Ospiti

Il Lugano Forum 2030 non rispetta la quota rosa – La protesta di Mattea David

Una visione e una missione per il futuro della Città… ma una visione un po’ guercia

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Non abbiamo, pur avendo ricevuto l’invito, potuto partecipare all’importante evento e non sappiamo perché gli organizzatori abbiano chiamato quali relatori 9 uomini e 1 donna. Probabilmente avranno una mentalità superata e (forse) provvederanno a giustificarsi.

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Pixabay (Beverly Buckley)

Importante evento di discussione quello che si terrà sabato 2 ottobre presso l’aula magna dell’USI a Lugano, che si ripropone di analizzare l’attuale situazione “dopo la fine del segreto bancario” e il dissesto generale del settore bancario e finanziario a livello mondiale – fattori che hanno generato un contraccolpo duro per la città di Lugano. Unitamente, uno sguardo verrà rivolto ai progetti di ampio respiro (per citarne uno, il LAC). Citiamo come sia “[…] indispensabile riflettere concretamente sulle possibilità di sviluppo di Lugano e del Ticino in considerazione di quanto esiste e delle iniziative necessarie. L’obiettivo di ‘Lugano Forum 2030’, che inizia con una giornata di studio aperta al pubblico, è di creare una visione ad ampio respiro e di indicare una missione per gli attori coinvolti. Saranno invitati alcuni protagonisti della vita economica, culturale e sociale del Cantone perché si esprimano sugli attuali punti deboli e su quelli forti in base alla loro esperienza, e diano indicazioni strategiche e dei relativi impatti.”

Tante belle parole dove primeggiano “visione – missione – futuro”. Visione e missione saranno pure termini femminili ma sembra comunque essere molto ben ancorato nella testa di chi organizza questo dibattito che il futuro sarà, come il passato, solo “uomo”. Dieci persone invitate ad esprimere visioni e missioni: nove uomini, una donna. Che difficoltà nel trovare donne competenti, in Ticino! Ci sembra più che altro di poter ipotizzare che sarà un dibattito sul futuro un po’ guercio e piuttosto noioso, potrebbe essere ben più interessante se non fossero sempre i soliti “parrucconi” ad avere la parola.  Sarebbe auspicabile che, una volta per tutte, si capisse che l’offesa non è verso le donne, ma verso il senso stesso della democrazia e della civiltà.  E il cambiamento va fatto subito, perché è fattibile, SUBITO. La parità di genere è un guadagno per la civiltà, non per le sole donne.

Per il Gruppo Gender Covid19

Mattea David

Tiziana Mona

Mirella De Paris

Relatore

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