Questo articolo è in verità imbarazzante (ma noi lo pubblichiamo lo stesso). Perché accusa molto apertamente i fautori, lo stesso Governo federale e larga parte del mondo politico di disonestà intellettuale.
È un’arma potente, questa, nelle mani degli oppositori, che sembrano ardere di un sacro fuoco. “Siete bugiardi, siete imbroglioni, NON vi crediamo!”, esclamano.
Per lo schieramento “progressista” la votazione del 28 febbraio riveste un’importanza immensa. Esso vi intravvede la chance di cogliere – dopo anni di magri successi – una vittoria spettacolare.
* * *
Ma la domanda il 28 febbraio è un’altra. È: “Sei d’accordo che costruiremo due tubi, ma useremo solo una corsia per direzione?” Se tu vuoi due corsie per direzione, ma dici di SÌ alla domanda posta, dici una cosa contraria alla tua opinione.
È imbarazzante che un cittadino svizzero, adulto e responsabile, si trovi a votare camuffando la propria opinione. Siamo in democrazia. Ognuno ha un voto. Se qualcuno vuole raddoppiare le corsie, magari perché crede che così diminuiranno le code, ha tutto il diritto di promuovere questa proposta. Ma il 28 febbraio si vota su una solenne promessa di NON aumentare la capacità di transito.
È un’astuzia indegna di un paese con una seria tradizione di democrazia. Un’astuzia per ingannare chi? Gli altri cittadini? Se stessi?
Una pericolosa banalizzazione, una manipolazione del processo democratico. In Svizzera sono i cittadini, il sovrano che decide. Che valore può avere una votazione che gli stessi cittadini ritengono non veritiera? La grande maggioranza dei votanti, sia favorevoli che contrari al raddoppio, ammettono che la proposta non è credibile.
Tu ci credi? Il tuo voto è sincero? Stai esprimendo onestamente la tua opinione sulla domanda posta?
Melitta Jalkanen, Ruvigliana
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