Democrazia attiva

Il famoso miliardo (uno dei tanti) – Opinioni a confronto

Ticinolive non si sogna di essere neutrale (sarebbe addirittura un po’ ridicolo) ma rimane aperto, e ci tiene tantissimo.

I due comunicati ufficiali seguenti sembra quasi che non parlino dello stesso mondo. La divaricazione è enorme e insanabile. Non per questo perderemo il sonno. Leggete.

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immagine Pixabay
PLR – Una tappa importante per le nostre relazioni con l’UE

Dalla fine dei negoziati sull’accordo quadro, la situazione della Svizzera in materia di politica europea è sensibilmente mutata. Per costruire una solida base per il futuro delle relazioni bilaterali con l’Unione europea (UE), è necessario il rapido sblocco del secondo contributo alla coesione in favore di alcuni Stati membri dell’UE senza condizioni. Il PLR sostiene perciò le decisioni prese in questa direzione da entrambe le Camere.

Questa mattina, il Consiglio nazionale ha deciso di sostenere la mozione sul finanziamento della partecipazione elvetica al programma Erasmus plus. Questo dossier potrà quindi essere trattato in modo indipendente rispetto alla questione del secondo contributo di coesione. Il Consiglio degli Stati e il Nazionale hanno in seguito approvato il rapido sblocco di questo secondo contributo (crediti quadro coesione e migrazione) senza legarlo a condizioni non pertinenti. Si tratta di una decisione forte, che permetterà di assicurare una nuova dinamica alle nostre relazioni bilaterali con l’UE. Con questa scelta, la Svizzera dimostra una volta di più di essere un partner affidabile per l’Europa e i suoi Stati membri. Il PLR continuerà ad impegnarsi in modo costruttivo, ma determinato, in favore delle relazioni bilaterali.

Lega dei Ticinesi – Contributo di coesione all’UE: le maggioranze politiche cedono ai ricatti e svendono la Svizzera

La Lega dei Ticinesi deplora la sciagurata decisione delle maggioranze politiche federali di versare il contributo di coesione all’UE.

Le Camere federali nel 2019 avevano giustamente deciso di bloccare il versamento dell’enorme somma, 1.3 miliardi di Fr, fino a quando Bruxelles non avesse smesso di discriminare la Svizzera.

Da allora le discriminazioni sono aumentate: al mancato riconoscimento dell’equivalenza borsistica si è aggiunta l’esclusione della Svizzera dai programmi Horizon. Però ora il parlamento, con un’indecorosa quanto pavida giravolta, cambia radicalmente la propria posizione e paga il “pizzo”. Lo paga in cambio di nulla: non c’è alcuna garanzia che, dopo la decisione odierna, le discriminazioni ai nostri danni cesseranno. Anzi, è assai più verosimile che accadrà il contrario.

Versare miliardi di Fr in tangenti all’UE in tempo di crisi economica è un insulto ai contribuenti svizzeri. Cedere agli indegni ricatti di Bruxelles è una mossa autolesionista che indebolisce la posizione del Paese, dimostrando che la Svizzera è ricattabile.

L’Unione europea evidentemente non si accontenterà di incassare il contributo di coesione votato oggi: infatti già pretende, come ha annunciato l’eurocommissario Maros Sefcovic titolare del dossier dei rapporti con la Svizzera, che questi contributi miliardari diventino ricorrenti.

Non contenta di estorcere i nostri soldi, l’UE pretenderà di imporci le sue leggi ed i suoi giudici stranieri, come era del resto previsto dall’accordo quadro istituzionale.

Cedendo – così come il CF – al ricatto sul secondo contributo di coesione, PLR, PPD, PS, Verdi, Verdiliberali, eccetera innescano una spirale discendente che avrà conseguenze deleterie sulla sovranità e sull’indipendenza della Svizzera.

Le maggioranze politiche proseguono con la loro perniciosa linea di svendita del Paese: ci auguriamo che gli elettori se ne ricorderanno.

Relatore

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  • Giusto ieri scrivevo che « Domani si saprà se quantomeno alla maggioranza di chi abita a Palazzo Federale è rimasta della dignità. »
    Oggi ho avuto la risposta. Non quella che speravo, ma l'ho avuta.
    Con questa mossa, Consiglio Federale e Assemblea Federale hanno deciso che il modo migliore per difendere la Svizzera ed adempiere ai propri doveri costituzionali è comportarsi come si comportò l'allora cancelliere austriaco Kurt Alois von Schuschnigg nel '37.

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