Un’offensiva glamour, a detta di Macron, quella rivolta da lui stesso al presidente Trump. “I nostri paesi sono amici, quindi dovremmo esserlo anche noi” ha dichiarato a Journal du Dimanche il presidente dell’Eliseo.
Dopo Taormina, che non era stato proprio un successone, i due presidenti si sono conosciuti meglio a Parigi, negli scorsi giorni, tra sfide di look, bon ton e anche gusti musicali.
“Trump mi ha ascoltato” ha detto Macron “mi ha detto che cercherà di trovare accordi nel prossimi mesi sul clima”. In questo modo, a detta di Macron e delegati, si sarebbe riusciti nell’intento di offrire un’immagine forte della Francia, dopo il clima di tristezza per i molti attentati terroristici.
Eppure, se da un lato sembra aver “ammorbidito Trump” con la sua innegabile grazia e savoir faire, dall’altro Macron appare debole e in balia della forza del paese a capo del mondo, gli USA.
Il tema, d’altra parte, è delicato. Solo stamattina si paventava che Trump avesse cambiato idea sul clima, (ovvero l’idea di uscire dal trattato di Parigi), poi l’ANSA restituisce ora nuovaente l’immagine di un Trump forte, restio a fare passi indietro.
Macron sostiene tuttavia (palesemente tremulo) che “il Tycoon avrebbe compreso il legame tra cambiamenti climatici e terrorismo”.
Il ricevimento del presidente Trump è avvenuto proprio in concomitanza dei giorni che cadevano con la festa nazionale del 14 luglio, anniversario della presa della Bastiglia del 1789. In occasione delle celebrazioni, la banda militare francese ha, per così dire, scherzato, suonando (anche) un medley delle canzoni dei Daft Punk, duo musicale elettronico francese, scatenando il riso aggraziato di Macron ma non l’ironia di Trump che, non capendo, ha applaudito seriosamente.
Il ricevimento è inoltre stati incentrato anche sulla gara di stile tra le due signore rispettivamente Mme Macron e Mme Trump, l’una sbarazzina ma con un look da ragazzina un poco in contrasto con i suoi anni, l’altra rigida con una gonna da vecchia zia a campana. Eppure, entrambe austere e dritte, quasi pronte al saluto del comando militare. Una gara di stili, Vuitton contro Dior.
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