Emergono interrogativi sullo scandolo delle intercettazioni in Grecia

Il primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis, leader del partito conservatore Nuova Democrazia, sta affrontando uno scandalo di intercettazioni dopo la scoperta che il cellulare del suo avversario politico Nikos Androulakis, capo del partito di centro sinistra “Pasok” (di ispirazione socialdemocratica e social liberista), è stato intercettato per ordine dell’Agenzia greca dei servizi di sicurezza nazionale (EYP), direttamente supervisionato dall’ufficio del primo ministro.

Il premier Mitsotakis ha affermato di non essere a conoscenza del fatto che i servizi segreti tenevano sotto controllo il cellulare di Androulakis, insistendo sul fatto che non l’avrebbe permesso se lo avesse saputo. Ha difeso e criticato, allo stesso tempo, la sorveglianza dicendo che “tutto è stato fatto secondo legge, ma che era sbagliato”.

Mitsotakis ha riferito che il telefono di Androulakis era stato posto sotto “sorveglianza legale” per tre mesi da settembre 2021, quando si era candidato alla guida del partito di opposizione, e che le intercettazioni sono terminate automaticamente pochi giorni dopo che Androulakis aveva vinto la corsa alla leadership, ma non ha spiegato perché fosse stato preso di mira o chi avesse ordinato di sorvegliarlo.

“Non mi sarei mai aspettato che il governo greco mi spiasse usando le pratiche più oscure” ha detto Nikos Androulakis, che è anche un membro del Parlamento europeo, durante un’intervista televisiva di venerdì. “È nostro dovere democratico proteggere i diritti umani e le libertà dei cittadini greci. Oggi è un momento di verità per coloro la cui arroganza e senso di impunità li rendono capaci di tutto”, ha aggiunto Androulakis.

Uno scandalo che ha visto dimettersi in pochi minuti il capo dell’intelligence greca Panagiotis Kontoleon e il segretario generale del primo ministro Grigoris Dimitriadis (nipote di Mitsotakis). Dimissioni che sono state riconosciute come un’ammissione di colpa dopo che Mitsotakis stesso ha riconosciuto le intercettazioni come “un errore enorme e imperdonabile”.

L’opposizione sta respingendo il tentativo del primo ministro di controllare il danno. Anche il partito Syriza, la coalizione di Sinistra radicale e Alleanza progressista, guidato dall’ex primo ministro Alexis Tsipras, ha promesso di non lasciare nulla di intentato nell’esporre le irregolarità.

Androulakis ha notato che c’è stato un altro tentativo di monitorare il suo telefono con un software in stile Pegasus chiamato Predator, di cui è venuto a conoscenza grazie ad un’ispezione del servizio di sicurezza informatica del Parlamento europeo.

La scorsa settimana Androulakis ha presentato una denuncia ai pubblici ministeri presso la Corte suprema della Grecia, descrivendo in dettaglio il tentativo di intercettazione.

Lo hanno seguito due giornalisti greci che hanno intrapreso anch’essi un’azione legale a seguito di simili accuse di sorveglianza illegale da parte del governo, a loro dire, pesantemente criticato a livello internazionale per limitare la libertà dei media.

Il 29 luglio scorso, il capo dell’intelligence Kontoleon, ha ammesso durante un’audizione a porte chiuse presso la commissione parlamentare, che i servizi segreti greci avevano monitorato Thanassiss Koukakis, un giornalista greco che si occupa di notizie finanziarie, per volere di un servizio di intelligence straniero.

“Il potere assoluto corrompe”, ha affermato l’eurodeputato conservatore Giorgos Kyrtsos, che è stato espulso dal partito Nuova Democrazia per aver criticato apertamente il governo.