Primo piano

Titanic, 15 aprile 1912. Istanti di vita prima dell’abisso

Notte del 15 aprile 1912, la 1 e 10 minuti. Nell’Oceano Atlantico il Titanic sta affondando, dopo una violenta collisione con un gigantesco iceberg.

Sul ponte, il violinista Wallace Henry Hartley e la sua orchestra suonano, così come è stato loro chiesto di fare, per distrarre i passeggeri e evitare il dilagare del panico.
L’orchestra suona mentre la nave affonda. Molti passeggeri si avvicinano e ascoltano la musica tenendosi per mano.
Il Titanic imbarca acqua. Sedici navi captano il suo Sos. La più vicina è la Carpathia, che pur viaggiando alla velocità massima può arrivare in quattro ore. Al Titanic ne restano due.


Benjamin Guggenheim, ricchissimo imprenditore statunitense, a Cherbourg si era imbarcato sul Titanic perchè il transatlantico Lusitania – sul quale aveva previsto di far rientro a New York – era fermo a causa di un guasto.
Conserva il suo leggendario distacco e chiede da bere : “Ho indossato l’abito migliore e sono pronto a andare a fondo da gentiluomo.”


Lo scrittore Jacques Heath Futrelle si assicura che sua moglie salga su una scialuppa. Poi raggiunge sul ponte l’imprenditore John Jacob Astor (nella foto) e insieme i due uomini fumano una sigaretta.
Il corpo di Astor verrà ripescato e il cadavere identificato grazie alle iniziali J.J.A. sotto il colletto della camicia. Il 4 maggio a New York si tengono i suoi funerali, solenni. Il corpo di Futrelle, invece, non è mai stato trovato.
Sul ponte c’è anche il pastore John Harper, che a voce alta recita il Vangelo.

Alle 2 e 30 del mattino del 15 aprile 1912 è tutto finito. Il Titanic è scomparso sotto le gelide acque dell’oceano. Tutt’intorno scialuppe, detriti e corpi sfiniti.
Alle 4 del mattino arriva la Carpathia, dopo aver percorso alla massima velocità una pericolosa rotta in mezzo a grandi iceberg.
Nelle ore successive raccoglie i superstiti a bordo delle scialuppe, poi riparte per New York, dove giunge il 18 aprile. A bordo c’è un fotografo, Francis Blackmarr, che scatta le foto alle scialuppe che si avvicinano alla nave.

Sul Titanic c’erano 2’223 passeggeri, inclusi gli 800 uomini dell’equipaggio. I superstiti che salgono sulla Carpathia sono solamente 711.
La tragedia del Titanic segna indubbiamente la fine della Belle Epoque. Due anni dopo, nel luglio 1914, l’Austria dichiara guerra alla Serbia, in seguito all’assassinio dell’arciduca Francesco Ferdinando.
E’ l’inizio della Prima guerra mondiale, l’inizio, per l’Europa, di un lungo periodo di devastazione e sangue.

Redazione

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  • Un pezzo come questo era, per così dire, "obbligatorio". Brava Red.
    Speriamo che venga abbondantemente bloggato.

  • Oggi - 100 anni esatti - il Titanic è ovviamente SCONTATO.
    Ma rimane un mito insuperabile!

    Da ragazzino lessi un libro (uno dei tanti) sulla tragedia del Titanic.
    Personaggi alti e bassi, socialmente e moralmente,
    dramma, coraggio e viltà, bizzarrie,
    "Nearer my God to Thee",
    tanto vicini a Dio da poterlo toccare con un dito,
    Smith, Lightoller, Molly Brown, John Jacob Astor, Ismay... ...

    Tutti ai pesci? Ma no! Molly Brown si salvò
    così come Ismay, ma bollato in eterno con lo stigma del vile.

  • Nearer, my God, to Thee, nearer to Thee!
    E'en though it be a cross that raiseth me;
    Still all my song would be nearer, my God, to Thee,
    Nearer, my God, to Thee, nearer to Thee!

    Though like the wanderer, the sun gone down,
    Darkness be over me, my rest a stone;
    Yet in my dreams I'd be nearer, my God, to Thee,
    Nearer, my God, to Thee, nearer to Thee!

    There let the way appear steps unto heav'n;
    All that Thou sendest me in mercy giv'n;
    Angels to beckon me nearer, my God, to Thee,
    Nearer, my God, to Thee, nearer to Thee!

    Thee with my waking thoughts bright with Thy praise,
    Out of my stony griefs Bethel I'll raise;
    So by my woes to be nearer, my God, to Thee,
    Nearer, my God, to Thee, nearer to Thee!

    Or if on joyful wing, cleaving the sky,
    Sun, moon, and stars forgot, upwards I fly,
    Still all my song shall be, nearer, my God, to Thee,
    Nearer, my God, to Thee, nearer to Thee!

  • Gilbert Keith Chesterton (noto per Padre Brown) in un commento scritto proprio a ridosso della sciagura disse: «Tutta la nostra civiltà assomiglia invero al Titanic, nella sua potenza e nella sua impotenza, nella sua sicurezza e nella sua insicurezza. Non c’era alcun ragionevole rapporto fra il livello delle misure previste per il lusso e per il piacere e il livello delle misure previste per il bisogno e la disperazione. Il progetto si era concentrato decisamente troppo sul benessere e troppo poco sul disagio: proprio come lo Stato moderno».

  • W a l d o r f p u d d i n g

    Questo stupendo dessert fu servito sul Titanic
    AI SOLI PASSEGGERI DI PRIMA CLASSE
    il 14 aprile 1912.

    Il minimo che si possa dire
    è che portò una gran rogna.

    Pare che fosse così denominato
    in onore di John Jacob Astor III
    ricchissimo americano di New York
    proprietario dell'hotel "Waldorf Astoria"
    dove ho soggiornato a due riprese con Lady Ripper.

    John Jacob Astor III morì in abito da sera, fumando un sigaro pregiato.
    Il suo corpo fu RIPESCATO. Ebbe funerali solenni a Manhattan

    il 4 maggio 1912.

    Ingredienti

    Per 4 persone
    50 gr zucchero
    50 gr valle' + burro
    100 gr farina setacciata
    2 uova sbattute
    1 bustina lievito in polvere
    1/4 di tazza di mele a cubetti
    1/4 di tazza di noci tritate
    1 cucchiaino di estratto di vaniglia
    1/4 di tazza di purea di datteri

    Procedimento

    Accendete il forno e portatelo a 180°e imburrate 4 cocottine.
    Montate in una ciotola il burro con lo zucchero fino ad ottenere una crema soffice. Aggiungete le uova sbattute, la farina mescolata al lievito e amalgamate bene. Aggiungete poi, poco per volta, la purea di datteri (ottenuta frullando i datteri denocciolati), le mele, le noci e l'essenza di vaniglia.
    Riempite per 3/4 le cocottine con questo composto e fate cuocere a bagnomaria per circa 30/40 minuti il tempo necessario affinchè il pudding cuocia bene.
    Sfornate, e portate a temperatura ambiente prima di servire.

  • (...) L'orchestra non smise di suonare ma intonò inni religiosi. Quali? Non vi furono anche in questo caso informazioni certe: "Autumn" forse, come alcuni sopravvissuti ricordano? Tuttavia, col tempo, l'analisi delle testimonianze sembrò accreditare l'ipotesi che l'ultimo brano suonato dall'orchestra fu "Nearer, My God, To thee".

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