Estero

L’Europa espelle decine di diplomatici russi ma Berna non segue il trend

Foto di IGORN da Pixabay

Diversi diplomatici russi sono stati espulsi in tanti paesi europei. Sono 30 le persone espulse dall’Italia, 40 dalla Germania, 35 dalla Francia, 15 dalla Danimarca e così via. In tutti i casi si tratta del circa 20% del personale totale e tutte erano impiegati presso le relative ambasciate. Il ministro degli Esteri  italiano Luigi Di Mario ha spiegato che  si è trattato di una decisione legata alla sicurezza nazionale. Le persone da rimpatriare sono state selezionate  tra quelle ritenute certamente o quasi al servizio dell’intelligence russa. Agenti dell’SVR (spionaggio estero), FSB (sicurezza interna) e GRU (intelligence militare) che normalmente occupano i posti più svariati nelle ambasciate come segretari, consiglieri, addetti militari e semplici impiegati, sarebbero, secondo l’Agenzia di informazioni e sicurezza interna AISI, delle spie. Raccolgono informazioni segrete, reclutano altre  spie e costituiscono un pericolo per la sicurezza interna delle nazioni. Il controspionaggio avrebbe individuato da tempo questi soggetti e solo ora si è deciso di espellerli dai paesi dove operano, con effetto immediato. 

Una mossa sicuramente insolita che ha motivazioni politiche. Normalmente infatti, una volta identificato un agente straniero lo si lascia dov’è, per non rischiare di mandare via qualcuno le cui reali intenzioni si conoscono e accogliere invece un’altra persona da monitorare. L’espulsione ha sicuramente l’obiettivo di minare ulteriormente il governo di Putin. La risposta di Mosca non si è fatta attendere. La  portavoce del Ministero degli Esteri di Mosca, Maria  Zakharova ha dichiarato che all’espulsione seguirà una risposta adeguata,  mentre il portavoce Dmitry Peskov ha parlato di decisione miope che ostacola una comunicazione diplomatica. 

Dal canto suo, la Svizzera non ha intenzione di seguire il trend europeo. Il Consiglio federale  ha deciso oggi che non ci saranno diplomatici russi espulsi dal suolo elvetico. Una mossa simile potrebbe infatti influire sull’attività dell’ambasciata  svizzera a Mosca. 

MK

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