“Non si confondono economia ed etica!”
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(fdm) Destra e Sinistra (per fortuna) esistono ancora, ve lo dico io. Esistono tanto di cervello quanto di pancia. Pamini provoca, Roic controbatte da par suo. Il discorso è aperto, non c’è solo la Tassa sul sacco… Sforziamoci di ampliare l’orizzonte!
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“La mia conclusione è molto semplice” scrive su Ticinolive il granconsigliere ticinese della Destra, Paolo Pamini, in risposta a una domanda di Martino Rossi sulla liceità (per dirla in modo elegante) delle azioni di repressione sanguinaria del popolo cileno – azioni che personalmente ritengo criminali, assassine e del tutto inumane – del dittatore Pinochet, “è molto semplice“ scrive Pamini “non può esserci libertà politica senza libertà economica, ma può esserci una (parziale) libertà economica senza libertà politica. Ed in presenza della libertà economica (per quanto monca), presto o tardi arriva anche quella politica perché un regime autoritario non è più tollerato o sostenuto da gran parte dei cittadini”.
Ma questo sarebbe ancora niente se in Pamini non si cogliessero addirittura tracce di un pensiero “mistico-religioso” a supporto delle sue tesi: una volta che il mercato libero si afferma, esso è poi sempre e comunque sostenuto dalla popolazione dato che è il sistema migliore, e nettamente, di gestione di una società. I mille esempi, anche e soprattutto contemporanei, della fallacia di questa tesi sono davanti agli occhi di tutti: il capitalismo competitivo e rivalitario su larga scala (quella globale) non porta vantaggi ai cittadini di Paesi lontani fra di loro, ma ne porta molti e graditissimi a coloro che ci lucrano sopra abbattendo i costi del lavoro su scala globale, ovvero andando a produrre dove il lavoro non costa (si dice “outsourcing”) e dove i diritti dei lavoratori sono carta straccia onde poi tornare a imporre nelle rispettive “patrie” condizioni di lavoro più rigide per i propri cittadini. Se, in ogni caso (i dati sono spesso contraddittori), di una pur piccola crescita globale onnicomprensiva si tratta nel novero della globalizzazione, questa crescita va in ogni caso appannaggio di pochissimi e non genera ricchezza per i cittadini comuni visto che le disuguaglianze di reddito e di possesso, qui e ora, si acuiscono a vista d’occhio.
Infine, e cosa più importante: Pamini, non si confonde l’economia con l’etica, non si scherza con gli eccidi e non si gioca con l’idea di ciò che è giusto per una popolazione umana. Non sarà mai un’idea di semplice accumulo (in un modo o in un altro) di beni materiali o di produzione maggiorata o di scambio accresciuto a fare la differenza a livello di condivisione, solidarietà, diritti delle minoranze, rispetto reciproco e aiuto a coloro che sono in difficoltà, insomma, tutto ciò che “produce” pace e progresso sociale. Questi valori, che sono nati e cresciuti in Occidente sotto sistemi economici diversi ma nella testa (e nel cuore) di uomini illuminati (cito qui solo Immanuel Kant e il suo testo “Per la pace perpetua”), sono stati conquistati e difesi da persone e movimenti che hanno creduto nell’inviolabilità di ogni essere umano, nei suoi diritti e nella sua possibilità ad affermarsi come individuo ma pure come membro di una collettività avendo la ventura di poter fruire di leggi giuste e paritarie per tutti in modo da poter sviluppare i propri talenti che sono, come ebbe modo di dire Martin Luther King, non uguali in tutti ma tutti ugualmente degni da perseguire con costanza e dedizione.
Sergio Roic
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Caro Extraverbo, a quanto pare non conosci nessuno (?!)
Ti do un consiglio. Affidati a me, che li conosco TUTTI.