Generico

“Oltre il velame” Riletture della Divina Commedia – La perduta gente

A cura di Indro D’Orlando

La bibliografia su Dante e sulla Divina Commedia è immensa per non dire sterminata.

Sul Poeta fiorentino e sul Poema sono passati secoli di scrittura, commenti, interpretazioni che non consentono un’unica ed univoca risposta in merito all’enigmatica personalità di Dante e, sopratutto, riguardo al messaggio della sua opera maggiore.

Il suo Poema rimane ancora oggi un enigma che continua a stimolare i suoi appassionati lettori e studiosi, perché, di certo, non può dirsi conclusa l’impresa di esplorazione e di comprensione dei 14’233 versi che lo compongono.

In questi brevi contributi che ho deciso di caratterizzare con l’espressione “Oltre il velame” – riferendomi ai famosi versi del nono canto delI’Inferno O voi ch’avete li ‘ntelletti sani, mirate la dottrina  che s’asconde sotto ‘l velame de li versi strani – intendo trattare aspetti particolari di non semplice comprensione immediata, a volte enigmi esposti in evidenza, che, se enucleati e letti con la giusta luce, possono favorire una maggior penetrazione del senso del testo e ciò affinché il lettore possa avvicinarsi sempre più al valore spirituale del poema sacro al quale  ha posto mano e cielo e terra come afferma Dante nel Paradiso.Q

Inferno, Canto III – “La perduta gente”

Il terzo canto dell’Inferno è famosissimo per l’incipit diventato l’emblema dell’intera prima Cantica.

Per me si va ne la città dolente,

Per me si va ne l’etterno dolore,

Per me si va tra la perduta gente.

Dante sta dunque per conoscere il luogo che ‘l mal dell’universo tutto insacca, dove incontrerà la perduta gente, coloro c’hanno perduto il ben dell’intelletto.

Un verso in particolare ci dice chiaramente  la natura di quest’esperienza nell’oltretomba dove sospiri, pianti ed altri mali l’attendono nell’aere senza stelle, un luogo senza speranza dove, mancando le stelle viene logicamente a mancare l’orientamento proveniente dal cielo, quindi dall’Alto. In questo mondo di etterno dolore, Dante non ci entra, ma ci viene iniziato. Il verso che lo indica si riferisce alla guida di Virgilio:

mi mise dentro a le segrete cose

Viene logicamente da chiedersi quali sono queste segrete cose? L’intera Cantica infernale è una risposta a questa domanda.

Dante viene iniziato alla conoscenza delle potenze ostacolatrici presenti nell’Uomo, quelle forze che possono essere un motivo alienante di perdizione oppure un motivo benefico di redenzione e, quindi, di elevazione spirituale.

Nel primo caso, siamo nell’imbuto infernale; nel secondo, sul monte purgatoriale.

Quindi tra la prima cantica e la seconda, nella dottrina dantesca la libertà umana assume tutta la sua importanza, il maggior don che Dio per sua larghezza fesse creando, fu de la volontà la libertate.

Essa rappresenta la soluzione al nodo gordiano che determina la scelta dell’evoluzione dell’anima verso l’Inferno, il cieco mondo, tra le genti dolorose, orribili favelle, voci alte e fioche, oppure verso il Purgatorio, il secondo regno dove l’umano spirito si purga e di salire al ciel diventa degno.

Ma quella scelta non avviene per motu proprio, bensì tramite l’esperienza illuminante della luce dello Spirito: non a caso alla fine delle tre cantiche, Dante trova le stelle splendenti sopra di sé che simbolicamente rappresentano un passaggio ad uno stato di coscienza superiore.

Infatti, il grande tema della Commedia, non è Dio, bensì l’Uomo, la sua purificazione ed elevazione, possibile solo se l’Umanità si orienta coscientemente verso la propria origine divina.

In questo percorso dell’Umano che ri-trova sé stesso nel Divino – infatti nella sua visione mistica del divino, in Paradiso Dante contempla l’umana  effige – lo stato di coscienza vive delle trasformazioni – la mente si illuia (si illumina), si india (da “indiarsi” ovvero “essere in Dio”) si infutura, si insempra (diventa eterna) –  fino al punto che

A quella luce cotal si diventa

che volgersi da lei per altro aspetto

è impossibile che mai si consenta

La piena Visione colma l’anima e lo spirito di colui che la contempla.

Una visione che non può essere raggiunta se le forze ostacolatrici dell’Inferno non vengono esorcizzate e vinte dalle forze dell’anima e dello spirito. Una sfida che le genti dolorose ch’hanno perduto il ben de l’intelletto hanno irrimediabilmente persa.

E cosa potrebbe voler dire “perdere il ben dell’intelletto” se non perdere il senso del bene?

Al termine della discesa infernale – non a caso ! – nell’ultimo canto della prima Cantica Dante parla degli “uomini diavoli” ovvero coloro la cui anima tradita dal male viene impossessata.

Troviamo questa considerazione nelle parole di Alberigo, fratello del conte Ugolino:

sappie che, tosto che l’anima trade

come fec’io, il corpo suo l’è tolto

da un demonio, che poscia il governa

mentre che ‘l tempo suo tutto sia volto.

Smarrire la diritta via può dunque condurre a smarrire l’anima e, quindi, alienare la propria umanità.

Infatti nel terzo canto, le anime prave, che stanno per essere traghettate nelle tenebre etterne dall’infernale barcaiolo Caronte, il vecchio bianco per antico pelo, sono anime perse che, ci dice Dante

Bestemmiavano Dio e lor parenti,

l’umana spezie e ‘l loco e ‘l tempo e ‘l seme

di lor semenza e di lor nascimenti.

La perduta gente sono dunque coloro che obliando Dio e la propria umanità negli abissi infernali dell’anima smarriscono la propria stella interiore, quale punto ideale su cui tenere l’occhio della mente.

Se tu segui tua stella non puoi fallire a glorioso porto.

Questo verso è, nell’economia della narrazione, attribuito a Brunetto Latini, il maestro spirituale di Dante, l’uomo a cui il Poeta dedica uno tra i versi più belli della Commedia:

m’insegnavate come l’uomo s’etterna.

Come l’Uomo s’etterna? Questa è la questione fondamentale per non smarrirsi oppure per ritrovare la via che conduce a riveder le stelle, questa è la grande domanda alla quale risponde la Commedia e che dà tutto il suo senso alla nostra peregrinatio esistenziale.

Relatore

Recent Posts

La durezza degli USA

di Tito Tettamanti Ogni nazione ha un suo carattere, influenzato dal clima, dalla morfologia del…

4 ore ago

Un papiro parla della Maddalena come della moglie di Gesù

Secondo alcuni ricercatori dell’università americana della Columbia il “Vangelo della moglie di Gesù” è un…

12 ore ago

L’Italia dice NO alla carne sintetica: una vittoria della natura sull’ingegneria del piatto

Con un voto storico, l’Italia ha alzato la voce e ha scelto da che parte…

18 ore ago

Le poesie di Sergej Esenin, il poeta russo trovato impiccato a soli trent’anni. Il nuovo libro curato da Corrado Facchinetti

a cura di Corrado Facchinetti, edizione L’Arca di Noè. Poesie - Sergej A. Esenin -…

19 ore ago

San Nicola, il vescovo che incendiò la storia: tra verità, leggenda e arte

Ci sono santi che attraversano i secoli in silenzio, come orme lievi nella sabbia del…

19 ore ago

Il Pensiero del giorno – di Julian Assange

"Mi è diventato chiaro che praticamente ogni guerra degli ultimi 50 anni è stata il…

19 ore ago

This website uses cookies.