stelle e strisce?

            Non dimentichiamo poi, che al momento non sono unicamente i siriani a giungere in europa, quanto diverse popolazioni provenienti da diverse parti del pianeta.

            Volendo evitare di rimarcare come sia ipocrita, da parte di un popolo che in passato ha dovuto ricorrere all'emigrazione, voler erigere muri per ostacolare l'immigrazione altrui; mi limito ad osservare come molte di queste persone sfuggano da realtà spesso insostenibili, dove, spesso e volentieri, si ritrovano a dover sottostare a regimi sostenuti indirettamente dai paesi "occidentali". L'esempio dell'africa è illuminante: alle nazioni colonizzatrici sono subentrate le multinazionali, che sostenendo i governi "più collaborativi" si sono potuti assicurare le diverse ricchezze presenti. Dove non c'era nulla da depredare, abbiamo esportato il peggio della nostra società: oltre il 90% dei rifiuti elettronici finisce diviso tra Benin, Costa d'Avorio, Ghana, Liberia e Nigeria: mentre in molti paesi africani, in luogo di fornire acqua e strutture necessarie per purificarla, coca cola e the freddi imbottigliati, costituiscono l'UNICA fonte di approvvigionamento idrico.

            Ora, supponendo lei sia ticinese o quantomeno risieda nel cantone le chiedo: come reagirebbe all'eventualità che il consiglio di stato svenda le ricchezze del cantone a società transnazionali per il profitto di pochi ed impoverendo la società?
            Se, in aggiunta a questo, le venisse impedito di mostrare dissenso, le venisse rubata la terra, uccisi amici e familiari, forse non cercherebbe "fortuna" altrove?

            Intendiamoci: le migrazioni sono fenomeni naturali esistenti da quando esiste l'uomo (e non sono nemmeno prerogativa della nostra specie), non è combattendole che si risolvono i problemi, quanto comprendendole ed imparando a gestirle. Se nel contempo si riuscisse ad evitare di scatenarle, probabilmente molte popolazioni sarebbero ben contente di restare a casa propria.

          • Possiamo anche, eroicamente, accettare che l'INFELICITÀ del mondo distrugga NOI.

            Questo sembra essere il David-pensiero.

          • Beh, cosa dovrei rispondere a un'argomentazione esauriente e penso definitiva (di cui in ogni caso la ringrazio)? Lei dice che non ha soluzioni, però mi fa capire che le cerca ponendo domande e chiarendo che vanno cercate le cause, non solo gli effetti. E' un magnifico discorso, a cui peraltro non siamo nuovi. Se le immagina le forze dell'ordine ungheresi che invece di affrontare in qualche modo i migranti rispettando i trattati e le leggi, facessero un bel "summit" per analizzare le cause? Questo è il dramma e possiamo solo rallegrarci di non essere alla testa della polizia ungherese.
            Poi, riferendosi ai rifiuti elettronici, lei dice che "abbiamo esportato il peggio della nostra società". E pensare che mi illudevo di aver fatto il necessario andando a deporre questi scarti all'Ecopunto. No, avrei dovuto sorvegliare meglio il processo susseguente, se necessario prendere l'aereo e recarmi nei Paesi che lei cita per verificare in quale modo nefando vengano ivi dirottati e impiegati gli scarti medesimi, con un indubbio profitto per chi è "del bel numero". E magari prendere per il cravattino i colpevoli di tanto scempio.
            Come reagirei all'eventualità che lei ipotizza? Veda: il nostro Cantone di ricchezze da svendere non ne ha molte. Fino a pochi decenni or sono c'era povertà: la gente se la cavava un po' con l'agricoltura, un po' con il turismo d'élite e un po' con il commercio. Poi abbiamo visto il "boom" delle banche, la moltiplicazione delle scuole, il benessere fittizio. Mi dica lei cosa è rimasto. Ma meglio ancora lo chieda ai professoroni dell'USI e della SUPSI, non tanto per sviscerare le cause ma per vedere ciò che si può fare. Finora ci hanno detto soltanto che abbiamo la "materia grigia".
            Quanto a me, non avrei nemmeno molto tempo per cercar fortuna altrove. Le esprimo solo un desiderio: che l'avvenire del Ticino non diventi la fortuna dei becchini.

      • Caro Jack, tutti sappiamo che non sei una persona semplice e sei pure munito di ottima cultura. Tuttavia il mio post era pure di una semplicità evidente. Come semplici i concetti espressi nel post dell’avvocata leghista. Quindi non capisco il tuo desiderio di semplificare. Che cosa poi sia una persona non semplice… non è semplice da definire. Tuttavia non semplificherei sempre le cose.

        Che la nostra civiltà stia subendo una storica trasformazione è evidente. Che la trasformazione è determinata da forze economiche preminenti è pure evidente. Che le migrazioni siano il risultato e non la causa mi pare limpido. Che l’essere umano, vittima di penalizzazioni, cerchi con tutti i mezzi di migliorare la propria esistenza, fuggendo dalla condizione penalizzante, appare addirittura elementare. Che il mondo “civile” occidentale sia totalmente impreparato perché concentrato sulla difficile lotta fratricida per il mantenimento della (poca/tanta) ricchezza immediata, lo dicono in molti. Che la grande ricchezza preminente e circoscritta, (delle rivoluzioni migratorie popolari, delle lotte fratricide, delle competizioni tra umani per mantenere un po’ di dignità) "non sia molto preoccupata" perché tanto vive al di sopra delle parti, lo pensano (senza dirlo) tutti. Quindi i popoli pagano un prezzo. Talvolta molto alto.

        Ti consiglio la visione di un film. Parla della prima guerra mondiale. Conflitto che molti ritengono (lo dico con tristezza e amarezza) sia stato un massacro inutile (26milioni di morti, metà civili e 20milioni di feriti). Narra della vita (la morte) in trincea. Parla pure del cinismo irresponsabile dei comandi superiori sfoggiato nei salotti dell’aristocrazia militare. Parla pure dell’eroismo della truppa, confrontata con la quotidiana lotta per la sopravvivenza e della sofferenza sentita (lecitamente) come ingiusta.

        Il titolo: Orizzonti di gloria.

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