Vale la pena per riflettere sul risultato del Summit di Helsinki di leggere ciò che i media ci filtrano sull’incontro fra i leader delle due maggiori potenze nucleari.
I “due compari” si sono aiutati per togliersi dall’imbarazzo dalle accuse americane che la “Russia ha interferito nelle elezioni danneggiando Hillary Clinton a vantaggio di Donald Trump”.
Alcuni addirittura sostengono, negli editoriali, che Trump sarebbe passibile di “alto tradimento”.
Potremmo continuare a lungo con i commenti negativi. Pochi riconoscono che si siano anche raggiunti risultati positivi, ma passati in secondo ordine; per esempio sulla possibile proroga degli accordi nucleari.
L’incontro e la conclusione amichevole sono un passo in avanti per stemperare la cattiva relazione fra i due paesi. Una dei momenti peggiori del dopoguerra.
Purtroppo, bisogna dire che oggi, i fatti veri, la politica utile sono spesso subordinati all’animosita’ e alla propaganda che falsifica. Come ha scritto il commediografo francese Jean Anouilh : “La propaganda e’ una cosa facile , basta dire qualche cosa di enorme e ripeterlo spesso.”
Putin gode di una forte popolarità per aver ridato alla Russia l’orgoglio nazionale smarrito fra le fratture della implosione dell’Unione Sovietica. E, come scrive Guy Mettan :” Per un liberale occidentale l’assenza di Stato è un sogno. Per un russo un incubo. “E continua lo studioso ”La Libertà: per un russo significa assicurarsi che nessuna potenza straniera possa dirgli che cosa fare”. Diverse lunghezze d’onda…
Giuseppe Sarcina sul “Corriere della Sera” sostiene a ragione che al di là dell’Atlantico : “gli Stati Uniti saranno pure un Paese democratico, ma con un sistema minato da una lotta politica senza scrupoli.”
Tenendo anche conto della spiccata personalità di Trump, il suo egocentrismo e l’eccessiva voglia di fare di testa sua, al suo ritorno a Washington non avrà un’accoglienza calorosa, malgrado abbia fatto un buon lavoro sia per avviare un dialogo con la Corea del Nord che nel “toccare il tempo” all’Europa sul commercio e sulla NATO, dovrà vedersela con i media ostili e sempre più aggressivi nei suoi confronti.
Al contrario, si può dire senza timore di sbagliarsi, che il Summit di Helsinki segna sul piano politico molti punti a favore di Putin.
Vittorio Volpi
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