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Karin Valenzano Rossi impugna la clava

Riprendiamo anche noi, come altri portai, questo interessante articolo, affinché sia letto da una cerchia più ampia di persone.

Dopo la fatale domenica l’occasione è ghiotta e sarebbe un peccato non approfittarne. L’avversario, che si era preso un rischio enorme (nostra personale opinione, già espressa prima) è a terra e dovrà inventarsi qualcosa. Sicuramente non è finita ma la batosta è stata pesante.

Questa vittoria appartiene al PLR (molto più che ai socialisti).

PS. Particolarmente intriganti sono le righe finali di Karin, allusive, a partire da “Qualcuno ha importato…”. Bisognerebbe sapere con certezza di che cosa si tratti.

* * *

(da Opinione Liberale)

Chissà se dopo il chiaro segnale del popolo, che domenica scorsa ha detto chiaramente di averne abbastanza di soli slogan e proclami ad effetto, si potrà tornare finalmente ad un dibattito politico costruttivo, che abbia seriamente a cuore l’impegno per i cittadini e per la cosa pubblica? Chissà se smetteranno di parlare solo gli ego smisurati di chi muove pance e fomenta paura e malumori?

La democrazia si è determinata: ha detto basta al rancore fine a sé stesso. Ma quanto è costato questo esercizio falsamente democratico? Tanto.Troppo! In particolare in termini di un’ulteriore grave perdita di credibilità della politica e delle logiche che la governano (ammesso che ve ne siano ancora).

Faccio davvero fatica ad assistere supinamente a quest’involuzione del modo di fare politica di molti esponenti, ovviamente senza fare di tutta un’erba un fascio. Invece di curarsi dei temi veri, quelli di interesse per la cosa pubblica, invece di cercare soluzioni per migliorare il benessere dei cittadini, per creare opportunità generalizzate di sviluppo sociale ed economico, invece di avere visioni per il futuro prossimo e più lontano, questi politici concentrano energia e distolgono risorse (soprattutto pubbliche), dirottandole su temi minori (talvolta sicuramente da correggere).

Temi a cui attribuiscono una valenza esagerata, che catalizza l’attenzione generale, grazie alla polemica e alla sete di sangue e di gossip dei giorni nostri – complici social media e bulletti da tastiera – per poi finire col nauseare.

Il risultato è la disaffezione crescente di chi si reca ancora alle urne. La politica urlata, quella delle zuffe nelle aule del parlamento e sui media, quella dei personalismi esasperati – poco importa il contenuto – è da sempre appannaggio di altre nazioni, talune a noi limitrofe.

La contaminazione crescente del metodo politico, sociale e culturale svizzero, tradizionalmente improntato al rispetto, all’educazione, alla moderazione e al compromesso, ci ha portati allo scadimento attuale. Qualcuno ha importato persino l’utilizzo abusivo ed improprio del potere giudiziario, già sotto pressione, a fini politici, dichiarandolo peraltro pacificamente, senza che alcuno abbia ritenuto di dover censurare tale abuso manifesto.

Karin Valenzano Rossi, vicepresidente PLR

Relatore

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  • Purtroppo, e specie in Ticino, è ormai iniziata da anni l'importazione di certo modo di far politica, non credo occorra esplicitare da dove. Ma il timore è che sarà sempre peggio, piaccia o no i nuovi mezzi di comunicazione ci hanno messo del loro e continueranno a mettercelo. E il popolo incazzato per una miriade di motivi, condivisibili o meno che possano essere, abbocca purtroppo certo più a questo stile che a quello discreto, pacato ed educato che caratterizzava la nostra politica fino a qualche anno fa. Ci si potrebbe consolare se il nuovo corso permettesse di risolvere i problemi in modo più celere, ma non mi pare proprio sia così, anzi.
    Il tempo vola, sembra ieri ma ormai già circa una ventina di anni fa nell'ambito di un corso di ripetizione Ignazio Cassis, allora mio superiore, mi aveva buttato là di mettermi in politica, e avevo declinato già scontento della piega che stavano prendendo certe cose. Ma che si sarebbe arrivati al punto di oggi probabilmente non lo immaginavo nemmeno allora. :)

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