Categories: Democrazia attiva

Di nullafacenti e dintorni. Paolo Rossi

Il “pensionato da giovane” Franco Celio, deputato radicale in Gran Consiglio, ha pubblicato venerdì scorso un articolo su ” La Regione Ticino”, in cui discetta dell’AET e del pamphlet che due suo correligionari hanno dedicato all’azienda cantonale A prescindere dalle argomentazioni che vengono sollevate, che sono le stesse smentite più volte dai fatti e dalle istanze inquirenti e dalle “leccatine” ai “reggicoda radicali, vie è una tesi di Celio che merita di essere riportata.

In buona sostanza, riferendosi al pamphlet sulla mala gestione dell’AET negli anni 2000–2007, il “deputato” ricama quanto segue: “Personalmente non so in che misura dette accuse siano giustificate. Sta comunque di fatto che, trattandosi di questioni di interesse pubblico rilevante, chi si sentisse accusato a torto di gestione infedele, o anche ‘solo’ di aver chiuso gli occhi di fronte a gravi irregolarità che fossero state commesse da altri, dovrebbe reagire nell’unico modo adeguato, ovvero con una denuncia alla magistratura, affinché questa possa chiarire le ragioni e i torti di ognuno. Adottare invece la strategia del silenzio, interrotto di tanto in tanto solo da lamentele improntate al vittimismo o da contro-accuse e insinuazioni generiche, non sgombera certo il campo dai sospetti, né giova a ristabilire la credibilità di un’azienda che tutti, almeno a parole, dicono di voler difendere. Tanto meno servono a qualcosa le smentite più o meno irritate dei diretti interessati o dei loro amici.

Celio, come buona parte dei suoi amici radicali, dimentica che quanto denunciato nel “pamphlet” è stato oggetto di un’inchiesta penale conclusasi con un non luogo a procedere. Ergo la Magistratura si è già espressa a questo proposito con chiarezza. Strana concezione della giustizia, quella del deputato leventinese che pretende che per avere diritto alla ragione dovrei essere giudicato più volte e per lo stesso oggetto dalla Magistratura !!!

Ricordo inoltre, allo stesso Celio che
a) l’AET ha preso chiaramente posizione denunciando tutte le carenze, gli errori e le forzature contenute nel libretto e basate sulle “dicerie” del mio successore, la cui posizione giudiziaria è tutt’ora pendente (e sulla cui gestione i radicali si guardano bene dal prendere posizione) ;
b) i progetti di cui i due autori discettano erano stati regolarmente riportati nei rendiconti annuali sottoposti per approvazione al Governo ed al Parlamento che li ha sempre approvati a larga maggioranza.

Paolo Rossi

Redazione-cro

View Comments

  • Finalmente qualcuno che risponde a Celio.
    Lo reputo una delle concause - Celio - dello sfacelo del PLRT!! Ma ormai lo votano !!

    • Concordo al 100%, ogni volta che mi capita di incontrarlo, sto male.
      È dai tempi degli attaccapanni di legno che lavora alla secessione dei radicali e forse ci è quasi riuscito!

      • Secessione Radicale? Ma sei sicuro che sia una (per loro) buona idea? Non è meglio disporre di DUE posti in governo - ottenuti col voto determinante degli allocchi - per poi appoggiarsi anche al seggio socialista?

        Io - fossi il Maestrino - non farei (né sognerei) alcuna secessione. Dedicherei tutte le mie forze

        A INFINOCCHIARE GLI ALLOCCHI !

        • Non offendere le bestie!

          Ad infinocchiare gli ... "idioti" (vale a dire uomini che non ci arrivano). E se non ci arrivano da soli, Jack, aiutiamoli con Ticinolive :)

  • Il "maestrino dalla penna rossa" (diritti riservati di JtRipper)è il prodotto corrispondente al livello della scuola media in Ticino di cui è docente. Poru Tesin.

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