In Germania, l’accordo fiscale siglato lo scorso settembre fra Berna e di Berlino si trova sotto un fuoco di critiche.
La convenzione prevede un prelievo fiscale del 26% sulle rendite e i prodotti d’investimento. Per i fondi non dichiarati al fisco è prevista una tassazione fra il 19% e il 34%.
Per garantire il principio del segreto bancario, i clienti tedeschi dovranno versare questi importi alle banche, le quali li invieranno all’autorità fiscale germanica.
Come riporta il giornale economico Wall Street Journal, all’interno del Bundesrat, l’istituzione che rappresenta gli Stati federali tedeschi, si sono manifestate voci contrarie e critiche.
Oltre a non approvare il divieto per le autorità tedesche di usare i dati, ottenuti in via informale, sui presunti evasori fiscali che detengono conti all’estero, il ministro della Renania settentrionale–Westfalia, Norbert Walter-Borjans, ha chiesto di annullare la validità dell’accordo, perchè considera troppo bassa la tassa retroattiva.
Walter-Borjans incontrerà nei prossimi giorni il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble per convincerlo a cancellare la convenzione firmata con Berna.
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