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Blockchain, un aiuto per costruire il futuro – di Tito Tettamanti

Blockchain è una parola che mi ha incuriosito, anche perché negli scorsi mesi l’ho incontrata più volte sulla stampa economica anglosassone. L’ignoranza tecnologica che ha fatto di me un analfabeta di ritorno, mi ha impedito di anche solo intuire di cosa si trattasse.

Fortunatamente mi sono imbattuto in una rivista che mi ha dato la definizione: «Libro mastro decentralizzato e crittograficamente sicuro di transazioni», vale a dire «tecnologia che permette di scambiare su Internet non solo informazioni, ma per la prima volta anche proprietà». Nel numero di gennaio del sempre interessante «Bergsicht» ( www.bergsicht.ch ) Konrad Hummler ne parla diffusamente esaminando anche le molteplici e rivoluzionarie applicazioni. Se pensiamo che una Blockchain – per fare un esempio a tutti comprensibile – potrebbe sostituire il Registro fondiario, permettendo trapassi immobiliari velocissimi e senza bizantinismi burocratici causa di estenuanti attese di mesi, ci rendiamo conto della rivoluzione in atto e dei possibili vantaggi economici.

Mi arrischio a ipotizzare che molto potrebbe cambiare anche nel rapporto cittadino-Stato. Infatti, l’intermediazione statale potrebbe rivelarsi in molti casi superflua. Forse potremmo sperare di riappropriarci di parte dell’autonomia individuale persa.

La tecnologia della Blockchain è utilizzata anche per un sistema di pagamento decentralizzato con una moneta criptata chiamata Bitcoin che permette transazioni valutarie senza l’intermediazione di banche. Il sistema è ancora infante e con le sue ombre, però avrebbe già raggiunto 150.000 transazioni giornaliere. Comprensibile che il tema Blockchain preoccupi le banche, da un lato per l’eventuale nascita di nuove forme di concorrenza, dall’altro per la possibilità di tagliare costi, snellire procedure non solo nel back-office, ma pure nel perfezionamento di transazioni con i clienti. Si legge che la JPMorgan Chase – una delle più grandi banche a livello mondiale – sta già usando Blockchain in modo sperimentale. L’UBS a sua volta ha aperto a Londra un centro studi per l’analisi dell’applicazione di nuove tecnologie nell’ambito della finanza. Mi auguro che i risultati permettano di sottrarsi agli asfissianti e talvolta insensati interventi di controllori e che noi si possa aprire un conto corrente con il computer da casa senza doversi sottoporre all’attuale corsa ad ostacoli che parte sempre dalla prima casella destinata ai malviventi.

Sicuramente l’Associazione Bancaria Ticinese si starà occupando dell’impatto che queste evoluzioni potranno avere sulle piccole e medie banche e di conseguenza sulla nostra piazza e il suo futuro. In gennaio abbiamo tutti avuto notizia di corali interventi e perorazioni per la salvaguardia dei posti di lavoro in relazione al possibile trapasso del pacchetto azionario della BSI. Purtroppo gli interventi mi sono parsi tutti molto datati e concentrati sull’inesorabile sconfortante ricorso, anche di dichiarati liberali, allo Stato o al parastato. Forse varrebbe la pena dedicare qualche riflessione a possibili altre soluzioni che implicano però lo sforzo di immaginare il futuro, di cercare di capirlo e di prepararsi. Prepararsi anche con una formazione adeguata per i nostri giovani, cercando inoltre di rivedere, ammodernare e rendere più agili le condizioni quadro nelle quali si è chiamati a operare. Due sono le componenti principali per difendere i posti di lavoro: condizioni quadro non penalizzanti ed aziende ben gestite. Blockchain può essere di aiuto.

Tito Tettamanti

Pubblicato nel CdT e riproposto con il consenso dell’Autore.

Relatore

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