Italy's Andrea Dossena, center, scores an own goal past goalkeeper Gianluigi Buffon, right, as teammate Gianluca Zambrotta looks on, during their Confederations Cup Group B soccer match against Brazil, at Loftus Versfeld Stadium in Pretoria, South Africa, Sunday, June 21, 2009. (AP Photo/Themba Hadebe)
Riceviamo e con piacere pubblichiamo questa opinione del granconsigliere PLR Franco Celio.
Il passo più stimolante dell’articolo è quello che incomincia con: “Che alcuni vogliano ora approfittare…” Sembra che Celio voglia dirci: “Guardate che qualcosa a Lattecaldo potrebbe anche succedere”. Mancano pochissimi giorni, una settimana soltanto!
Alla superficie non si vede gran che, ma (ipoteticamente) si agisce con discrezione. In ogni caso, la “sorpresa” potrebbe essere una soltanto!
A mio modo di vedere, dal lato formale queste critiche sono giustificate. La decisione è stata in effetti presa troppo presto, e – soprattutto – “en petit comité“, cioè senza coinvolgere la “base”. Che alcuni vogliano ora approfittare della prossima seduta del Comitato cantonale, il 1° agosto in valle di Muggio, per cercare di modificarla, è dunque comprensibile.
Preliminarmente occorre chiedersi se un consigliere federale ticinese (o “della Svizzera Italiana”, per essere più politicamente corretti) lo si voglia davvero. Se la risposta è no, perché si ritiene che in fondo si possa farne a meno, il discorso è chiuso.
Se invece si ritiene che ciò potrebbe essere utile alla coesione nazionale e agli interessi del Cantone, allora bisogna evitare gli autogol. Naturalmente, se il posto fosse “riservato” al Ticino (o alla Svizzera italiana che dir si voglia), ognuno potrebbe tranquillamente “far tifo” per il candidato o la candidata di sua preferenza; fermo restando che nessuno soddisferà mai tutti al 100%. Dato però che il posto ancora essere conquistato, è meglio evitare operazioni che rischierebbero di far rimanere la nostra regione un’altra volta “a piedi”. Due o più candidati, al medesimo posto infatti, difficilmente si sosterrebbero a vicenda. È molto più verosimile che si giocherebbero contro l’un l’altro, finendo per restar fuori tutti…
Anche la teoria che al Gruppo parlamentare o all’Assemblea federale occorrerebbe “offrire una scelta” ha poco fondamento. Infatti sia il Gruppo che l’Assemblea non hanno nessun obbligo di attenersi alle candidature più o meno ufficiali. Possono invece scegliere benissimo “ad ampio raggio”, come in passato è accaduto più volte.
In definitiva, proclamare due o più candidati “ufficiali”, avrebbe l’unico effetto di indebolire la candidatura Cassis, ossia quella che ha oggettivamente le maggiori possibilità di riuscita, senza per questo rafforzare le altre. E se lo scopo è davvero quello di far eleggere un ticinese, l’autogol sarebbe di quelli pesanti!
Franco Celio
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