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Un frammento di Pinoja-pensiero, con le chiose e le schegge di Jack the Ripper

Che senso ha mandare a Berna rappre­sentanti coi quali molti sono in sinto­nia solo su temi secondari o per legami di famiglia e tradizione poli­tica, quando non rappresentano in alcun modo il Ticino, ogni volta che abbiamo a che fare con temi di portata gigantesca, come i rapporti con l’Unione europea, la gestione dell’im­migrazione, il controllo dei confini e la tutela degli interessi nazionali?

Che senso ha votare un politico su cui si è magari d’accordo con l’apertura domenicale dei negozi, la riforma del sistema pensionistico o la gestione della cosa pubblica, quando si è lon­tani anni luce su temi in grado di cam­biare equilibri e assetti sociali come il numero di immigrati?

Jack  Uno dei problemi cruciali di questa tormentata elezione è il problema della sincerità. Perché i partiti e i candidati non dicono lealmente all’elettore ciò che intendono fare e ciò che si apprestano a fare? La risposta più comune che si dà a questa domanda è: non possono. Perché, se parlassero, la loro sconfitta sarebbe assicurata.

Una volta il grande Nixon (che fece una bruttissima fine) accennando a un suo avversario disse: “Quell’uomo… non farà mai carriera in politica. È incapace di mentire”.

Accendo quasi sempre la radio alle sette per sorbirmi l’immancabile raffica di disgrazie quotidiane, ma alcuni giorni or sono (avevo fatto tardi la sera) la accesi alle sette e mezza. C’era Abate, era in onda. Rispose diligentemente a tutte le domande. Quando si giunse all’ultima – che l’intervistatore fece quasi scusandosi e qualificandola, se ben ricordo, di “tormentone”: “Sosterrà la rielezione di Widmer Schlumpf?” rispose: “Probabilmente EWS non andrà neppure in votazione**. Ma se accadesse, in presenza di una valida alternativa (plausibile, accettabile,… ?! non ricordo le parole esatte) … voterei l’alternativa.”

È significativo osservare che la situazione è tale che neppure l’on. Abate si arrischia a dichiarare il contrario. Dopo tutto è il Ticino che lo deve (ri)mandare a Berna.

(**) L’on. Marco Romano, con il quale ho avuto un interessante scambio di opinioni in quel di Tesserete, ha fatto uso dello stesso argomento (si vede che piace, è diventato di moda): “Quella in votazione non ci arriva nemmeno.” Vorrei esserne certo quanto lui!

Scommetto che Lombardi parla allo stesso modo, tale e quale. Rende le cose mooolto più facili.


L’ho incontrata in via Canova, che è un po’ il suo regno, il suo territorio. Era indignata (penso a causa del sondaggio). “Non si può credere. Dopo tutte le votazioni, i plebisciti, il 9 febbraio… manderanno a Berna… un secondo socialista?”

Trattasi del Folgorato sulla via di Damasco. Io personalmente non ci credo.

L’indignazione non si placa, è un fiume in piena. È il momento di trovare le parole giuste, e allora dico: “L’elettore ticinese ha una doppia personalità. Dottor Jekyll e mister Hyde”.



Relatore

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