Noi, che apparteniamo (irrimediabilmente) al Sottoceneri, non sappiamo bene come vadano le cose lassù a Losone. Ma le parole del sindaco suonano davvero assurde. Forse ha sentito il bisogno di compiacere alla catastrofica mini-Merkel rossocrociata, in visita di propaganda nella Sonnenstube.
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Gli esuli polacchi, accolti temporaneamente nel nostro paese, non hanno nulla da spartire con gli attuali finti asilanti. Infatti, i losonesi serbano un ricordo molto positivo dei polacchi: lavoravano ed hanno costruito anche delle strade, come la “Strada dei polacchi” da Arcegno a Losone, non creavano problemi di ordine pubblico, non avevano pretese, erano dei lavoratori umili e non si ubriacavo né commettevano aggressioni o violenze. Pure ad Astano (dove la zona dell’Alpe di Agra è tuttora chiamata “Polonia”) è vivo il ricordo dei lavori dei polacchi: hanno compiuto bonifiche, costruito strade ed acquedotti e non creavano problemi.
Il sindaco Bianda potrebbe magari ripassarsi la storia ed evitare paragoni impropri: il caso dei polacchi rientra nell’importante tradizione umanitaria della Svizzera, invece gli attuali finti asilanti sono dei migranti economici che non fuggono da nessuna guerra e vogliono solo farsi mantenere: costano alla Confederazione 2,4 miliardi all’anno. Questi soldi andrebbero usati per aiutare la nostra gente in difficoltà, i nostri giovani disoccupati, i nostri anziani. Invece i socialisti di Losone propongono addirittura di tenere gli asilanti anche dopo il 2017, quando la struttura passerà al Comune.
Aron D’Errico – Consigliere Comunale Lega dei Ticinesi, Locarno
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