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Gli “over 65” non possono fare la spesa. Un divieto chiaramente illegale

Il parere dell’avvocato Stelio Pesciallo: “il divieto continua ad essere illegale”

Il divieto Cantonale agli over 65 anni di fare la spesa continua ad essere illegale anche dopo la modifica della ordinanza sul Covid 19 emanata in data 27 marzo. Come avevo previsto in un mio precedente post il CF viene incontro al Consiglio di Stato in maniera molto limitata e solo sulla possibilità di fare istanza al CF per richiedere la chiusura, limitata nel tempo, e a determinate stringenti condizioni , di determinati settori dell’economia.

Non si parla quindi di libertà di emanare misure restrittive in questo campo e ben che meno di limitare la libertà degli over 65. Fare passare questa modifica dell’ordinanza federale come una vittoria del CdS è chiaramente insostenibile.

* * *

Pubblico questo parere giuridico con moderata soddisfazione. Infatti anche Ticinolive (che pure non è decrepito) è stato colpito e infastidito dalla discriminazione subita, e spera che finisca presto.

Relatore

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  • Un provvedimento idiota.
    Prima ancora che incostituzionale.
    Spero ardentemente che il Consiglio Federale intervenga come già fatto in Uri su un provvedimento simile.
    Puntualizzo: a me di poter andare a fare la spesa non importa un accidente, è il principio che conta: l'appello al senso di responsabilità deve valere per tutti i cittadini.

    • Non ho sufficienti conoscenze giuridiche per giudicare la legalità di una simile discriminazione, ma mi sento personalmente offeso dal presupposto che gli over 65 siano tutti dementi e non siano in grado da soli di rispettare le distanze sociali.

      Sarebbe interessante sapere quanti anziani si siano contaminati andando a fare la spesa e raffrontare questo dato con il numero totale di quanti si sono contaminati in negozi di alimentari (ma c'è almeno un caso comprovato?)

      Avendo una casella postale mi reco regolarmente a controllarla. Dovendo talvolta ritirare un pacco allo sportello ho notato che mantenere le distanze sociali è più difficile che in un negozio dove in genere c'è un controllo d'accesso, quindi più pericoloso.

      E poi perchè 65 e non 60 o 70 o 75 (il limite per visita medica obbligatoria ai patentati è stato recentemente alzato da 70 a 75 e l'uso del termine anziano è pure stato alzato da 65 a 75)

      Al momento limito le mie uscite al mattino presto e faccio fare la spesa alla collaboratrice domestica che viene ogni 4/5 giorni, ma non è la stessa cosa.

      Ci sarebbe la possibilità di chiedere al comune di mandarmi uno sconosciuto una volta alla settimana per fare una spesa, ma potrebbe anche essere più pericoloso che andare a far la spesa da solo, senza contare che molti alimenti hanno una durata di pochi giorni, dopo di che pur restando più o meno commestibili diventano nettamente meno appetitosi: se già bisogna restare molto in casa, aumentare le possibilità di depressione non è sicuramente il miglior sistema per tenere alto lo stato di salute della popolazione.

  • Salvateci, ma per favore non toglieteci le nostre libertà!

    Ecco levarsi, dagli angoli più choosy del pianeta, stentoree accuse di attentare alle nostre inviolabili libertà personali. Perfino ricordandoci huxleyane distopie. Oppure sull’altro versante ricordandoci l' ...illegalità (Si potrebbe al limite immaginare che una "improbabile" votazione popolare riesca perfino (forse/magari) a imporre restrizioni over 65 per “legge”. Discorso aperto.) Ma non credo sia questo il problema. In altre realtà, altrettanto democratiche, dove si è tuttavia abituati a seguire strade più pragmatiche e – nello specifico – per tentare di vincere in velocità sulla pandemia, si è subito chiusa ogni libertà di spostamento e probabilmente qualche vita la si è pur salvata.

    Va a finire che s’inizi poi a sospettare che questo teatro (da “occidental/adolescenza/libertaria”) dell’istintivo e immediato rifiuto di un qualsivoglia impedimento gridando subito all’ingiustizia e alla perdita di libertà sia, infine, un benevolo stratagemma per (auto)convincerci di essere più liberi di quanto non lo si sia nella realtà… della realtà. Impedire ai confederati con una doppia residenza di rifugiarsi nelle nostre (in)accoglienti valli andrebbe, perché no e volendo, “liberalmente” e (magari) “giuridicamente” (ri)discusso.

    Inoltre per poter parlare di libertà potrebbe (anche) essere necessario aprire l’inevitabile discorso complementare: quello sui limiti. Di quelli utili e necessari, ma pure di quelli imposti dalle diverse condizioni di… “condizione”: si può certo disquisire sulle grandi libertà, sul senso di Legalità e di Giustizia, ma altrettanto essenziale considerare le libertà di chi può e di chi non può: cassiere, autisti, contadini, medici, infermieri. L’enorme insanabile disparità di una “forzata quarantena” è proprio quella di dover “legalizzare” enormi differenze anche… tra un singolo inquilino di un loft di centocinquanta metri quadrati e una famiglia chiusa in un popolare due locali. Presumo l’essere tutti d’accordo – perlomeno – su un fatto: c’è restare a casa e …restare a casa. Insomma: un “restare” o “dover uscire” a/di casa dalle condizioni pur tuttavia legalmente… differenziate. Lourde tâche.

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