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Sant’Ambrogio e La Prima della Scala | Tosca, dramma d’amore nella Roma napoleonica

Come ogni anno la festività di Sant’Ambrogio, Padre della Chiesa e vescovo di Milano del IV sec dC, avvolge Milano di scintillii ed eventi mondani: spicca tra tutti la Prima della Scala che quest’anno inaugura la stagione dell’Opera con la Tosca di Puccini, sotto la direzione di Chailly (già direttore della fortunata Giovanna d’Arco di Verdi).

La gente anela alla classicità perduta, forse al bell’Ottocento scomparso: così sono più di 28 i luoghi nella capitale meneghina nei quali si potrà rimirare la Prima, gratuitamente, sino ad esaurimento posti. Dalla Galleria Vittorio Emanuele a aeroporti, ospedali, carceri.

Unarappresentazione di Tosca (da Wikicommons)

Dalle 17.30 su Rai 3 ci sarà la consueta diretta televisiva per seguire l’opera anche da casa. Illustri saranno gli spettatori: non mancherà il Presidente Mattarella, accompagnato dalla figlia Laura, che prenderà posto alle 17.50 sul Palco Reale, assieme ai Senatori Monti e Segre, ma è attesa anche Patty Smith, “reduce” dal concerto del 1° dicembre a Milano; sono poi attesi nel parterre, invece, la presidente del Senato Castellati assieme al marito, il sindaco Giuseppe Sala con la compagna Chiara,  il Governatore della Lombardia Attilio Fontana con la figlia Maria Cristina, i ministri Lamorgese, Franceschini e Spadafora, il prefetto Saccone e il vicepresidente della Corte Costituzionale Marta Cartabia. Due sovraintendenti al cambio di staffetta: il precedente, Pereira e il futuro, dal 15 dicembre in carica, Meyer.

Attesa anche la Contestazione. Come da tradizione, i sit-in di protesta sono quest’anno vari: il collettivo Anti-Prima della Club, il presidio dei lavoratori Auchan, i centri sociali che contestano la guerra in Rojava.

Contestatori, tuttavia, anche tra gli “aristocratici”: non a tutti piace, infatti, il tocco glamour della sfilata di Moda di Dolce&Gabbana, soci sostenitori della Scala, che avrebbero svolto un’attività di tendenza “diversa da quella del teatro”.

L’opera è la Tosca, in tre atti di Giacomo Puccini, composta tra il 1896 e il 1899, e rappresentata per la prima volta il 14 gennaio del 1900, al Teatro Costanzi. Ricavato dall’omonimo dramma di Victorien Sardou (ma ridotto a 3 atti), presenta una trama ambientata in una Roma nei primi dell’Ottocento, ancora avvolta dai postumi della Rivoluzione Francese, nei giorni della vittoria napoleonica a Marengo.

Il bonapartista Angelotti, travestito da donna per meglio fuggire, in fuga da Castel Sant’Angelo, si nasconde nella cappella del pittore Cavaradossi, amante riamato della soprano Tosca. La soprano, già gelosa di una marchesa ritratta nel quadro del sacrestano, rinviene un ventaglio del travestimento femminile di Angelotti, temendo così un tradimento da parte di Cavaradossi, che nel frattempo è fuggito con l’amico Angelotti.  Lo sbirro Scarpia la incita alla gelosia, affinché ella gli riveli il nascondiglio di Angelotti. Ella, rivelatolo per far cessare la tortura di Cavaradossi, appreso che Angelotti sia ormai morto, supplica per lui la grazia.

Lo sbirro Scarpia accorda a Tosca la grazia per Mario ad un solo patto: che ella gli si conceda. Ed ella finge, per poi pugnalarlo.

Tosca fugge da Mario, imprigionato a Castel Sant’Angelo, dove sta per essere fucilato. Gli rivela che i fucili spareranno a salve, e gli confessa d’aver ucciso lo sbirro Scarpia.

Mario viene però fucilato veramente e Tosca, inseguita dai poliziotti che hanno rinvenuto il cadavere di Scarpia, si getta dagli spalti di Castel Sant’Angelo.

Nei panni di Tosca vedremo questa sera Anna Netrebko, i quelli di Cavaradossi Francesco Meli, in quelli di  Scarpia, Luca Salsi. si prevede una scenografia “cinematografica”, con orchestra diretta da Chailly e regia di David Livermoore.

Relatore

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  • La Prima: una parata per pavoni con della musica in sottofondo. Probabilmente per i più quasi un fastidio, ma è il duro prezzo da pagare per il momento di gloria.
    Ora con le repliche si potrà tornare a parlare di musica e non di chi c'era e come fosse vestito (non mi riferisco all'articolo specifico ma al tenore generale).

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