In tedesco, l’Unione democratica di centro si chiama Partito popolare svizzero (Schweizerische Volkspartei). Ed è dal nome stesso di questa forza politica che vorrei partire: perché è necessario che l’UDC Ticino diventi realmente, e non solo nell’immaginario collettivo, il partito della gente. Il partito del popolo ticinese e svizzero. Per poterlo fare sono convinto sia necessaria una riorganizzazione interna. Oggi, la struttura organizzativa è farraginosa, poco immediata e burocratica. Insomma, va snellita e resa più efficiente, per essere più rapidi nelle decisioni e più presenti tra i cittadini, a cui vanno spiegati i nostri progetti, la nostra visione del mondo e come raggiungere i nostri obiettivi. Per farlo, è necessario puntare sulla comunicazione. Non solo interna, ma anche, e soprattutto, all’esterno. Perché se far bene le cose è positivo, non comunicarle in modo chiaro e puntuale può compromettere il lavoro di tutti. È grazie a una miglior comunicazione, pensata ad ampio spettro e al passo con i tempi, che bisogna rimarcare la matrice liberal conservatrice dell’UDC. Essere liberali in campo economico e conservatori in fatto di valori e tradizioni può non piacere a tutti, ma non è solo uno scheletro politico: è una visione pragmatica del mondo. Una visione che ha come priorità la difesa ad oltranza dell’indipendenza del nostro Paese non solo da ingerenze esterne, ma anche da subdoli cavalli di Troia. E questo vale sia a livello nazionale che cantonale, perché è proprio nei cantoni che va tenuta ferma la barra della tutela di caratteristiche, tradizioni e peculiarità culturali e storiche locali. Strumenti necessari, da trasmettere anche con l’insegnamento della civica nelle scuole ticinesi, per affrontare con competenza il difficile mondo del lavoro che, a sud delle Alpi, sta assumendo contorni pericolosi, con derive che nulla hanno a che vedere con ciò che è stato costruito nei decenni passati. E che rischia di mettere in pericolo un’altra caratteristica elvetica: la pace sociale.
Le risposte a molti dei problemi del mondo del lavoro ticinese sono contenute nell’iniziativa “Prima i nostri”, che ancora a livello cantonale quanto emerso dalle urne due anni fa, con l’iniziativa contro l’immigrazione di massa. Avere un lavoro dignitoso non è un lusso, ma un diritto per tutti i ticinesi che non possono, e non devono, farsi carico delle scelte sbagliate e dell’incapacità di altri Paesi nel dare benessere e dignità ai propri cittadini.
Offrire un’occupazione senza risanare le finanze pubbliche cantonali non porterebbe però da nessuna parte. E questo obiettivo, insieme alla revisione del sistema fiscale, dovrebbe essere prioritario non solo per l’UDC, ma per tutte le forze politiche. Se dovessimo continuare e spendere e spandere, condendo il tutto con nuove tasse e balzelli, metteremmo il Cantone in ginocchio nel giro di pochi anni. L’UDC è un partito che vuole contribuire in modo attivo al rilancio del Ticino, per dare un futuro ai nostri figli, che meritano di vivere in una terra che fornisca loro opportunità e soddisfazioni.
Piero Marchesi
Presidente UDC Ticino
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