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Russia in default: non accadeva dal 1918, ma il Cremlino smentisce

Non accadeva dal 1918, da quando, cioè, i bolscevichi rifiutarono di pagare i debiti dello Zar. Ora, come allora, sarebbe scaduto periodo di grazia per quasi 100 milioni di dollari di obbligazioni.

La causa principale, ovviamente, da individuare nelle sanzioni dell’UE e dagli USA. il Tesoro americano, infatti, non ha rinnovato la licenza che esentava gli investitori americani dalle sanzioni, per questo, da quel momento per la Russia è diventato impossibile pagare il debito in dollari o nelle valute citate nei prospetti delle emissioni.

La Russia avrebbe cercato di aggirare per mesi le sanzioni imposte dall’Occidente dopo l’invasione dell’Ucraina, ma domenica sera, cioè ieri, 26 giungo, è scaduto il periodo di grazia per quasi 100 milioni di dollari in pagamenti di interessi che doveva essere effettuato il 27 maggio.

Il Cremlino, però, nega ogni cosa. Dmitry Peskov, portavoce del Cremlino, ha affermato che “le accuse di default della Russia sono illegittime, il pagamento in valuta estera è stato effettuato a maggio”, mentre il ministro russo delle finanze, Anton Siluanov, ha definito questa situazione come una ‘farsa’.

Farsa o no, la Russia avrebbe “guadagnato circa 100 miliardi di dollari dalle sole esportazioni di carburante nei primi 100 giorni della guerra” secondo quanto riportato dal ‘Washington Post’, una notizia che “non va giù” all’Occidente che, attraverso le sanzioni imposte avrebbe quindi impedito alla Russia di poter accedere alle sue riserve valutarie detenute all’estero.

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