Focus

Ma il popolo non è bestia – di Tullio Righinetti

 

“È stata una domenica democraticamente rassicurante.”

Nel fine settimana i ticinesi erano interessati ai risultati di due votazioni. Una che concerneva l’intera Svizzera, a sapersi come e quando uscire dal nucleare, visto che in sostanza, chi con convinzione e chi con malcelato scetticismo, sembra che la strada da percorrere, ancorché lunga, magari lunghissima, sia proprio quella. Una seconda, di carattere regionale, toccava la Valle di Blenio e i comuni grigionesi che fanno parte della zona “Parc Adula”. Anche se a votare erano solamente i cittadini del comprensorio del futuro Parco, la cosa non ha lasciato indifferenti gli altri abitanti dell’intero Cantone, vuoi per quanto avrebbe indotto, nel bene e nel male, vuoi soprattutto perché rappresentava un intervento con possibili proselitismi, senza dimenticare che un altro Parco Nazionale è allo studio in Valle Maggia. Si tratta di due votazioni diverse, ma con qualche similitudine nel risultato. Le previsioni per la consultazione nazionale erano cambiate nelle ultime settimane, dopo che a lungo i sondaggi avevano indicato la vittoria del sì all’iniziativa dei ecologisti. Un fatto perlomeno strano che fa perdere punti ai sondaggi e a chi li prepara, oramai diventata una costante, al punto che non sono pochi coloro che dubitano del valore, se non addirittura della correttezza degli stessi. Per la votazione sul Parc Adula, toccando una minore porzione di votanti, non sono state fatte indagini sul possibile risultato. Di certo è che il sì era sostenuto dagli organi istituzionali e pure da Cantone e Confederazione che già avevano foraggiato i lavori preparatori con quasi tre milioni di franchi. Tuttavia il no piuttosto consistente non meraviglia. Esso rappresenta in fondo la vittoria del politicamente scorretto, inteso come il contrario del politicamente corretto, tanto caro a chi è legato all’ufficialità e allo Stato, e a tutti i benefici che ne possono derivare. Vien da dire: un fatto non nuovo, né in casa nostra né in Europa e ora emerso pure negli Stati Uniti.

I dittatori, da che mondo è mondo, hanno sempre avuto poca considerazione per il parere del popolo, la plebe come dicevano i romani, detto con un termine più attuale il popolo bestia. Il pensiero della base veniva e viene definito importante, il suo benessere un punto fermo da perseguire per il bene comune. Una grande bugia più volte messa in evidenza, in particolare nel nostro Paese, nel quale la democrazia diretta ha bocciato con sempre maggiore regolarità, le decisioni degli organi istituzionali. L’analogia tra le due votazioni sta proprio nella saggezza delle scelte popolari, che difficilmente sbagliano. Così gli svizzeri hanno bacchettato l’iniziativa dei Verdi. Oltre che economicamente penalizzante, inopportuna e intempestiva, è stato così evitato un salto nel buio. I bleniesi hanno scelto per tutti noi che una grande bella zona tra Ticino e Grigioni, ricca di rustici, alpeggi e ogni specie di piante e selvaggina diventasse un cimitero indiano. È stata una domenica democraticamente rassicurante.

Tullio Righinetti

Relatore

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