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Caso Diciotti: Salvini indagato, in un’Italia senza legge (e piena di clandestini)

Pur di avere tutti i 137 migranti nel territorio della già oppressa Italia, hanno indagato un Ministro.

Sequestro di persona, abuso d’ufficio ed arresto illegale. Queste le accuse – terribili – da parte dei magistrati della Procura di Agrigento che hanno, in pratica, attuato le loro minacce al ministro. Matteo Salvini è indagato in base all’articolo 96 della Costituzione, che recita: “Il Presidente del Consiglio dei Ministri ed i Ministri, anche se cessati dalla carica, sono sottoposti, per i reati commessi nell’esercizio delle loro funzioni, alla giurisdizione ordinaria, previa autorizzazione del Senato della Repubblica o della Camera dei deputati, secondo le norme stabilite con legge costituzionale.”

Salvini è stato votato per il programma che ha presentato e che, la magistratura si stupisce, ora sta portando avanti: fermare l’immigrazione clandestina, bloccare gli sbarchi, imporre ai paesi membri dell’Unione Europea di farsi carico almeno di parte dell’immane carico umano di migranti che l’Italia si trova a fronteggiare. Salvini, per questo, è stato indagato.

L’Albania ne ha accolti 20, l’Irlanda 30. La cooperazione europea va avanti solo a parole. I restanti, li ha accolti la Chiesa, in territorio italiano.

Un popolo che non accetta il voto del popolo – A volere anche questi 137 clandestini, oltre ai complessivi 16.426 (solo da gennaio a giugno 2018) in primis la Chiesa, che ha avuto un ruolo determinante nel pressare il governo affinché i migranti eritrei scendessero dalla Diciotti per venire accolti in strutture ecclesiastiche (come sembrano lontani i tempi in cui San Girolamo elogiava i soldati  romani morti per difendere i confini dell’impero dalle invasioni!), poi gli attivisti dei centri sociali e, in particolar modo, di potere al popolo. Dalle idee un po’ confuse, questi ultimi, visto che proprio contro il potere del popolo si scagliano: contro un Ministro, infatti, votato, votatissimo dal popolo.

L’errore di Salvini – perché non farli sbarcare, e poi imporre a posteriori all’Europa la sua parte di migranti? Fare il pugno duro con l’UE prima di compiere concreti fatti, è errato: lo dimostrano le risposte ricevute da un coerente ma ammansito Di Maio (il Ministro è stato addirittura accusato di aver minacciato l’UE) e lo dimostra l’indagine, minacciata poi arrivata puntualissima, a casa del Ministro Salvini. Dimostrare d’esser valorosi (o, meglio, di fare ciò per cui si è stati scelti, votati, molto spesso è ben peggio che fare ciò per cui si è stati scelti, votati. Certamente, però, non lo si può fare in silenzio).

Salvini si difende così: “per il crollo del ponte Morandi, che ha causato la morte di 43 persone, ancora nessun indagato. Per un Ministro che difende i confini del paese in cui è stato eletto, scatta l’indagine. Che vengano pure ad arrestarmi.”

Nel frattempo è in corso la disinfestazione della nave Diciotti.

Relatore

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