Le frontiere chiuse e il clima di terrore – Partito Socialista

Mi domandano (spesso): perché pubblichi i comunicati del PS ? Rispondo: “Perché voglio dare il mio contributo affinché la gente sappia che cosa pensano i socialisti”. Non riesco a convincere tutti, ma poco importa. Tanto faccio sempre a modo mio.

Non tutti sono laureati in Fisica nucleare o in Lettere runiche. Ma la gente, diciamo pure la “gente” comune, ha un buon senso e un’intuizione che le permettono di non farsi facilmente ingannare e che costituiscono la sua naturale difesa. Vede gli eccessi, le storture; sente il pericolo. Di fronte a una retorica anche brillante arriccia il naso e manifesta una salutare diffidenza.

Secondo me la domanda che assilla e tormenta i socialisti è: “Perché i populisti [che essi ferocemente disprezzano dall’alto delle loro lauree ma che non è detto che siano al 100% analfabeti] sono vincenti mentre NOI siamo perdenti?”

Non troveranno (ritengo) MAI la risposta, e questo per i loro avversari costituisce un enorme vantaggio.

Il Partito Socialista esprime tutto il suo sconcerto e la sua preoccupazione per la risposta che il Consiglio di Stato ha dato a un’interrogazione della nostra deputata al Gran Consiglio Lisa Bosia Mirra.

Il Presidente del Governo Norman Gobbi in un’intervista dello scorso giugno alla NZZ dichiarava: «Se l’afflusso di rifugiati che giungono dall’Italia continua, dobbiamo chiudere temporaneamente le frontiere, è il solo modo per la Svizzera di esercitare pressione sui paesi che non rispettano i loro obblighi». Aggiungendo anche che «dobbiamo dare un segnale, fermare i clandestini alla frontiera sud per rispedirli indietro». «Rispedirli», proprio come quando compri un vestito on line ma poi lo rispedisci perché scopri che non ti piace veramente oppure che non è della tua misura!

Tra le varie cose, Lisa Bosia Mirra chiedeva anche se fosse «opportuno fomentare la paura dei profughi nella popolazione quando la quota di richiedenti asilo, rifugiati riconosciuti e ammessi provvisoriamente complessivamente non supera l’1% della popolazione residente».

Sconcertante, appunto, la risposta del Governo, il quale ritiene che «le preoccupazioni espresse dal nostro collega [Gobbi] lo scorso mese di giugno, sull’impatto di questo fenomeno sul nostro Cantone apparivano legittime».

E ancora più sconcertante l’interpretazione della stampa ticinese della risposta del Governo: «Ritenuta ‘legittima’ la richiesta di chiusura temporanea delle frontiere dello scorso giugno» [CdT online di oggi]. Se il Governo condivide le preoccupazioni, da nessuna parte nella sua risposta all’interrogazione dichiara di condividere le proposte di Gobbi.

Ma dichiarare legittime le «preoccupazioni» di Gobbi è già troppo! Significa che è giusto fomentare la paura! Ecco cosa ci sta offrendo la maggioranza leghista del Consiglio di Stato e quella parte di Governo ormai appiattitasi su posizioni palesemente di destra: un clima di terrore!

Noi socialisti non ci stiamo e a questa esasperazione della paura rispondiamo con i valori democratici e repubblicani che hanno fatto la storia del nostro Paese. Non sarà l’oscurantismo a salvare il Ticino e noi non permetteremo che l’oscurantismo vinca. Non è ispirandosi alle brutte esperienze europee del secolo scorso che si risolve la tragedia umana che stiamo vivendo.

Uomini, donne e bambini mettono a repentaglio la propria vita per fuggire da Paesi in guerra dove hanno perso la casa e ogni possibilità di sopravvivere e rischiano la loro vita per la speranza di vivere e di offrire ai loro figli un futuro. Di fronte a questa tragedia non possiamo alzare muri e chiudere gli occhi, non possiamo restare indifferenti.

Il mondo occidentale ha delle responsabilità storiche nei confronti delle popolazioni che oggi fuggono dalla guerra. È ora di assumerci le nostre responsabilità e di fare tutto il possibile affinché la tragedia finisca. Nel frattempo abbiamo il dovere di aiutare chi, non per colpa sua, è nato in un angolo disgraziato della Terra.

Carlo Lepori e Adriano Venuti


Relatore

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