Estero

Breve Storia della Nuova Caledonia, che ha scelto di nuovo di restare Francese

La (splendida) Nuova Caledonia

C’è un Referendum, per l’Indipendenza, di cui si è parlato assai poco. È quello della Nuova Caledonia, arcipelago di 270 mila abitanti nel sud del Pacifico, nel quale si è votato per la seconda volta dal 2018, per ottenere l’indipendenza dalla Francia.

C’è un Referendum, dunque, nel quale gli Indipendentisti hanno perso. Di nuovo.

Già nel 2018, infatti, si votò per ottenere l’Indipendenza dalla Francia, ma anche due anni fa, vinsero i no.

Alle ore 18.00 (ora locale, in Italia erano le 9.00) del 4 ottobre si sono chiusi i 304 seggi ai quali si sono recati ben 180 mila e 598 elettori, mossi da una mobilitazione ben più massiccia degli altri anni e senza precedenti. Una mobilitazione che, tuttavia, non ha portato salute agli indipendentisti.

Nel maggio del 2018 il Presidente della Repubblica Francese Emmanuel Macron aveva affermato che “senza la Caledonia, la Francia sarebbe meno bella”: due anni fa il no all’Indipendenza vinse con un risultato più serrato del previsto (il 56 %), questa volta l’affluenza è stata ben del 79,63%, sei punti in più, secondo l’Alto Commissariato, rispetto alla volta scorsa.

La nuova Caledonia fu a lungo contesa tra Gran Bretagna e Francia, poi, nel 1853, divenne possedimento francese, servendo, a partire dal 1864, servì da colonia penale per ben quarant’anni. Nel corso dell’ultimo secolo,  la popolazione indigena melanesiana, la comunità canaca, divenne una minoranza (oggi è solo il 44%) a causa del declino della popolazione ma anche dell’immigrazione avvenuta sotto il dominio francese.

Al resto della popolazione appartengono invece i discendenti dei deportati francesi, conosciuti come caldoches, oltre  una piccola minoranza est-asiatica.

Nel 1985, Jean Marie Tjibaou guidò il Front de Liberation Nationale Kanak Socialiste (FLNKS) per l’indipendenza della sua terra, ma fu  assassinato nel 1989. Tjibau chiedeva la creazione di uno Stato, chiamato Kanaky.

Nello stesso anno, in seguito all’assassinio di Tjibau, gli indigeni rapirono degli ostaggi francesi per poi fingerli di liberarli e massacrarli nella grotta di Ouvéa.

L’episodio di Ouvéa vide un gruppo di rivoluzionari locali uccidere quattro gendarmi francesi e prendere in ostaggio 27 persone, fra civili e militari, per rivendicare l’indipendenza della Nuova Caledonia dalla Francia.

Invano il primo ministro frances Jacques Chirac condusse alcuni giorni di trattative. Alla fie fu costretto a ordinare alle forze speciali di assaltare la grotta nella quale erano tenuti nascosti gli ostaggi. Fu un’azione di forza che andò a buon fine, ma che implicò vittime da entrambe le parti, e provocò polemiche per l’estrema violenza usata dai militari nei confronti dei rapitori canachi.

Il fatto di sangue portò a una crescita dell’autonomia con gli Accordi di Matignon del 1988 e l’Accordo di Numea del 1998.

Dopo il referendum del 4 novembre 2018 e quello del 4 ottobre di quest’anno, entrambi respinti, rispettivamente col 56,4% e il 53% dei no, si potrà attendere un ulteriore referendum solo nel 2022.

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