Mobilitazione per la formazione: il Partito Socialista è con i docenti

Questo del 23 marzo è più che altro un gesto dal carattere simbolico e dimostrativo, al quale non ci sentiamo di attribuire eccessiva importanza. La gente (a torto o a ragione) continua a vedere i docenti come una categoria privilegiata, con il posto “blindato”, le molte vacanze e gli alti (relativamente) stipendi. Lo Stato non fa “dumping” e non paga salari “cinesi” ai frontalieri!

Un mutamento importante è avvenuto nella nostra scuola (anche se pochi ne parlano). Dal 2011 il capo del dipartimento è socialista. Ciò è avvenuto a causa della perdita di un seggio in governo da parte dei liberali radicali. In un certo senso ai docenti la politica (il voto) ha dato… il capo desiderato. 

Sia però chiaro che la nostra scuola era di Sinistra anche sotto Sadis, Speziali, Buffi, Gendotti. Non c’era bisogno di Bertoli.

* * *

Il prossimo 23 marzo i docenti di molte scuole del Cantone promuoveranno una giornata di mobilitazione a favore dell’educazione e della formazione. Una giornata che il Partito Socialista ha deciso di sostenere.

Da sempre l’alto livello di preparazione dei lavoratori ha rappresentato un punto di forza della nostra economia, che oggi sappiamo essere chiamata a rispondere ai profondi cambiamenti in atto, cambiamenti che minano spesso la sicurezza e le prospettive delle nuove generazioni. Gli insegnanti e gli studenti vogliono ricordare alla popolazione l’importanza di tornare a investire nel futuro dei nostri giovani, perché non farlo ha conseguenze importanti su tutta la collettività. È da troppi anni che i dipendenti pubblici vengono penalizzati da misure di risparmio salariali quali i contributi di solidarietà, i blocchi degli scatti di anzianità, la soppressione totale o parziale del carovita, l’abolizione dell’indennità di economia domestica eccetera.

Il Partito Socialista ha più volte appoggiato iniziative volte a rafforzare le scuole comunali e cantonali e il DECS ha proposto di ridurre il numero di allievi nelle classi per migliorare la qualità dell’insegnamento. Ancora di recente in Gran Consiglio il Gruppo socialista ha combattuto le misure di risparmio contenute nel Preventivo 2016, convinto che una società debba operare le giuste scelte, identificando i settori prioritari, che consentono di strutturare l’avvenire. Indebolire in questo momento il servizio pubblico porta ancora maggiore precarietà nelle vite dei cittadini.

Decidendo di rifiutare un congedo pagato per mantenere aperte le porte delle loro aule, gli insegnanti sono stati i primi lavoratori a manifestare, tramite un’azione coordinata a livello cantonale, il proprio dissenso. Si tratta di un segnale che la Direzione del Partito Socialista prende seriamente, perché crede che tutti i giovani ticinesi abbiano il diritto di guardare al futuro con ottimismo, forti di una formazione di qualità.

La Direzione del PS

Relatore

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  • Ma guarda un po'. Anch'io sono con i docenti. Quelli che insegnano. Che trasmettono conoscenze. È secondario il modo: in fondo basta passione, volontà di dare quello che si conosce. E naturalmente mettersi al livello dell'allievo.
    Purtroppo tutte le discussioni scolastiche non approdano a nulla perché la scuola si mette in mente di cambiare la società. Con un progetto tutto suo e di nessun altro.

  • Per fortuna che ci sono i socialisti (ma il 70, o l'80 o forse il 90% dei loro elettori sono docenti o familiari di docenti) a preoccuparsi dell'educazione dei nostri figli e nipoti. Ma attenti, basterebbero un paio di docenti di destra in più per un sicuro ritorno all'analfabetismo generalizzato.

    • C'erano i docenti "di destra". Pochi, eppure c'erano. Ma che dico: docenti di destra? In realtà erano semplicemente docenti. E il mio dito mignolo mi suggerisce che più che alla politica pensavano alla materia da insegnare.

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