Accordi fiscali: un referendum per salvare migliaia di impieghi in Ticino – di Lorenzo Quadri

Il dado è tratto o, meglio, il referendum è lanciato. Stiamo parlando ovviamente del referendum contro gli accordi fiscali con Gran Bretagna, Germania ed Austria. Accordi che prevedono liberatorie con tassi esorbitanti, anche superiori al 40%, che non contemplano la reciprocità, che spalancano la porta alle fishing expeditions e che ciliegina sulla torta – obbligano la Svizzera a fungere da esattore fiscale per Stati che non sono in grado di far pagare le imposte ai propri cittadini: cosa, questa, che non sta né in cielo né in terra.

I citati accordi fiscali, conclusi dalla ministra delle Finanze del 5% Eveline Widmer Schlumpf – che fa una politica di sinistra poiché dalla sinistra è stata eletta, in flagrante violazione delle più elementari regole democratiche – avranno conseguenze catastrofiche sulla piazza finanziaria svizzera in generale e ticinese in particolare.

Nicolas Pictet, presidente dei banchieri privati, ha parlato di un terzo dei posti di lavoro a rischio. Il minimo che si può dire, naturalmente, è che Pictet poteva anche svegliarsi prima, invece di tentare di chiudere la stalla quando i buoi sono già scappati e gli accordi già votati alle Camere federali. Lo stesso discorso vale per i delegati cantonali e federale alla protezione dei dati, che a mezzanotte meno cinque si sono svegliati a difendere il segreto bancario in quanto tassello essenziale della protezione della sfera privata. Dov’era il signor Pictet, dov’erano i delegati alla protezione dei dati negli ultimi due anni, quando il segreto bancario veniva smontato per pezzo dal Consiglio federale?

Un paio d’anni fa l’allora ministro delle Finanze Merz dichiarava: “Il segreto bancario non è negoziabile”. Adesso il Consiglio federale, a suon di cedimenti quotidiani, autorizza addirittura le fishing expeditions. Sì perché l’accordo con la Germania permette a quest’ultima di effettuare ogni anno 500 controlli campione sui conti di cittadini tedeschi. Se questa non è una fishing expedition ne è per lo meno una stretta parente. E – poco ma sicuro – il peggio deve ancora venire.

Le grandi banche

Le grandi banche possono non piacere. Ma il referendum contro questi accordi non è affatto un favore alle grandi banche le quali, anzi, appoggiano la svendita della piazza finanziaria svizzera operata dalla ministra delle Finanze abusiva. Alle grandi banche interessa mettere una pietra su irregolarità passate e garantirsi l’accesso senza problemi ai mercati degli Stati firmatari. A loro, poco importa lo sfascio della piazza finanziaria svizzera e la perdita di un terzo (se non di più) dei suoi posti di lavoro. Quello che non guadagnano qui, lo guadagneranno altrove. Ad esempio a Singapore. O a Londra. Sì, perché mentre il governo svizzero cala pavidamente le braghe
davanti alle pretese di un’Unione europea fallita, all’interno dell’UE i paradisi fiscali rimangono. Rimangono e si rafforzano.

Precedente deleterio

E’ poi evidente che gli accordi sottoscritti con Germania, Gran Bretagna ed Austria rappresentano un pericoloso precedente per le trattative con l’Italia. Infatti, poco ma sicuro è che la ministra del 5% andrà a promettere liberatorie del 40% e cederà su tutta la linea anche con un paese in bancarotta quale è la vicina Penisola. La quale, sia detto per inciso, da eventuali accordi Rubik otterrà comunque solo briciole poiché il cittadino italiano, e a ragione, non ha più alcuna fiducia nel proprio governo non eletto, avendo quest’ultimo sfacciatamente infranto la parola data: i capitali scudati sono infatti stati tassati, ritassati, e tassati ancora.

Salviamo migliaia di posti di lavoro

Lanciare il referendum contro gli accordi fiscali non significa affatto fare un regalo alle grandi banche. Significa, invece, difendere svariate migliaia di posti di lavoro in Ticino. Posti che andranno semplicemente persi se i trattati in questione dovessero entrare in vigore. Chi vuole migliaia di bancari disoccupati in più? Chi vuole una caduta del gettito fiscale e dei consumi generati da questi bancari? Noi no di certo! Dov’è la $inistra con i piedi al caldo, sempre pronta ad inveire contro gli sgravi fiscali, quando qui si preparano enormi perdite anche per l’erario pubblico? Per cui, se non volete buttare a mare migliaia di posti di lavoro, firmate e fate firmare il
referendum!

