A un anno dalla sua istaurazione alla Casa Bianca, il Tycoon tiene un discorso sullo Stato dell’Unione, davanti alle camere riunite, vantando i successi perseguiti nel corso del suo primo anno di potere.
Dall’immigrazione controllata, alle nuove infrastrutture, con un piano da 1500 miliardi di dollari, al mantenimento della prigione di Guantanamo per i terroristi.
Trump, con il suo savoir faire da yes man, ha parlato anche di unità tra i due schieramenti politici di repubblicani e democratici, lanciando anche una frecciata a chi lo accuserebbe di razzismo: “sto tendendo una mano per lavorare con i membri di entrambi i partiti, democratici e repubblicani, per proteggerei nostri cittadini, di qualsiasi estrazione, colore e credo.”
Poi la giustificazione alla spinosa questione degli 1,8 milioni di dreamers, i cosiddetti figli di immigrati, giunti in America da bambini ma attualmente considerati “irregolari”. “anche gli americani sono dreamers” ha cassato il Tycoon.
Poi ha messo al centro del proprio discorso “la fede e la famiglia, non il governo e la burocrazia.”
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