Fatti salvi questi due obiettivi tutto il resto è contrattabile. Si possono avere governi più aperti ai diritti civili, altri meno, esecutivi “liberal” o conservatori, reintroduzione di forme di spesa pubblica (esclusivamente assistenziale) o strategie marcatamente liberiste e così via. L’importante è salvaguardare i due pilastri su cui si fonda l’euroliberismo: Ritiro dello Stato dall’economia e conferimento all’UE di ogni potere d’indirizzo economico-sociale. Per questo sono necessari due strumenti: L’accordo tra i partiti di centrodestra e centrosinistra, il modello tedesco con grosse analogie anche alle nostre latitudini e l’accordo trasversale in un partito unico come avviene in Francia con Macron (En marche) e in Spagna con Rivera (Ciudadanos). Partiti coalizione che superano le scelte post-elettorali, le trattative segrete e gli accordi da giustificare ai propri elettori.
A quel punto avremo i primi tre paesi dell’UE (per abitanti e PIL) retti da ciò che si diceva prima: L’accordo liberista tra centrodestra e centrosinistra che spegnerà ogni possibilità teorica di contrattare riforme strutturali interno all’UE tra governi di diversa impostazione.
Carlo Curti
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Sei bravo, scrivi bene ma "loro"... sono infinitamente più forti di te!