Lorenzo Quadri
Consigliere nazionale
Lega dei Ticinesi

Relatore

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  • Ottima presa di posizione di Lorenzo Quadri.
    La penso esattamente allo stesso modo.
    Intanto le banche e le fiduciarie "ristrutturano" alla grande lasciando a casa personale svizzero per assumere (in Ticino) frontalieri meno qualificati, meno fidati ma ....più economici.
    Non mi si venga più a parlare di destra economica per i prossimi 30 anni.

  • Bene, vogliamo dirla tutta ?
    Alla fine siete riusciti a trasformare (chi ha tanto cercato gli accordi) la parola "Svizzera" in "luogo di traditori"...
    29 anni orsono i risparmi di 3 famiglie italiane sono stati messi al sicuro nelle banche svizzere, frutto di lavoro tassato alla fonte, di ore passate a risparmiare per farsi una casa, rinuncie a ferie e cene settimanali al ristorante. 2 decenni orsono un mio amico ha aperto un conto svizzero, ha sottostato al 2% di ritenuta per aver versato in contanti e non ha mai potuto controllare REALMENTE quanto gli costava il suo conto. Voleva solo avere una pensione che ora in Italia sarà una miseria e perciò si è fidato della Svizzera. Il suo consulente finaziario era al corrente che il mio amico non era un delinquente, nè mafioso, nè trafficante di droga, erano solo risparmi sudati e che cercava di non farsi ulteriormente rapinare da uno stato italiano dove Fini Giancarlo (Presidente Camera)vende di nascosto, tramite società off-shore per evitare tasse) un alloggio a suo cognato che ha un conto cifrato in un paradiso fiscale. Questa è legalità???
    Perchè può farlo lui e io no ???
    Perchè il Governo Svizzero e le banche (d'accordo) stanno svendendo la cosa più grande che il vostro paese offre al mondo, ovvero la riservatezza???
    Perchè il mio amico ha dovuto scappare, nascondere i soldi (in contanti, altrimenti la banca segnala dove sono andati a finire)e passare le dogane sperando che non lo becchino, altrimenti gli rubano il 48& di quello che trovano? Dove sei finita Svizzera del segreto bancario, della discrezione della cura del cliente? Quanto sopravviverai a queste vicende che ingrassano le banche e impoveriscono il Paese???
    Doveva svegliarsi chi di dovere, al momento opportuno, impedire o almeno trattare con fermezza alcuni di questi accordi. Invece la sinistra cala le braghe davanti alle banche, a cui presta 60 miliardi di franchi per aver rischiaro più di quello che potevano, che quando chiede alle stesse di dividersi in parti più piccole (too big to fail) le stesse minacciano di trasferire le sedi all'estero?
    Ma la Svizzera è degli svizzeri o delle banche o della sig.ra Eveline Widmer Schlumpf ???
    Quando il mio anico pensa alla Svizzera associa sempre un senso di delusione, ma vede anche che nella la via centrale di Ginevra ultimamente espongono cartelli con scritto "vendesi scontato per cessata attività" nei negozi di lusso. Che troppi clienti non possano più permettersi i costi e che questo sia il primo segno di una crisi da 20.000 posti di lavoro (Ermotti-UBS)? Lo stesso che quando BNS gli dice di aumentare il capitale per rinforzare la banca, risponde stizzito. Mi sarebbe piaciuta la stessa reazione alla perdita miliardaria del trader inglese (figlio di un diplomatico) o alla perdita di 350m milioni di euro con Facebook. E' questa la professionalità che il mio amico conosceva 20 anni orsono???
    Auguri per il vostro futuro, Marco.

  • La situazione è sfuggita di mano ai guru dell'economia ed ai 610 della politica cantonale e federale. Siamo alla frutta ormai e nessuno si muove con competenza e determinazione necessari per salvare il salvabile.
    Prepariamoci ad una continua ondata di licenziamenti eccellenti nel settore terziario.
    Siamo alle soglie di una nuova emigrazione ticinese?
    Per meglio comprendere la nullità del nostro governicchio cantonale, basti ricordare che questi non ha ancora dato seguito a due nozioni dell'autunno 2011 (Quadri- Morisoli).

  • Secondo me la parola d'ordine in questo difficile frangente dev'essere
    ORGANIZZARSI. Radunare le truppe.

    Sarà una battaglia epica, che forse potrà essere vinta.
    Ma non senza spargimento di sangue.

    Individuare anche, con precisione, i campi del SÌ e quelli del NO:
    --- nel settore finanziario/bancario
    --- nel Paese tutto intero.

  • Concordo con alcune precisazioni.
    La politica del Coniglio (lapsus!) Federale è palese: calare le braghe.
    Quella delle grandi banche (di investimento) invece pure: ristrutturare (leggi licenziare) e delocalizzare.
    Ma tutto questo non ha nulla a che vedere con i (pessimi) accordi quasi conclusi, quelli sono solo una scusa, e nemmeno tanto buona.

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