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La Repubblica Islamica si congratula con Biden Presidente e mira di nuovo all’accordo sul nucleare

 

Il rischio è che Joe Biden torni all’accordo sul nucleare che Trump aveva opportunamente abbandonato, che l’Iran venga risarcito con centinaia di miliardi di dollari dagli Usa per le sanzioni che questi avevano imposto a Teheran, che l’Iran torni in possesso dei beni congelati dalle banche Usa dal 1979, ovvero quando il regime liberale dello Scià Reza Pahlavi fu spazzato via dall’islamista Khomeini.  

Il presidente iraniano Hassan Rouhani gioisce per la vittoria di Joe Biden su Donald Trump e annuncia: “Ora si presenta un’opportunità per la prossima amministrazione americana di rimediare ai suoi precedenti errori e di tornare sul sentiero dell’adesione ai suoi impegni internazionali”.

il ministro degli Esteri Javad Zarif commenta: “Il popolo americano ha parlato. E il mondo sta a vedere se i nuovi leader abbandoneranno la disastrosa tracotanza senza legge del regime uscente e accetteranno il multilateralismo, la cooperazione e il rispetto della legge.”

La Repubblica Islamica esige ora la revoca delle sanzioni che Trump aveva imposto all’Iran, facendo riemergere lo scetticismo e l’ostilità nei confronti degli Stati Uniti, sentimenti che hanno sempre caratterizzato l’Iran.

La Guida Ali Khamenei ha affermato che “le politiche dell’Iran sono chiare e determinate e non mutano per un cambiamento alla presidenza Usa” ribadendo in seguito l’esigenza di “diventare più forti di fronte all’inimicizia degli Usa e rafforzare gli strumenti del nostro potere reale”.

Con la presidenza di un democratico, tuttavia, c’è chi dichiara di non individuare “alcun beneficio dalla vittoria di Biden” per la Repubblica Islamica.

Il rischio è che Joe Biden torni all’accordo sul nucleare che Trump aveva opportunamente abbandonato, che l’Iran venga risarcito con centinaia di miliardi di dollari dagli Usa per le sanzioni che questi avevano imposto a Teheran, che l’Iran torni in possesso dei beni congelati dalle banche Usa dal 1979, ovvero quando il regime liberale dello Scià Reza Pahlavi fu spazzato via dall’islamista Khomeini.

Nel 2021 l’Iran eleggerà il suo nuovo presidente, il quale avrà molto da dialogare con il suo omologo statunitense. Dalle continue proteste sociali sorte in seguito alle sanzioni Usa, la situazione tra la Repubblica Islamica e gli Stati Uniti è sempre stata più tesa, anche se i manifestanti si erano scagliati anche contro la dirigenza iraniana, contro il governo Rouhani e contro il suddetto Khamenei.

Lo stesso Hassan Rouhani non aveva pesantemente criticato l’amministrazione Trump, ed ora, con l’elezione di Joe Biden, ha dichiarato senza mezzi termini che Washington avrà una possibilità da non sprecare per rimediare agli errori del passato.

L’ufficio stampa di Teheran riporta testuali parole: “Ora il futuro governo degli Stati Uniti ha la possibilità di correggere gli errori del passato, di tornare a rispettare il diritto e agli impegni internazionali.”

Relatore

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