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Primo Agosto 2017 – “I nostri sacrifici non sono stati inutili perché noi rimaniamo padroni del nostro destino” – Il discorso di Battista Ghiggia a Chiasso

“Dobbiamo mantenere lo stato d’animo e la fierezza di sentirci svizzeri”

Onorevole Sindaco,
Onorevoli municipali,
Autorità politiche e religiose presenti,
Cittadini di Chiasso, dei Comuni vicini e degli altri Comuni presenti,

sono onorato di aver ricevuto l’invito da parte della Città di Chiasso per tenere il discorso del 1° di agosto, proprio qui dove inizia geograficamente a Sud la Svizzera, invito rivoltomi quale semplice cittadino in un giorno così solenne.

La Festa Nazionale assume in ogni paese del mondo significati forti ed importanti, che possono essere più o meno marcati a dipendenza dei periodi storici, delle evoluzioni economiche o dei contesti politici e sociali del momento. La peculiarità della nostra Festa Nazionale è quella di celebrare non una battaglia vinta o persa ma un contratto, un accordo, un patto solenne di mutuo aiuto tra i tre Cantoni primitivi a difesa della loro libertà dalle ingerenze e dai soprusi del dominio esterno e a tutela dei loro interessi. Questa origine bisogna sempre ricordarla e non va mai dimenticata perché è quanto mai attuale e lo sarà sempre.

Il periodo storico in cui viviamo è caratterizzato da incertezze, paure e crisi sociali più o meno marcate. Anche il nostro Paese, pur con tutti i distinguo del caso, non fa eccezione. Viviamo oggi, nessuno lo può oggettivamente negare, una crisi di rappresentanza in tutte le grandi istituzioni. La fiducia nei mass media è ai minimi storici, i politici passano spesso per degli inconcludenti e per dei cacciatori di favori e i governi sono accusati di dormire sugli allori e di essere lontani dalle preoccupazioni della gente. Come Canton Ticino sentiamo spesso la distanza della politica federale dalle problematiche che ci toccano giornalmente, dalla particolare situazione del mercato del lavoro, al traffico, alla pressione alle frontiere, alle difficoltà di dover integrare sempre più persone che vengono da culture molto diverse e lontane.

La Svizzera da più di due secoli è un polo di stabilità in un continente dalla storia molto agitata, che ha vissuto una lunga serie di guerre e addirittura due guerre mondiali. Molti si sono illusi per parecchi decenni che queste tensioni facessero parte del passato e che la costruzione europea avrebbe appianato le divergenze locali, ciò che ha indotto non pochi cittadini e alcune forze politiche ad abbassare il livello di guardia. Non è esattamente ciò che è avvenuto in quanto constatiamo sempre più un raggruppamento dei paesi europei secondo le loro priorità nazionali.

Ancora una volta siamo l’eccezione in mezzo a questa tormenta, in quanto non abbiamo dovuto risuscitare le nostre priorità nazionali e la nostra coscienza di Willensnation, visto che fortunatamente non le abbiamo mai dimenticate e mai delegate a delle istanze sopra nazionali. Questo rappresenta la nostra forza ma anche il dovere e la responsabilità di difendere questi valori che ci caratterizzano rispetto alle altre nazioni e che tanti ci invidiano, quali la democrazia diretta, il federalismo, il plurilinguismo e delle istituzioni che fondamentalmente funzionano, nonostante siano confrontate con difficoltà crescenti di ogni genere. I nostri sacrifici non sono però stati inutili, perché noi rimaniamo sempre padroni del nostro destino.

Tuttavia questi valori sono messi quotidianamente sotto accusa ed attaccati, purtroppo dall’interno più ancora che dall’esterno, quando invece tutti dovrebbero adoperarsi per la nostra coesione nazionale: da Chiasso a Basilea, da Ginevra a San Gallo. I fattori esterni cui ci troviamo confrontati, quali la globalizzazione, l’emigrazione di massa, la minaccia della sicurezza, imporrebbero un compattamento fermo, deciso e leale da parte di tutte le forze sociali e politiche a difesa dei nostri valori, della nostra sicurezza e della nostra qualità di vita. Quanto abbiamo oggi non è frutto del caso, non è piovuto dal cielo, ma è la conseguenza della serietà e della determinazione con cui il popolo di questa Nazione e chi ci ha preceduto, ha saputo trasformare una Nazione priva di risorse economiche naturali e di materie prime come la Svizzera e una terra povera come il Ticino, da paese di ristrettezze e di emigrazione ad una delle nazioni più avanzate, benestanti e sicure del mondo.

