Secondo Bertoli ai “lazzaroni” va negato il diritto allo studio!
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Chi abbia un minimo di esperienza in questo campo sa perfettamente che la demotivazione di numerosi alunni – spesso spinti e obbligati dai genitori, che vedono altri ordini di scuola come “umilianti” per i loro figli – genera insuccessi scolastici a ripetizione e danneggia gravemente il clima di studio. Ai demotivati si aggiungano, per forza di cose, i ragazzi che risultano obiettivamente inadatti a quel genere di studi.
C’è persino da domandarsi come abbia fatto Bertoli a prendere una decisione così saggia. I miracoli non accadono soltanto a Lourdes!
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La “dottrina Bertoli” si basa sulla tesi per cui “gli studenti bocciano perché non sono davvero motivati” e spesso identificano il liceo come un “parcheggio” utile a schiarirsi le idee per uno o più anni. Il nuovo testo di legge introduce alcune nuove regole che dovrebbero far desistere questi “lazzaroni” dall’iscriversi in una scuola al sopra delle loro possibilità:
Questa lettura della situazione ci sembra però piuttosto semplicistica e fuorviante: l’esplosione delle bocciature nelle scuole medie superiori è un problema oggettivo (agli inizi degli anni 2000, gli studenti che bocciavano il primo anno erano in media il 20%; oggi siamo oltre il 30%!), ma ci pare davvero fuori luogo affermare che questa sia dovuta ad un’altrettanta esplosione della “demotivazione” degli allievi. La risposta è da cercare altrove: da un lato, la scuola è divenuta più esigente (a causa della “kleine Revision” del 2008, che ha dato più importanza alle materie scientifiche, fonte di grosse difficoltà per gli studenti appena usciti dalla scuola media); dall’altro, la scuola ha perso risorse (decimate dai tagli alla spesa susseguitisi negli ultimi 20 anni) e con esse la possibilità di fornire un’istruzione equa e inclusiva a tutti gli studenti. Servizi come le lezioni di recupero, di assistenza allo studio, ecc. (che permettono agli studenti meno agiati e/o appena usciti dalla scuola dell’obbligo di colmare le proprie lacune e tenere il passo con i propri compagni) scompaiono anno dopo anno in tutte le scuole superiori ticinesi, e ora il governo vorrebbe sopprimere anche una buona parte dei corsi facoltativi e supplementari che vi vengono proposti.
Ci teniamo a rimarcare come le principali vittime di questa politica scolastica saranno ancora una volta gli studenti delle fasce sociali più sfavorite, i quali già oggi partono in svantaggio rispetto ai propri compagni più benestanti e con queste misure si vedrebbero chiusa in faccia la porta verso un’istruzione universitaria e una posizione sociale migliore rispetto a quella della propria famiglia d’origine. Se anche voi non condividete questi provvedimenti, siete caldamente invitati a sottoscrivere la petizione del SISA intitolata “NO allo smantellamento del liceo ticinese” (che potete trovare qui: http://www.sisa-info.ch/link/campagne-in-corso/no-allo-smantellamento-del-liceo/): non lasciamo che quel poco di diritto allo studio che ancora esiste venga massacrato in questo modo!
SISA
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