Ci è stata consegnata un’eredità importante. Abbiamo il dovere di conservarla con cura e di portare il nostro contributo affinché venga tramandata alle future generazioni e per poterlo fare dobbiamo vivere il presente con passione, vivere ogni momento con la stessa curiosità e impegno come se fosse il primo e con la stessa intensità e generosità come se fosse l’ultimo, dedicando le nostre migliori energie per essere utili in ogni ambito della nostra vita e anche per difendere questa importante eredità che ci è stata consegnata. I valori e i beni materiali sono per loro intrinseca natura atti ad essere tramandati alle future generazioni. Le energie vitali di ognuno di noi devono invece essere spese, investite fino all’ultimo e non risparmiate, in quanto legate al destino di ogni singolo individuo e non tramandabili in quanto tali, se non nel loro risultato.

Il peggior nemico della nostra libertà e dei nostri valori non deve infatti essere ricercato all’esterno, oltre i nostri confini, il peggior nemico è la perdita della volontà di difendere i nostri valori, le nostre caratteristiche, le nostre peculiarità, dai tentativi di destabilizzazione di ogni tipo. Per questo ognuno di noi, nel profondo di noi stessi, nei nostri cuori, deve essere ben cosciente, che quanto raggiunto va difeso tutti i giorni, senza mai mollare, senza mai smontare la guardia, senza cedimenti, senza credere alle false promesse degli Stati che si definiscono amici. Non ci sono Stati amici, ci sono solo Stati con buone relazioni reciproche, perché ogni Stato fa i suoi interessi, come è giusto che sia, e noi dobbiamo fare i nostri. E dobbiamo farli bene.

Solo così il nostro Paese potrà rimanere forte, rispettoso di sé e degli altri. Dobbiamo difendere questa nostra preziosa Svizzera, che molti purtroppo non prendono più a cuore e che fanno di tutto per vederla sparire e cedere il suo posto a strutture sopranazionali che non ci appartengono e ci sono aliene. Dobbiamo temere la resa di noi stessi di fronte ai problemi che caratterizzano questo momento storico e il nemico si chiama sconforto, mancanza di coraggio, mancanza di fiducia, abdicazione e resa al corso delle cose per sfinimento.

Dobbiamo mantenere lo stato d’animo e la fierezza di sentirci svizzeri. Una fierezza forgiata dalla storia, dalla nostra cultura, da questo paesaggio e da questi luoghi che tanto amiamo. Amiamo questo paesaggio fatto di montagne alte, maestose, bellissime e di vallate pianeggianti ed interminabili, di alti e di bassi, all’immagine della vita, perché è nelle vallate selvagge che abbiamo imparato a guardare oltre il bosco, verso le cime delle montagne ed è dalle cime delle montagne che abbiamo imparato a guardare verso l’orizzonte, verso quell’orizzonte che per essere sereno o che per volgere al bello dopo il brutto tempo, necessita l’impegno e la ferma determinazione di ognuno di noi nella difesa dei nostri valori.

Tutti noi dobbiamo farci ispirare dalla fiducia, non lasciarci guidare dalla paura, mantenere la lucidità di fronte a qualsiasi pericolo o minaccia, qualunque esse siano, false promesse o promesse fuorvianti e portare nel nostro cuore un messaggio di speranza per il futuro, perché il futuro è pieno di opportunità e di sfide entusiasmanti. Viviamo in un momento di grandi cambiamenti tecnici, energetici e culturali. Tutto va costruito partendo da quanto già esiste e non senza ciò che esiste. È una sfida grandiosa che possiamo e dobbiamo raccogliere con convinzione e impegno. Dalla notte dei tempi l’essere umano ha dovuto affrontare ogni tipo di sfida, che pur nelle difficoltà, ristrettezze e bisogno, lo hanno fatto progredire, l’hanno fatto filosofare, inventare, creare, scoprire, a prezzo di sofferenze e gioie. Ecco è questo che bisogna continuare a fare. Difendere e credere nei nostri valori giocando all’attacco, perché il futuro si gioca all’attacco e perché la migliore difesa è l’attacco, dappertutto, sempre, non solo nello sport.

Buon 1° di agosto a tutti. Auguri Svizzera, auguri Ticino.

Battista Ghiggia

Relatore

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